La paura di restare soli. Sul vero senso della noia

La noia non è altro che il desiderio puro

della felicità non  soddisfatto dal piacere,

e non offeso apertamente dal dispiacere. 
Soltanto gli esseri intelligenti provano noia.

Giacomo Leopardi 

Come ognuno di noi “racconta” la noia? Possiamo dire che ogni emozione ha un suo vissuto, un proprio percorso all’interno di ogni essere umano. E’ un’emozione che può essere accompagnata da numerose sensazioni; da quelle che possono definirsi come negative ovvero “senso di vuoto e inutilità”, a quelle positive come creatività e stimolo. E’ quell’emozione libera di essere “sentita” in modo personale.

Voglio riportare le parole di Alberto Moravia nel suo romanzo “La Noia” nel descrivere cosa rappresentasse per lui (e per il protagonista del romanzo, Dino): «Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece, la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà».

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La perdita dell’incontro. Affrontare la separazione e il possibile lutto

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“Pensa che triste se il mondo finisse e non fossi al mio fianco. Non tanto perché mi ferisce, mi infastidisce pensare che vengo dal mare e ritornerò fango senza vedere le rughe avanzare sul tuo viso stanco”

da “Libellule”, Nitro

A volte pensiamo che non siamo sulla stessa barca e che certe cose non riguardano tutti, fino a quando non capita un evento che sconvolge tutto e siamo costretti a farcene una ragione. Così, ad esempio, un sentimento privato come la separazione da una persona amata diventa improvvisamente quello di un’intera popolazione e, insieme con la paura, il principale motivo di sofferenza di quel lungo periodo di esilio. Una delle conseguenze più vistose è proprio l’improvvisa separazione in cui si sono ritrovate madri, figli, coniugi, amanti che all’inizio avevano creduto di dover affrontare una separazione temporanea, sicuri di rivedersi dopo poco. Cullati dall’assurda fiducia umana, si vedono tutto d’un tratto inesorabilmente lontani, obbligati ad agire come se non avessero sentimenti individuali. Persone legate dall’intelligenza, dal cuore e dalla carne si riducono così a scambiarsi frasi stereotipate e virtuali del tipo “tutto bene. Ti penso.” o magari a guardarsi attraverso i freddi schermi di strumenti che sono diventati quasi un’elegia. Con la separazione capiamo che il sentimento principale della nostra vita che credevamo di conoscere bene, assume un volto nuovo. La separazione brutale, senza un avvenire prevedibile, ci rende incapaci di reagire di fronte al ricordo della presenza ancora così vicina e già così lontana che ora occupa le nostre giornate.

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Conoscersi ma non toccarsi. L’amore platonico

“L’altro che io amo e che mi affascina è atopos. Io non posso classificarlo, poiché egli è precisamente l’Unico, l’immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità del mio desiderio”.

Roland Barthes

Osservandolo sul suo nascere l’amore è provocato dalla meraviglia dell’incontro, questo si sa! È qualcosa di non previsto, non programmato che sospende lo scorrere naturale e ordinario del tempo. L’incontro, in questo senso, è un avvenire, è ciò che non è stato ancora, è nuovo e porta con sé la promessa di una nuova vita. L’incontro d’amore somiglia sempre ad un miracolo perché trasforma il prevedibile nell’imprevedibile, il possibile nell’impossibile, il tempo in una rivelazione.

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Sharenting e Covid-19. Genitori e figli online al tempo del Coronavirus

Questa emergenza sanitaria è già un’emergenza psicologica.

I risvolti psicologici di un’emergenza di tale portata, che porta il nome di Covid-19, non sono solo riscontrabili in psicopatologie come disturbi d’ansia, attacchi di panico, episodi depressivi o compulsivi (cibo, sport, social network) ma anche attraverso il quotidiano vivere delle nostre relazioni.

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Il malessere invisibile. Quando il progetto migratorio fallisce

“Straniero drogato”

“Studentessa drogata e violentata da un immigrato”

“Immigrati, nuovi corrieri della droga”

Questi sono solo alcuni dei tanti commenti che leggiamo spesso sui giornali o che ci capita di sentire per strada, sull’autobus o al supermercato. Ma è davvero così? Che cosa implica la migrazione in termini di integrazione, accettazione o non accettazione?

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Scienza e sovrannaturale. Dalla psicologia alla religione

Una professione di curatori laici di anima i quali non hanno bisogno di essere medici e non dovrebbero essere sacerdoti” 

Sigmund Freud

Il primo passo è quello di chiedersi: Cosa è la psicologia della religione? Essa è una disciplina che si radica nell’osservazione e nell’interpretazione scientificamente psicologica della religione delle persone: l’insieme delle idee, delle credenze e dei comportamenti di coloro che aderiscono ad una religione o che la rifiutano.

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L’ Esperienza dell’incontrollabile. La mitologia del dio Pan

 

Quello che contraddistingue fino in fondo la fenomenologia dell’ansia panica è questo slittamento imprevedibile da una condizione di compensazione emozionale a una condizione di lacerazione emozionale: apparentemente sganciata da motivi interiori e da cause ambientali, e immersa in una Stimmung (in uno stato d’animo) di morte imminente.

                                                                                                                                                                                                                                                       Borgna, 1997

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Vincere o perdere? Decidere di essere felici

“La situazione è delicata, mi è tornato fuori il tumore, al fegato questa volta. Sono sotto terapia, ma vorrei far capire a chi mi ascolta che la vittoria non sta nello stare in vita o nel morire, nel non avere più il tumore o nell’averlo. Saremmo tutti dei perdenti, altrimenti, perché, presto o tardi, finiamo tutti per morire. La vittoria sta nel decidere di essere felici”.

Questo è un estratto dall’intervista fatta, per Vanity Fair, a Elisabetta Imelio, bassista, co-fondantrice dei Prozac+ e dei Sick Tamburo, venuta a mancare lo scorso 1 Marzo 2020 per un tumore.

In queste poche parole, Elisabetta trasmette con estrema forza e chiarezza un tipo di approccio alla vita che tutti dovremmo tenere in considerazione.

La vita è una gara?

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