Quanto segue è tratto dalle riflessioni di M. Foucault presenti nel saggio “Storia della follia nell’età classica” (1972). Credo sia importante tenere presente e ricordare alcuni fatti storici per poter comprendere l’approccio che oggi si tende ad avere alla follia. Rapporto, a dire il vero, che per tanti versi è stato plasmato da innumerevoli scoperte avvenute negli ultimi due o tre secoli.
cc CC BY-SA 2.0 Marina Abramović, The Artist is Present, 2010
Marina Abramović nata a metà degli anni ’40, a Belgrado, durante il regime comunista di Tito, rappresenta ad oggi una delle figure artistiche di spicco nella storia dell’arte contemporanea. Le sue performance art hanno sempre dialogato con la sfera antropologica e psicologica del comportamento umano, facendo risuonare le esperienze sensoriali e psicologiche profonde.
Lo studio di Bion è stato, per me, tanto complesso quanto entusiasmante. Per poter realmente comprendere il suo pensiero, ho dovuto metterlo in pratica nel momento stesso in cui scorrevo la lettura dei suoi libri.
È stato sorprendente quando ho compreso che dovevo mettere da parte la mia vorace voglia di una conclusione satura, per poter accedere realmente all’ignoto e al dubbio come elementi essenziali per una reale conoscenza (K) ed una trasformazione di essa in esperienza (O). Ho quindi provato sulla mia pelle (quella psichica) la sgradevole sensazione di un’angoscia nata dalla scomposizione dei mie costrutti, per crearne di nuovi e più maturi: trovare, nel suo pensiero, delle risposte a dei problemi che paradossalmente erano sorti dal suo studio.
La paralisi del sonno è un disturbo nel quale il soggetto si presenta come cosciente ma non ha la possibilità di avere una buona presa sul proprio corpo che viene avvertito come immobile; tutto questo avviene nei momenti che precedono l’addormentamento o in quelli successivi al risveglio ed è spesso accompagnato a difficoltà respiratorie. Lo stato di angoscia che può percepire la persona coinvolta è correlata direttamente alla sensazione di impotenza. Da un punto di vista medico la Sleep paralysis è data dal malfunzionamento di un meccanismo biologico. Nella norma, quando ci addormentiamo ed in particolare nella fase REM, i nostri occhi si muovono ma il corpo resta immobile. Il punto è che, nel caso della sleep paralysis, il risveglio non coincide con la fase in cui i muscoli riprendono tono.
La condizione di chi è temporaneamente paralizzato ricorda quella del Locked-in, ovvero il soggetto è perfettamente lucido e cosciente ma un problema cerebrale rende il corpo insensibile.
Da questa affermazione, ormai divenuta una delle frasi più celebri di Freud, la psicoanalisi svilupperà una visione intrapsichica della mente e del sogno.
Sono cattivo perchè sono disperato. Non sono forse schivato e odiato da tutti gli uomini? Tu, il mio creatore, mi faresti a pezzi e ne esulteresti; pensa a questo e dimmi: perchè dovrei mostrare pietà per l’uomo più di quanta lui non ne mostri per me? (…)
Un giorno che ero oppresso dal freddo, trovai un fuoco lasciato acceso da alcuni vagabondi, e mi sentii invadere di gioia al calore che da esso proveniva. Nel mio giubilo, infilai la mano fra le ceneri ardenti, ma subito la ritrassi con un grido di dolore. Strano, pensai, che la stessa causa potesse provocare effetti così opposti (…)
Ah, fossi rimasto per sempre nel mio bosco, ignorante e senza altre sensazioni che non fossero fame, sete e caldo! La conoscenza ha una ben strana natura! Aderisce alla mente, dopo averla conquistata, come un lichene sulla roccia. Qualche volta provavo il desiderio di scrollarmi di dosso ogni pensiero e sentimento; ma imparai che c’è solo un modo per superare la sensazione di dolore, ed è la morte, uno stato che temevo senza comprenderlo (…)
“A lungo andare, è sembrata sul punto di cedere al sonno, ma con uno sforzo si è riscossa. Lo stesso è accaduto a più riprese, ogni volta con maggior fatica da parte sua e a intervalli via via brevi. Era chiaro che non voleva dormire, e ne ho approfittato per abbordare senz’altro l’argomento. “Non volete dormire?” “No, ho paura.” “Paura di dormire! E perché mai? Il sonno è un bene al quale tutti agognamo.” “Ah, non quando si è nella mia situazione, quando il sonno è foriero di orrori.” “Foriero di orrori! Ma che cosa state dicendo?” “Non lo so, non lo so! Ed è proprio questo lo spaventoso! Questa debolezza sopravviene durante il sonno, e al solo pensiero inorridisco.” […] E, pronunciata appena la parola, eccola far udire un gran sospiro di sollievo e sprofondare nel sonno. Tutta la notte sono rimasto a vegliare. Non si è mossa neppure un istante, ma ha continuato a dormire e a dormire di un sonno profondo, tranquillo, foriero di vita e di salute. Le labbra erano semiaperte, il seno si alzava e si abbassava con la regolarità di un pendolo. E un sorriso le aleggiava sul volto, rendendo manifesto che nessun brutto sogno era venuto a turbare la pace del suo spirito […]”
Con un gran frullo d’ali dal campo, spaventati, i passerotti in frotta al nido son rivolati.
Raccontano ora al nonno la terribile avventura: “C’era un uomo! Ci ha fatto una bella paura.
Peccato per quei chicchi sepolti appena ieri. Ma con quell’uomo… Ah, nonno, scappavi anche tu, se c’eri.
Grande grande, grosso grosso, un cappellaccio in testa, stava li certamente per farci la festa…”. “E che faceva?”. “Niente. Che mai doveva fare? Con quelle braccia larghe era brutto da guardare!”.
“Non lavorava?”. “O via, te l’abbiamo già detto. Stava ritto tra i solchi con aria di dispetto…”.
“Uno spaventapasseri, ecco cos’era, allora! Non sapevate che non è un uomo chi non lavora?”.
Un potente stregone, con l’intento di distruggere un regno, versò una pozione magica nel pozzo dove bevevano tutti i sudditi. Chiunque avesse toccato quell’acqua, sarebbe diventato matto.
Il mattino seguente l’intera popolazione andò al pozzo per bere. Tutti impazzirono, tranne il re, che possedeva un pozzo privato per sé e per la famiglia, al quale lo stregone non era riuscito ad arrivare. Preoccupato, il sovrano tentò di esercitare la propria autorità sulla popolazione, promulgando una serie di leggi per la sicurezza e la salute pubblica. I poliziotti e gli ispettori, che avevano bevuto l’acqua avvelenata, trovarono assurde le decisioni reali e decisero di non rispettarle.
Quando gli abitanti del regno appresero il testo del decreto, si convinsero che il sovrano fosse impazzito, e che pertanto ordinasse cose prive di senso. Urlando si recarono al castello chiedendo l’abdicazione. Disperato, il re si dichiarò pronto a lasciare il trono, ma la regina glielo impedì, suggerendogli: – Andiamo alla fonte, e beviamo quell’acqua. In tal modo saremo uguali a loro -. E così fecero: il re e la regina bevvero l’acqua della follia e presero immediatamente a dire cose prive di senso. Nel frattempo, i sudditi si pentirono: adesso che il re dimostrava tanta saggezza, perché non consentirgli di continuare a governare?
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