Mese: Ottobre 2015

La cefalea psicosomatica. La logica che uccide

Narra Esiodo: “ (…)dopo aver detronizzato Cronos, Zeus si unì a Metis, la Prudenza, figlia di Oceano e della titanide Thetys. La storia della tormentata successione regale sembrava dovesse ripetersi anche con Zeus, Urano e Gea fecero sapere a Zeus che dopo avergli dato una figlia, Metis avrebbe messo al mondo un figlio più forte del padre destinato a spodestarlo. Zeus allora, memore delle esperienze passate ingoiò Metis, che divenne un tuttuno con corpo di Zeus, prendendo posto nel capo; al momento del parto Zeus avvertì un forte mal di testa e chiese ad Hefèsto, il fabbro divino di spaccargli la fronte. Dalla grande ferita venne fuori una dea, armata di tutto punto, con l’elmo, la corazza, lo scudo e la lancia; era nata Pallade Atena che subito urlò un grido di vittoria e si mise a ballare una danza guerriera.(…)”

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Il Vaginismo. Le margherite si schiudono con il sole

Un giorno, da grande, mi sono scoperta ad osservare affascinata le margherite mentre, lentamente, si chiudevano sempre più su loro stesse, quasi fino a tornare alla forma di bocciolo, accompagnando la discesa del sole al tramonto. Fin da piccola ricordo che mi è stato insegnato che le margherite, così come i girasoli ed altri meravigliosi quanto delicati fiori, seguono il ciclo del sole, schiudendosi e chiudendosi quotidianamente.

Ho voluto iniziare questo articolo descrivendo un fenomeno a cui tutti noi siamo abituati fin da sempre per introdurre il tema delicato (come un fiore) della patologia sessuale femminile del vaginismo.

Il vaginismo è medicalmente descritto nei manuali come una contrazione involontaria del muscolo esterno della vagina che impedisce quindi la penetrazione. 

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Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata
Abbuffate di Emotività

In questa sede abbiamo più volte affrontato il tema della nutrizione e delle implicazioni personali e sociali associate a tale pratica vitale. Il cibo è banalmente ciò che ci mantiene in vita, ma al contempo rappresenta significati che sono strettamente legati, in maniera differente per ognuno di noi, ad un insieme di emozioni precise e ambivalenti (per un approfondimento si rimanda all’articolo Dipendenza da cibo – Il legame tra nutrimento ed emozione  della rivista del mese di Febbraio 2015). Può essere una gratificazione o una punizione, una scusa per interagire, una scelta attraverso cui esprimere il proprio modo di essere, una difficile dipendenza da cui uscire, un piacevole conforto, un nemico da combattere..

l cibo rappresenta il pensiero ossessivo di chi mette in atto comportamenti disfunzionali nel tentativo di distruggerequell’idea di “nemico/amico”, rischiando invece solo di annientare se stesso.  È il caso dei disturbi del comportamento alimentare.

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Lo sviluppo infantile. Le fondamenta della nostra mente

È ormai fuori discussione l’importanza dei primi anni di vita per lo sviluppo sano o patologico dell’individuo. Ciò che avviene in questa delicatissima fase è come se venisse registrato, utilizzato come base, come fondamenta della propria personalità. Tutto ciò risulta molto chiaro quando ci troviamo di fronte a evidenti casi di maltrattamenti o trascuratezza. Penso che ognuno di noi, senza necessariamente possedere particolari conoscenze in psicologia, possa comprendere quanto può incidere negativamente sullo sviluppo, un abuso subito durante l’infanzia. La vulnerabilità fisica e psicologica del bambino, a differenza di un adulto, lo pongono in una situazione di impotenza che minerà la propria percezione di poter esercitare del controllo su sé stessi e sulla propria realtà. Ciò che risulta essere il problema principale è che, subire maltrattamenti o abusi in questa fase dello sviluppo, va ad interferire con quei normali processi relazionali all’interno dei quali il bambino si dovrebbe sperimentare e che dovrebbero funzionare da base per il suo sviluppo mentale.

Sigmund Freud individuò nelle esperienze traumatiche infantili, in particolare le seduzioni sessuali, i fattori di genesi dell’isteria (per un approfondimento si può consultare l’articolo L’isteria – Psicopatologia dei sessi nella rivista del mese di Aprile 2015). Evidenziò quindi l’importanza di quanto avviene di traumatico nelle prime fasi dello sviluppo.

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Le libere associazioni. Immagini e pensieri senza controllo

Ogni individuo è inseparabile, occupa materialmente un certo spazio, è riconoscibile per certe caratteristiche esclusivamente sue, ossia è uno e unico! Sappiamo e ci percepiamo come un tutt’uno, ma riflettendoci un attimo, è così semplice pensare ad un’immagine unitaria di noi stessi? Ad esempio, siamo in grado di distinguere il nostro corpo dalla nostra mente, ma per quanto riguarda quest’ultima, non siamo in grado di farci un idea coerente. Persino di noi stessi come protagonisti della nostra storia, non riusciamo a darci una costruzione sufficientemente unitaria, perché mancano dei pezzi: l’amnesia infantile, ad esempio, ma anche tutte le amnesie seguenti. Utilizziamo i nostri strumenti psichici, ma non sappiamo sempre darci la spiegazione di come funzionino. Tutto ciò per dire che ognuno di noi necessita di concepirsi come un tutt’uno perché altrimenti si troverebbe in una situazione di grave smarrimento.

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Il padre. Un’identità evaporata in questo nostro tempo

Un figlio, un padre. Quel figlio si rivolge al padre chiamandolo ripetutamente per nome, proprio come stesse parlando ad un amico, e lo fa lasciando intendere che quella che io vedo compiersi sotto i miei occhi, sia in realtà una consuetudine ormai consolidata nel loro rapporto. Il ragazzo non tradisce alcun ipotetico o voluto tono giocoso del momento a spiegazione di quella che io, dall’esterno, reputo un’attitudine piuttosto insolita.
E mi viene in mente che in un tempo decisamente lontanissimo dal nostro, quello stesso figlio si sarebbe rivolto al proprio padre dandogli del “Voi”, senza dubbio in nome di un timore reverenziale in cui il rispetto verso il proprio genitore era tutto intriso di paura e che in fondo la diceva lunga su quanto distanti si fosse allora dalla possibilità di creare una qualche forma di intimità relazionale anche solo accennata, cosa che normalmente finiva invece col cedere il passo ad algide e formali comunicazioni.

Di certo, quello appena tracciato è un esempio che svela usanze e tendenze fortunatamente ormai del tutto scomparse ed in cui, in un’epoca di assoluta estremizzazione della norma, la facoltà di decidere della vita così come della morte dei suoi discendenti, era un’esclusiva riservata al vecchio padre di famiglia. Ma ci si potrebbe domandare: In un’era come la nostra dominata invece da una cultura che esalta l’edonismo più sfrenato, che fine ha fatto la legge del padre? Quella a cui fa riferimento Massimo Recalcati è però l’unica legge imperversante nel tempo edipico (per un approfondimento si rimanda all’articolo Il complesso di Edipo – All’alba della legge del padre sulla rivista di Settembre 2015).

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L’insonnia. Un occhio ardente che ossessivamente osserva

Il sonno, in molte tradizioni, viene paragonato ad una “piccola morte”, dove l’anima, o lo spirito, si separa dal corpo e visita scenari ultraterreni, onirici. Questa idea del sonno, concepita inconsciamente tuttora, ci permette di comprendere, a livello fantasmatico, cosa rappresenti dormire: rinnovamento, morire per rinascere ogni notte, esattamente come il sole, ossia la nostra coscienza.

Il sonno ha la funzione di rigenerare il corpo e la mente, anche attraverso l’utilizzo del sogno che svolge il ruolo di risolutore di problemi, siano essi concreti, emotivi o traumatici.

Tutto questo è possibile soltanto grazie alla messa da parte dell’Io e della coscienza, che cede la propria vigilanza all’inconscio: è un’affidarsi al proprio ignoto, una sana curiosità di osservarsi e di tollerare i propri demoni interni e conversare con i mostri sotto il letto.

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Il Narcisismo. L’arresto della capacità di amare

Narra il mito che Narciso fosse un giovane di bellezza tanto dolce e raffinata che tutte le persone lo rimiravano e si innamoravano di lui, fossero esse uomini o donne. Ma Narciso rifuggiva ogni attenzione amorosa, fino a che un giorno non incontrò e si innamorò della propria immagine riflessa in uno stagno e, non consapevole di avere di fronte se stesso, anelando un abbraccio dalla sua stessa immagine, si tuffò e morì annegato.

L’eredità del mito ha fatto sì che secondo il senso comune il narcisista sia appunto una persona innamorata di sé, autocentrata, persino egoista. Ancor di più, i teorici contemporanei hanno azzardato definendo il periodo storico che stiamo vivendo, in particolar modo nella nostra civiltà occidentale, l’ “era del narcisismo”. La ricerca del successo a tutti i costi (per un approfondimento si rimanda all’articolo “Vado al massimo – Il narcisismo dei nostri tempi” sulla rivista di Febbraio 2015), l’individualismo, l’agguerrita competizione in campo lavorativo, la profonda crisi economica (e dei valori) … fanno sì che l’individuo si focalizzi eccessivamente sul presente perdendo coscienza storica e progettualità futura nel lungo termine.

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Il ruolo del gioco nello sviluppo
da 0 a 99 anni

Da anni collaboro con un servizio scolastico, lavorando insieme ai bambini. Insieme, non con.

Dirò una cosa banale, ben chiara soprattutto ai genitori o ai professionisti dello sviluppo, nell’affermare che ogni bambino è un ottimo insegnante e un attento genitore. Un bambino ci fa sentire amati e importanti, scopre quando diciamo una bugia, ci fa rispettare quelle regole che in precedenza abbiamo dato, ci permette di cambiare prospettiva mostrandoci le cose attraverso i suoi occhi e di entrare in contatto con le sue emozioni, di viverle e di riviverne di nostre ormai dimenticate.

Un privilegio del mio lavoro è la possibilità di giocare quotidianamente insieme ai bambini: attraverso i nostri giochi, possiamo, insieme, posizionare mattoncino LEGO su mattoncino LEGO, costruendo simultaneamente i muri delle nostre identità.

Giocare è stimolante, utile, divertente e ci permette di sognare e raccontare delle favole che parlano di noi.

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