Tag: lavoro

Workaholism
Quando il lavoro diventa dipendenza

Il lavoro è un elemento che caratterizza e influenza maggiormente le nostre vite, le nostre relazioni

e la nostra salute, fisica e mentale.

Dagli anni ’90, la “famiglia” delle dipendenze si è allargata in quanto è stato inserito il Workaholism

ovverola dipendenza da lavoro; il nome nacque proprio dall’unione delle parole “work” (lavoro) e

“alcholism” (alcolismo) proprio per evidenziare la natura dipendente del disturbo.

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Confini personali e relazioni
I bisogni come guida

Riuscite a immaginare come sarebbe camminare all’interno di un’illusione ottica?

Pensate a un’ampia stanza vuota dalle pareti bianche che si trasforma in uno spazio senza confini, grazie a linee e grafiche che modificano la prospettiva e gli elementi architettonici che le ospitano.

È quello che accade nelle opere di Peter Kogler, artista viennese che combina architettura e grafica e che, ridisegnando completamente le pareti, i pavimenti e i soffitti con intricate linee ondulatorie, verticali e orizzontali, ridefinisce gli ambienti e li trasforma in luoghi illusori.

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Iperimpegnati e stanchi
Oltre al lavoro cosa c’è?

“Mi sembra di essere su una ruota che gira e non riesco a scendere mai” oppure “Mi sveglio con un peso allo stomaco ogni mattina”, “sono sempre arrabbiatə” e ancora “Mi sento sfinitə! A tratti disperatə”. 

Sono frasi che, ultimamente, capita di sentire fin troppo spesso, in stanza di terapia, nelle storie dei nostri pazienti ma anche nella vita di tutti i giorni. Molti racconti e molte osservazioni convergono in un senso generale di fatica che riguarda la situazione lavorativa ma si estende anche alla sfera privata.

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Sulla pazienza. Aspettarsi sempre

Bisogna, alle cose,lasciare la propria quieta, indisturbata evoluzione
che viene dal loro interno e che da niente può essere forzata o accelerata.

Tutto è: portare a compimento la gestazione – e poi dare alla luce

…Maturare come un alberoche non forza i suoi succhi e tranquillo se ne sta nelle tempeste

di primavera, e non teme che non possa arrivare l’estate.

Eccome se arriva!

Ma arriva soltanto per chi è paziente e vive come se davanti avesse l’eternità,spensierato, tranquillo e aperto …

Bisogna avere pazienza verso le irresolutezze del cuore e cercare di amare le domande stesse come stanze chiuse a chiave e come libri che sono scritti in una lingua che proprio non sappiamo.

Si tratta di vivere ogni cosa.

Quando si vivono le domande,forse, piano piano, si finisce,senza accorgersene,col vivere dentro alle risposte

celate in un giorno che non sappiamo.

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