“A volte un sigaro è solo un sigaro, ma qualche volta è qualcos’altro” 

affermava Sigmund Freud, padre della psicoanalisi.



Questa espressione permise a Freud di sottolineare come, talvolta, un oggetto reale rappresenti il simbolo di vissuti interni e dinamiche inconsce.

In realtà, il sigaro era per Sigmund un piacevole vizio che lo accompagnava nella vita di tutti i giorni e da cui traeva, secondo necessità, sicurezza e serenità per affrontare dubbi ed incertezze sullo studio della psiche, non solo nell’ambiente accademico e clinico, ma anche nella vita quotidiana.

Chi siamo

IL SIGARO DI FREUD nasce dall’idea di un gruppo di psicologi, di accompagnare i lettori verso una genuina conoscenza della psicologia, raccontando, con onestà intellettuale ed un linguaggio fruibile, spaccati di vita quotidiana, facendo chiarezza su alcuni temi ambigui, sollevando sempre una riflessione critica sul lettore interessato e attento.

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Depressione e aminoacidi
Una nuova possibilità di cura?

di Valeria Colasanti

Spesso grandi scoperte scientifiche sono arrivate per caso, sulla strada intrapresa per studiare elementi
naturali o meccanismi biologici e chimici diversi. Come nel 1928, quando Sir Alexander Fleming, professore di batteriologia, si rese conto che su una piastra dove aveva messo in coltura colonie di Staphylococcus aureus, i batteri non crescevano attorno alla muffa che vi si era creata sopra. Si trattava della muffa di Penicillium notatum, e Fleming comprese che era in grado di inibire la crescita batterica. Così iniziò la storia dei moderni antibiotici. O come quando, nel 1956, il dispositivo per registrare il ritmo cardiaco dell’ingegnere statunitense Wilson Greatbatch si trasformò, per un transistor sbagliato, in un macchinario in grado di creare pulsazioni equivalenti a quelle del battito del cuore umano. Ovvero nel primo pacemaker della storia per controllare le aritmie cardiache.
Forse è accaduto di nuovo, ai ricercatori del Wertheim UF Scripps Institute for Biomedical Innovation &
Technology, in Florida, i quali hanno condotto uno studio sul ruolo del recettore GPR158 nel funzionamento delle cellule cerebrali.

La Regina Carlotta
L’amore che supera la follia

di Emanuela Gamba

Una serie tv da record.

In poche settimane ha raggiunto la vetta della classifica dei prodotti più visti al mondo sulla piattaforma Netflix. La Regina Carlotta – Una storia di Bridgerton, prodotta da Shonda Rhimes e liberamente ispirata alle vicende della monarchia inglese di fine ‘700, racconta in sei puntate l’ascesa della regina Carlotta a fianco di Re Giorgio III e la nascita di un intenso legame d’amore oltre i confini della follia.

L’universo televisivo Bridgerton, tratto dai romanzi di Julia Quinn, ci aveva abituati a dichiarazioni d’amore appassionate, intrighi e attrazioni fatali, ma lo spin-off  sulla vita dei reali apre le porte alla sensibilità e al rispetto nelle relazioni, mostra il lato autentico dell’umanità sotto la corona e include la sofferenza psicologica e gli effetti nella coppia delle fragilità della malattia mentale.  

Sulla riabilitazione psichiatrica
Lo sviluppo della persona

di Ilaria Pellegrini

Un disturbo psichico o mentale è una condizione patologica che colpisce in modo disadattativo la sfera comportamentale, relazionale, cognitiva oppure affettiva di una persona. 

Il disturbo mentale rende problematica l’integrazione socio-lavorativa e causa una sofferenza personale all’individuo colpito.

La riabilitazione psichiatrica ha come obiettivo principale la “guarigione sociale” della persona con disabilità psichiatrica in un contesto multidisciplinare e multiprofessionale. L’intervento psichiatrico aiuta la persona nella gestione dei sintomi, a rimuovere le barriere interpersonali ed ambientali, a recuperare le capacità utili a vivere indipendentemente, a socializzare e a gestire efficacemente la vita quotidiana puntando su riorganizzazione e potenziamento delle capacità residue. Il metodo di lavoro prevede di stabilire degli obiettivi, partendo dalle scelte della persona rispetto all’ambiente dove vorrebbe vivere, lavorare, studiare e socializzare entro un determinato periodo di tempo. 

“Come fosse un sogno, neanche mio…”
Esperienze di derealizzazione-depersonalizzazione

di Gianluca Rossini

“La realtà
È correre nel vento
Nella gara di nessun traguardo
Nell’amore che sventola nel porto
La realtà non può essere altro”

E. Bennato – “La realtà non può essere questa” (2020)

In questa sua canzone Edoardo Bennato traduceva il senso della limitazione dettata dalla pandemia, dalle quarantene, dai divieti imposti per un senso di sicurezza collettiva, descrivendo una realtà apparentemente persa, sottratta, fatta di quotidiani gesti di condivisione, semplici ma vissuti in uno spazio aperto e libero. La canzone si intitola  “La realtà non può essere questa”, come fosse una rassicurazione, un tentativo di ripetere e ripetersi le certezze di esperienze vissute come reali, concrete e che non possono essere sostituite.

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