Il Disturbo Evitante di Personalità
Un semplice “asociale”?

Undici Gennaio. È da poco iniziato l’anno nuovo che, come i precedenti, con la festività dell’epifania ha posto fine al periodo delle vacanze natalizie. Chi è riuscito ad avere dei giorni di ferie ne avrà senz’altro approfittato per passare un po’ di tempo in famiglia e con gli amici. Nei normali giorni lavorativi può risultare difficile concedersi sane frequentazioni amichevoli e perciò in questo periodo molti ne approfittano per ritrovare un po’ di vita sociale. Giocate a carte, cinema, brindisi, amici, parenti.

Tanti stimoli che non tutti in realtà riescono a tollerare.

Mi riferisco alle persone che presentano un Disturbo Evitante di Personalità, per le quali le occasioni di contatto sociale rappresentano più un pericolo che una gioia.

Continua a leggere

“Star Wars: Il risveglio della Forza”
Il cinema e l’eredità del mito, tra eroi, spade laser e archetipi junghiani

Star Wars the force awakens – 2015 Lucasfilm, Bad Robot Productions Distribuzione Walt Disney Studios
Image courtesy of Walt Disney Distribution

“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…” è questo l’incipit di ogni episodio della saga di Star Wars, il cui settimo capitolo “Il risveglio della Forza”, è uscito nelle sale italiane lo scorso dicembre. Sono passati trent’anni dalla battaglia di Endor e dalla distruzione della seconda Morte Nera, e l’eroe della saga, Luke Skywalker, è scomparso.

Continua a leggere

Oncologia e sessualità femminile
Scoperchiare il vaso di Pandora

Waterhouse John William “Pandora” (1986)

Sono passati solo due anni da quando ho cominciato a lavorare con pazienti oncologici e ricordo molto bene che la prima volta ero molto preoccupato: avrei dovuto vedere una donna che aveva avuto un linfoma ed aveva appena terminato i cicli di chemioterapia. La domanda che mi continuava ad angosciare era “cosa mai potrò fare io per fornire un sostegno a questa persona?”. La domanda potrebbe essere valida per qualsiasi tipo di paziente, ma quando ti trovi di fronte a questo tipo di male ti senti realmente impotente. Sbagliavo. Non soltanto perché ero concentrato sul fatto che avrei dovuto fare o dire qualcosa che avrebbe fatto stare meglio l’altro, delirio di onnipotenza narcisistico dello psicologo alle prime armi, quanto per le aspettative che mi ero creato su ciò che avrebbe voluto la paziente dai nostri incontri. Quello che mi stupì fu che durante le sedute, la paziente parlava della malattia solo in parte, per il resto del tempo mi spiegava le sue preoccupazioni per la figlia che non voleva andare all’università, per il padre anziano con cui aveva rapporti conflittuali, per il marito che non la guardava più come una volta e soprattutto perché dopo la malattia non si sentiva più donna. Per me non era così ovvio che la malattia e queste problematiche fossero collegate. Ingenuamente mi domandavo come fosse possibile che questa signora, dopo aver rischiato la sua vita, subìto un intervento, passato mesi in ospedale e che si presentava con un foulard in testa per nascondere la caduta dei capelli e una mascherina sulla bocca per evitare il contagio di malattie viste le difese immunitarie basse, si preoccupasse di altro che non fosse la sua salute. Sbagliavo ancora.

Continua a leggere

Relazioni terapeutiche. Riflessioni su un caso di buona separazione

Mi ero domandata più volte come sarebbe stato, provando a immaginare cosa e come lo avremmo vissuto tanto io quanto loro; un complesso di pensieri sottesi che divenne via via sempre più tangibile man mano che il momento della separazione dai miei pazienti si approssimava. Tutta una serie d’importanti accadimenti mi aveva portato ad interrogarmi nel profondo sull’opportunità o meno di continuare a seguirli in quel contesto, viste le non poche difficoltà logistiche e, in special modo, tutto ciò che da quelle era derivato. Fintanto che, un giorno di non molto tempo fa, a malincuore ma al contempo anche come “sollevata” dall’aver fatto finalmente chiarezza, mi accorsi di avere maturato la decisione di terminare, e di lasciare che i miei pazienti fossero così riassegnati e seguiti dai miei validi colleghi, geograficamente più vicini. Chiaramente, prima d’ora non avevo mai sperimentato su di me l’esperienza del distacco dai miei pazienti, e nonostante nei mesi precedenti mi fossi in qualche modo “allenata” psichicamente per quell’accadimento venturo, nei fatti, poi, la cosa si rivelò assai diversa da come me l’ero figurata, stupendomi positivamente.  E’ il giorno del nostro congedo e la mia paziente, una volta occupato comodamente il suo posto, con un sorriso velatamente malinconico mi confida di avermi portato un piccolo pensiero: in un attimo prende da sotto al tavolo una busta a tema natalizio – di cui evidentemente, al momento di accoglierla, non mi ero affatto accorta – e da lì estrae una bottiglia di olio purissimo, ricavato dai rigogliosi alberi d’ulivo della sua campagna.

Continua a leggere

L’attacco di panico. Il terrore nel divenire

Ognuno di noi, ogni essere umano, nell’arco della propria vita percorre determinate tappe, importanti per il proprio sviluppo. In un ottica culturale cristiana, il battesimo rappresenta allora la nascita nella società, la comunione rappresenta una nuova nascita, come individuo attivo, delineando il termine della “prima infanzia” e la cresima rappresenta la fine dell’infanzia verso l’adolescenza (in passato corrispondeva al passaggio nell’età adulta), il matrimonio rappresenta il passaggio dalla propria famiglia d’origine verso una famiglia costituita (e molto probabilmente le lacrime perse dai genitori durante questo rito sono anche di tristezza rispetto alla perdita del proprio\a figlio\a); e così, proseguendo, il battesimo del primo figlio rappresenta, per il genitore, la testimonianza alla società (e quindi a Dio) di essere madre\padre. Infine, l’estrema unzione, simboleggia il tentativo, della società, di arginare le angosce di morte della persona deceduta. 
Ci verrebbe da credere che la religione cristiana sia troppo rigida, piena di ritualità insensate, che non permette all’essere umano di esprimersi.

Continua a leggere

Il Gender. Questo frainteso

Mi preme fare una breve premessa a questo articolo, che tratta una questione spinosa, dibattuta ed attualissima. Le considerazioni che seguono sono frutto certamente dello studio e dell’approfondimento dal punto di vista teorico e scientifico, ma ancor prima di una riflessione autentica sulla libertà dell’essere umano, che dovrebbe essere (a mio parere) scevra dai condizionamenti di correnti di pensiero che si arrogano il diritto di dare una definizione rigida e bidimensionale a ciò che continuamente si muove, evolve e cambia.

La genetica è una scienza ansiosa che vorrebbe una definizione limpida ed univoca per tutti. Ci dota infatti del cosiddetto sesso biologico, che definisce la nostra identità sessuale, ovvero genitali esterni, gonadi, quadro ormonale e caratteri sessuali secondari (che si svilupperanno durante la pubertà), in maniera dicotomica: o sei A o sei B. Cromosomi XX definiscono il femminile, cromosomi XY definiscono il maschile.

Continua a leggere

La Regolazione delle Emozioni
Il regalo poco gradito

Le principali abilità emotive necessarie per interagire e relazionarsi socialmente sono tre: il riconoscimento, l’espressione e la regolazione delle emozioni.

Il riconoscimento delle emozioni, indica la capacità di etichettare e attribuire ad altri il vissuto di sensazioni emotive; esprimere un’emozione permette, invece, di trasmette un messaggio emotivo proprio in una modalità socialmente condivisa e accettabile (Si rimanda all’articolo Alessitimia- quando il corpo mette in scena le emozioni della rivista del mese di Dicembre 2014, per chi fosse interessato alle difficoltà associate a tali competenze).

coping, emozioni, natale, psicologia, regalo, regolazione delle emozioni

Continua a leggere

Lo psicologo a scuola. Una risorsa fondamentale per un intervento tempestivo in adolescenza

Cosa succede quando in una scuola arriva uno psicologo?

Come viene accolto? O forse prima bisogna chiedersi…viene accolto? La sua presenza sarà considerata come un possibile valore aggiunto? Oppure come un corpo estraneo infiltrato nel sistema scolastico da tenere a bada?

Non è più così raro che gli studenti, all’interno dell’ambiente scolastico, possano fare una “chiacchierata” con uno psicologo oppure che, invece di fare lezione, partecipino ad un incontro con degli specialisti per parlare delle problematiche tipiche della loro età.

Queste attività vengono organizzate e promosse dai C.I.C., Centri di Informazione e Consulenza, che all’interno delle scuole si occupano di promuovere il benessere psicologico dei ragazzi. Ma come?

Continua a leggere

Formazione dell’Identità. Un processo senza Fine

        “  Nasciamo stranieri al mondo, in un mondo che ci è estraneo.”

                                              (Rossella Pozzi)

È così che comincia la nostra avventura, che procede lungo un percorso di appropriazione e investimento del proprio essere e del proprio divenire nel mondo. L’identità umana, concetto apparentemente semplice, ma non unitario in psicologia, secondo l’ottica psicoanalitica è riconducibile ad un lavoro senza fine di formazione, costruzione e ricostruzione del proprio Sé. Durante il corso della nostra vita veniamo sottoposti a turbolenze emotive in seguito all’incontro con l’altro e il Sé si trasforma in continuazione attraverso una sintesi personale e non ripetibile di fattori psicofisici, sociali e storici. Ma quali sono le tappe cruciali della vita attraverso le quali il Sé prende forma?

Continua a leggere

“Quel fantastico peggior anno della mia vita”

L’adolescenza: un duello epico tra la vita e la morte psichica

Me & Earl & the Dying Girl – 2015 Indian Paintbrush, distribuzione 20th Century Fox
Image courtesy of 20th Century Fox

Greg ha un sogno. Passare inosservato e indenne attraverso gli anni del liceo. Al college non vuole andare, perché lì dovrebbe difendersi dalle prese in giro dei compagni di corso per ventiquattr’ore al giorno e non reggerebbe lo stress. Galleggia sulla superficie delle cose, senza stringere veri rapporti con nessuno. Anche il suo migliore amico, Earl, Greg lo definisce un collega, perché condivide con lui la passione per il cinema d’essai, a cui fanno il verso nelle loro parodie cinematografiche. Ma poi Greg frequenta Rachel. È sua madre a costringerlo a farlo, perché Rachel ha il cancro, una forma acuta di leucemia. È per questo che il ragazzo inizia ad andare a casa sua ogni pomeriggio. E continuerà a farlo per un anno intero. Un anno in cui Greg sarà costretto ad entrare in rapporto con Rachel, e con se stesso. Il confronto tra la sua vita, ancora da cominciare, e quella della ragazza, che potrebbe dover finire, lo costringono a prendere una decisione, una direzione e ad esistere una volta per tutte.

Continua a leggere

Contattaci

Newsletter


Seguici


I contenuti presenti sul blog "ilsigarodifreud.com" dei quali sono autori i proprietari del sito non possono essere copiati,riprodotti,pubblicati o redistribuiti perché appartenenti agli autori stessi.  E’ vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.  E’ vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dagli autori.


Copyright © 2010 - 2022 ilsigarodifreud.it by Giulia Radi. All rights reserved - Privacy Policy - Design by Cali Agency