Insonnia e terza età
Quale legame

Nella pratica clinica, e non solo, occorre molto di frequente rilevare la tendenza all’insonnia nei pazienti nella terza età. Dai 65 anni in su, l’impossibilità di addormentarsi, o di far durare il sonno fino al mattino, sembrano una costante dell’esperienza di vita dell’anziano. Secondo l’ISS l’insonnia affligge circa 12 milioni di individui solo in Italia. La percentuale raggiunge il 40% per le persone dai 65 anni in su.

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La Misofonia
I rumori che non sopporto di te!

“Preferisco cenare da sola. Sto bene con la mia famiglia, ma quando mangiamo no, non riesco. Non riesco a guardarli mentre muovono la bocca e emettono quei rumori così fastidiosi. Ogni volta che sono a tavola con loro devo sbrigarmi a finire e cercare una scusa per alzarmi prima che tutti abbiano finito, altrimenti non smetto mai di mangiare, tutto il tempo, per attutire i loro rumori con i miei… Perché lo fanno? Perché non capiscono e non si impegnano a mangiare meglio? Mi innervosiscono così tanto, vorrei sgridarli e a volte menarli.



Da qualche anno vado al cinema solo se prenoto i biglietti online. Posso guardare un film serenamente solo in ultima fila, non posso avere persone dietro di me. Odio chi mangia i pop-corn e se sento quel rumore provenire dai posti dietro, impazzisco. La gente è menefreghista, non pensa di poter disturbare, se ne frega e a me questo proprio non va giù!”

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La Malattia Oncologica
Il Caos nell’Anima

Con il termine cancro si definisce un insieme di malattie con eziopatogenesi multifattoriale, caratteristiche cliniche e prognosi diverse, che hanno in comune un’alterazione del normale processo di riproduzione cellulare. Ci si ammala quando una “mutazione maligna” altera il regolare meccanismo di morte cellulare programmata (apoptosi) per cui i gruppi di queste “cellule impazzite” iniziano a moltiplicarsi in maniera incontrollata.

La malattia oncologica viene vissuta, inconsciamente, nella nostra cultura, come una “condanna a morte” poiché nel nostro immaginario collettivo la parola “cancro” è associata automaticamente all’idea di morte (cancro=morte è una classica equazione simbolica).

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Il Persecutore Interno. Ipocondria Portami Via

“Tu portami via
Dalle ostilità dei giorni che verranno
Dai riflessi del passato perché torneranno
Dai sospiri lunghi per tradire il panico che provoca l’ipocondria…
Tu portami via
Dalla convinzione di non essere
Abbastanza forte
Quando cado contro un mostro più
Grande di me
Consapevole che a volte basta prendere
La vita così com’è.”

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Le donne “Roki”. Nascere senza utero e senza vagina

Le donne “Roki” – nascere con senza utero e senza vagina

La sindrome di Rokitansky Mayer Küster Hauser è anche conosciuta come agenesia Mülleriana. Essere affette da questa sindrome significa nascere senza vagina e avere un utero rudimentale o completamente assente. Questa condizione è stata osservata per la prima volta già da Ippocrate; nel libro “Natura della donna” descrive un’ostruzione membranosa del canale vaginale. Successivamente il barone Karl von Rokitansky la scoprì contemporaneamente a Mayer, mentre anni dopo Kuster osservò che le donne con questa sindrome hanno spesso anche difetti urologici.

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L’aborto. Una libertà nascosta

Il 22 Maggio 1978 in Italia è entrata in vigore la Legge 194 (“Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”) con la quale sono state depenalizzate e disciplinate le modalità di accesso all’aborto. Con il referendum del 17 Maggio 1981 proposto dai radicali, l’88% degli Italiani votanti ha abrogato tutti i procedimenti, gli adempimenti e i controlli di tipo amministrativo o giurisdizionale legati all’interruzione volontaria della gravidanza (IVG). I grandi cambiamenti socioculturali degli anni, il lascito dei movimenti del Sessantotto, hanno risvegliato le coscienze e lasciato libera la donna di decidere sul proprio corpo, sulla propria vita.

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Vivere con la Sclerosi Multipla. Ciò che ti rende un eroe

Avviene inaspettatamente, il più delle volte. Vista offuscata, formicolio alle gambe, perdita dell’equilibro, ed ecco che il medico di turno, attento a questi sintomi specifici chiede altre analisi: “per fugare qualsiasi dubbio”. Prelievo del sangue e del liquido cerebrospinale, risonanze magnetica ed eccolo li, il medico, questa volta quello specializzato, che ti cambia la vita per sempre: “Sindrome Demielinizzante, meglio conosciuta come Sclerosi Multipla”.

La diagnosi di una patologia invalidante come la Sclerosi Multipla porta con sê molto spesso un senso di smarrimento, sconforto e terrore. La persona sente  che improvvisamente hanno strappato tutti i suoi sogni, la sua prospettiva di vita “normale”, e  caricato di una presenza che per tutta la vita porterà con se:

Lei, la Sclerosi Multipla.  

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Il mito dell’amazzone. Il femminile nel vissuto oncologico

Il nome greco Ἀμαζών (amazòn) si compone di una Ἀ iniziale un’alfa privativa che rende nullo il successivo nome μαζός, versione ionica di μαστός, che vuol dire “seno”: il risultato sarebbe quindi “senza seno”. L’etimologia è riferibile al costume tradizionale attestato dalle fonti mitografiche secondo cui le Amazzoni si mutilavano la mammella destra allo scopo di tendere meglio l’arco. Facendo una rapida ricerca su internet è evidente come molte donne operate al seno a causa di un carcinoma alla mammella si identificano nella figura delle Amazzoni, ossia come eroine pronte a combattere per la propria vita. La figura delle amazzoni però mette in luce una delle problematiche verso cui queste donne si devono interfacciare, ossia la propria sessualità e identità sessuale: talvolta, per scopi preventivi, le donne con carcinoma alla mammella subiscono oltre all’operazione al seno o la mastectomia, anche l’asportazione delle ovaie. L’insieme di queste operazione corporee hanno un impatto devastante anche sul mentale (per un approfondimento, si rimanda agli articoli “Oncologia e sessualità femminile – Scoperchiare il vaso di Pandora” e “La malattia oncologica – Il male senza nome”  e “Donne e cancro – In guerra con se stesse” ). L’amputazione di parti si Sé tipicamente femminili può portare queste donne ad identificarsi inconsciamente con assetti da combattenti, nella consapevolezza di stare combattendo una lotta contro un nemico mortale, il cancro. Si struttura, dunque, un’emancipazione di queste donne verso aspetti della propria vita precedentemente trascurati. Molte volte sono loro stesse che riferiscono come affrontare il tumore sia stato terribile, ma allo stesso tempo sia stata l’incipit per iniziare a lottare, e riappropriarsi della propria vita, non solo della propria salute.

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Eutanasia e assistenza nel fine vita
Riflessioni introduttive

“Signori Giudici, autorità politiche e religiose: cos’è per voi la dignità? Qualunque sia la risposta delle vostre coscienze, sappiate che per me questo non è vivere con dignità. Io avrei desiderato almeno morire con dignità. Oggi, stanco dell’indifferenza delle Istituzioni, sono obbligato a farlo di nascosto come un criminale. Voi dovete sapere che la meccanica che porterà alla mia morte è stata scrupolosamente divisa in piccole azioni, ognuna delle quali non costituisce reato, ognuna compiuta da una diversa mano amica; se comunque lo Stato insiste a punire chi mi ha aiutato, io suggerisco il taglio di quella mano, perché quello, è stato l’unico contributo. La testa, cioè voglio dire la coscienza, l’ho messa io. Come potete vedere vicino a me c’è un bicchiere d’acqua che contiene una dose di cianuro di potassio: una volta bevuta avrò cessato di vivere, rinunciando al mio bene più prezioso, il mio corpo. Io ritengo che vivere sia un diritto, non un obbligo, com’è stato nel mio caso, costretto a sopportare questa penosa situazione durata 28 anni, 4 mesi e alcuni giorni… alla fine di questo periodo faccio un bilancio del cammino percorso, eh non mi tornano i conti con la felicità. Solo il tempo che ho vissuto contro la mia volontà, durato quasi tutta la vita, sarà, a partire da ora, mio alleato. Solo il tempo e l’evoluzione delle coscienze, decideranno, un giorno, se la mia richiesta era ragionevole o no”.

(Ramòn Sampedro –  “Mare dentro”)

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