Incedere tra le separazioni
Nuovi luoghi per trovarsi

 Prima di mettersi in cammino si allacciano le scarpe, capita poi che lungo il tragitto ci siano dei nodi più resistenti e alcuni invece troppo lenti. Per poter continuare il viaggio spesso siamo portati a riannodare i lacci, con la speranza che almeno per quel tragitto reggano, a volte succede, a volte si slacciano nuovamente. Questi nodi metaforicamente possono considerarsi alla stregua di tutti quei legami che nel corso della vita si intessono, alcuni durano il tempo di qualche passo, altri il tempo di una maratona. Ciò che però risulta imprescindibile è il bisogno di ciascuno di noi di riannodare quei due lembi di stoffa per prevenire l’inciampo e per continuare nel nostro percorso.

 Ogni giorno ciascuno di noi si confronta con il tema della separazione che vede quei due lacci divisi, dopo un pezzo di strada insieme. Ci si separa dai genitori, dagli amici, dai partner, ma anche dai colleghi o dal cassiere al supermercato. Il terapeuta e il paziente si separano tra una seduta e l’altra, come per la pausa estiva o per la chiusura di un percorso.

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La mentalizzazione
Un dispositivo che aiuta il corpo a pensarsi

Spesso si parla dei disturbi psicosomatici come esito di un mancato dialogo tra il corpo e la mente.  Ma cosa permette questo dialogo? E soprattutto come riesce il corpo a pensarsi?

Tale competenza sembra affondare le sue radici in un processo esordiente della nostra vita, che chiama in causa le figure primarie, il rispecchiamento.

Nel momento in cui il bambino “scopre se stesso negli occhi della madre”, questo diviene consapevole dei suoi stati emotivi, riflessi e pensati dall’Altro. In questo modo il bambino sviluppa quella capacità, denominata mentalizzazione, che consente di comprendere le intenzioni e il pensiero sottostanti il comportamento proprio e altrui. Questo costrutto sembra essere direttamente chiamato in causa nella comprensione dei segnali sprigionati dal corpo.

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Metamorfosi identitarie
Sui cambiamenti nella dialettica tra identità e alterità

L’individuo odierno è tristemente preso da sé.

Lo spiega bene Byung-Chul Han in “L’espulsione dell’Altro” (2017).

Avendo l’illusione di essere libero e di essere padrone del proprio tempo, l’uomo si auto-sfrutta fino all’ultima frazione di secondo. Uno spietato investimento di tempo ed energie, compiuto per una causa più che valida: l’autorealizzazione di se stessi.

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Da Lombroso “all’ombroso”
Uomini come “strutture organizzate”per il male

“ La società prepara il crimine; il criminale lo commette.” (Henry Thomas Buckle)

Cesare Lombroso, pseudonimo di Marco Ezechia Lombroso (Verona 1835 – Torino 1909) è stato un medico, antropologo, sociologo, filosofo e giurista italiano, riconosciuto come padre ed ispiratore di ciò che sarebbe stata la moderna criminologia. L’aspetto storico della figura di Lombroso resta sicuramente come una sorta di totem, uno studioso imprescindibile nello studio dei tratti atipici dell’uomo, tanto da rendere quest’ultimo “criminale”.  

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I disturbi alimentari
Uno scudo per le relazioni 

Lo psicoanalista britannico Donald Winnicott riteneva che alla base dei disturbi alimentari ci fosse una sofferenza psichica legata ad un vuoto generato dal non sentirsi amati altresì dal dubbio che si forma dall’incostanza genitoriale e dalla possibilità di accedere all’oggetto d’amore; fenomeno intrapsichico riconducibile alle prime esperienze relazionali, ovvero le primordiali relazioni d’affetto le quali vengono interiorizzate ed estese lungo il percorso di vita. Dunque il senso di ambiguità può essere riscontrato nelle relazioni intime. 

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Quali memorie per testimoniare?
La Pisocoanalisi tra narrazione e trauma

“Il cibo dei morti per i vivi” – David Olère 1945

Questo dipinto è un disegno postumo dell’artista che ricorda la sua drammatica esperienza come membro del Sonderkommandodal (2 marzo 1943) fino alla liberazione nel 6 maggio 1945. Il Sonderkommandoera era un gruppo di deportati scelti, soprattutto ebrei, che collaboravano con le autorità del campo. Qui il cibo che rappresenta l’unico nutrimento e fonte di sopravvivenza, ogni altro bisogno che richiamasse la dimensione umana fu negato.

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Confini
Pensare, sentire, essere

Freud costruisce le fondamenta della psicoanalisi sviluppando la teoria secondo la quale la psiche è costituita da regioni (inconscio, preconscio, coscienza) ed istanze psichiche interne (Es, Io, Super-Io). Una scienza dei confini elaborata da Freud e ripresa da Matte Blanco, psichiatra e psicoanalista cileno il quale, attraverso il saggio “l’inconscio come insieme infiniti”, arricchisce il pensiero freudiano attraverso un percorso originale di definizione ed esplorazione delle regole peculiari che governano l’inconscio.

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Analisi logica delle fantasie sessuali
Tradurre l’eccitazione tra inibizione, conflitto e desiderio

“In ogni incontro erotico c’è un personaggio invisibile e sempre attivo:  l’immaginazione”. Octavio Paz

Qui non siamo alla ricerca di soggetto, predicato e complemento oggetto e neanche pretendiamo di insegnare un nuovo lessico amoroso. La saggezza popolare ed il sentire comune sembrano però suggerire come l’eccitazione sessuale, pur non essendo propriamente misurabile o quantificabile, debba mantenersi ad un certo “livello di sicurezza”.

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Le lettere della psicoanalisi
“A” come carattere anale

Al S.A.O.F. con amore

“My Old Bucket” di Curt Simpson

Quanto segue è stato ripreso liberamente dallo scritto di Fachinelli “Il bambino dalle uova d’oro” (2010).

Scrive Freud in “Carattere ed erotismo anale” (1908): “Fra le persone, alle quali si cerca di recare aiuto con i procedimenti della psicoanalisi, si presenta abbastanza spesso un tipo che presenta una coincidenza di determinate qualità di carattere, mentre si rimane colpiti dal comportamento, nell’infanzia di questi soggetti, di una certa funzione corporea e dell’organo che vi è interessato (…)

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La psicoterapia
Un mondo di paradossi

in psicologia, il flusso (in inglese flow), o esperienza ottimale, è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività; una condizione caratterizzata da un totale coinvolgimento dell’individuo. L’individuo è attivo e partecipe del processo stesso in cui è immerso e che lo conduce verso la possibilità di trasformazione.

“Per quanto ci sentiamo esperti, le nostre conoscenze su come allevare i bambini di qualsiasi età sono davvero molto scarse. Iniziamo solo ora a sapere di non sapere – e questo è già qualcosa”. (Bion, 1975)

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