Hai mai reagito emotivamente in modo negativo senza capire cosa ha scatenato quella risposta? Probabilmente, questa sensazione, è data da un’allergia emotiva.
Il concetto di “profezia che si autoavvera” (o auto adempie o autodetermina) fu introdotto nel 1948 dal sociologo Robert K. Merton nel libro “Teoria e struttura sociale”.
Essa consiste in una previsione che si realizza solo per il fatto di essere stata espressa: viene formulata una predizione che dà origine ad un evento; nel modo in cui si svolge, l’evento va a confermare e verificare la predizione, dando vita ad una relazione circolare vincolante e auto confermante (per approfondire si rimanda anche all’articolo “La profezia che si autoavvera-il potere delle aspettative sulla realtà“)
Lo spiega bene Byung-Chul Han in “L’espulsione dell’Altro” (2017).
Avendo l’illusione di essere libero e di essere padrone del proprio tempo, l’uomo si auto-sfrutta fino all’ultima frazione di secondo. Uno spietato investimento di tempo ed energie, compiuto per una causa più che valida: l’autorealizzazione di se stessi.
Come è risaputo, l’immagine corporea o meglio la grande attenzione verso questo aspetto e le relative implicazioni, è uno degli aspetti più importanti che si devono prendere in considerazione quando si ha che fare con un disturbo alimentare.
Lo sviluppo dell’immagine corporea dipende da fattori biologici, ma anche dall’influenza della famiglia, delle figure di riferimento, del gruppo dei pari, dei media, della società e delle culture in cui ciascuno vive.
Un incontro intenso, ricco di emozioni, sensazioni e connessioni. Dopo due anni di “distanziamento sociale” riscoprire la potenza catartica di un abbraccio ci ha permesso di riprendere contatto con le nostre parti più intime e inconsce: il corpo.
Domenica 19 giugno 2022 il Sigaro di Freud ha organizzato un 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 gratuito 𝗱𝗶 𝗣𝗦𝗜𝗖𝗢𝗟𝗢𝗚𝗜𝗔 𝗲… 𝗧𝗔𝗡𝗚𝗢 a Roma, presso il Monk, per l’iniziativa del progetto #APProdo vincitore del bando #VitaminaG nell’ambito del programma Generazionigiovani.it finanziato dalle Politiche Giovanili della Regione Lazio con il sostegno del Dipartimento per la Gioventù
Abbiamo sperimentato le tematiche di 𝗥𝗘𝗦𝗣𝗢𝗡𝗦𝗔𝗕𝗜𝗟𝗜𝗧𝗔’ 𝗘 𝗙𝗜𝗗𝗨𝗖𝗜𝗔 con Diego Bonifazi e Dario Maggipinto, assistente sociale e psicologo del Sigaro di Freud, e Michele di Conzo e Giusy Volver tangueri e maestr* di tango.
Studi hanno dimostrato l’importanza del teatro a livello educativo, sociale e psicologico. Quando si pensa al teatro si è soliti collegarlo ad attori, professionisti, ai dramma, a Shakespeare. E se invece gli attori fossero dei pensionati, dei nonni? Il beneficio che questi potrebbero avere da un’esperienza come il teatro è sorprendente e merita un’analisi.
Nonostante non venga catalogato come disturbo psichiatrico nel DSM-5, la sindrome di Hikikomori è una problematica dilagante nella società odierna. Si tratta di una sindrome che colpisce i giovani, caratterizzata dall’isolamento sociale del tutto volontario; osservata e studiata primariamente in Oriente. I giovani colpiti da questo disturbo, sono orientati a ritirarsi socialmente, isolarsi nelle proprie camere, anche per più di sei mesi. Le uniche relazioni che intraprendono sono relazioni online, effimere.
Ogni individuo sin dalla nascita è immerso in un ambiente che contribuisce in maniera sostanziale allo sviluppo del proprio Sé, inteso come il centro dell’esperienza psichica dell’individuo.
Protagonisti principali dell’ambiente primario del bambino sono i caregiver (le figure di riferimento primarie), che approcciano allo stesso svolgendo una funzione di holding, ossia di sostegno sia in senso fisico che psichico.
Per “lamentele” si intendono quelle parole con cui esprimiamo il nostro disappunto. A chi non è capitato, almeno una volta nella vita, di lamentarsi di qualcosa? Esistono però alcune persone che si lamentano sempre: a casa, a scuola, a lavoro, con gli amici… ma come mai?
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