La doppia appartenenza nell’Affido Familiare “…non cancellarmi perché ho bisogno di rimanerti in testa il tempo di sfatare il sogno”
Accetto miracoli, Tiziano Ferro
Ben esprime Tiziano Ferro con queste parole la domanda, sempre urgente e insita nell’esperienza umana, di essere di qualcuno, di essere tenuti nella mente. Ed essere tenuti nella mente vuol dire essere visti, riconosciuti ed accettati.
Così come essere di qualcuno, vuol dire appartenere, avere una propria storia, essere inscritti all’interno di una narrazione familiare.
“Il caso non esiste e ciò che ci sembra casuale scaturisce dalle fonti più profonde” (Friedrich Schiller)
Sarà capitato a tutti almeno una volta che una coincidenza ritenuta quasi improbabile risultasse poi una rivelazione come se esistessero dei legami tra avvenimenti e persone.
Vi è mai capitato di chiamare una persona nello stesso istante in cui questa stava chiamando voi? Oppure di aver incontrato la persona di cui avevate bisogno proprio in quel momento? Bhe, questa non è casualità ma parliamo di SINCRONICITA’. Questo termine deriva dal Greco syn (“con”) e khronos (“Ora”).
E’ stato Gustav Jung a coniarlo spiegandolo come una “simultaneità di due avvenimenti vincolati dal senso ma in maniera casuale”, come quindi se ci fosse un’unione tra avvenimenti interni ed esterni che sono difficili da spiegare ma che hanno un senso per la persona che li vive; infatti l’argomento più convincente sulle loro realtà è la propria esperienza personale.
Quante volte si dice “Non ne posso più!” in un lavoro, in una relazione, in una dieta,… o si sente il collega della scrivania accanto ripetere mille volte “Uff!”
E nel reiterare in continuazione questo lamento si crea un meccanismo di insoddisfazione e frustrazione crescente dentro chi lo pronuncia e in chi gli sta accanto, facendo sentire sempre maggiore delusione e avvilimento.
Quante volte si desidera un cambiamento ma si teme di non avere mezzi e capacità per riuscirci e cosi ci si blocca per paura di fallire.
Il piagnucolìo però continua, mentre si è soli, o, più facilmente, con chi si ha intorno ogni giorno, il partner, un amico o un famigliare.
Questo articolo parlerà di “Eddi”. Vuole essere un modo per far conoscere a chi magari è fuori da un certo tipo di informazione, quello che sta passando.
Maria Edgarda Marcucci, a cavallo tra il 2017 ed il 2018 parte come volontaria per il Rojava, Kurdistan occidentale.
Sono cattivo perchè sono disperato. Non sono forse schivato e odiato da tutti gli uomini? Tu, il mio creatore, mi faresti a pezzi e ne esulteresti; pensa a questo e dimmi: perchè dovrei mostrare pietà per l’uomo più di quanta lui non ne mostri per me? (…)
Un giorno che ero oppresso dal freddo, trovai un fuoco lasciato acceso da alcuni vagabondi, e mi sentii invadere di gioia al calore che da esso proveniva. Nel mio giubilo, infilai la mano fra le ceneri ardenti, ma subito la ritrassi con un grido di dolore. Strano, pensai, che la stessa causa potesse provocare effetti così opposti (…)
Ah, fossi rimasto per sempre nel mio bosco, ignorante e senza altre sensazioni che non fossero fame, sete e caldo! La conoscenza ha una ben strana natura! Aderisce alla mente, dopo averla conquistata, come un lichene sulla roccia. Qualche volta provavo il desiderio di scrollarmi di dosso ogni pensiero e sentimento; ma imparai che c’è solo un modo per superare la sensazione di dolore, ed è la morte, uno stato che temevo senza comprenderlo (…)
Prima di iniziare vorrei fare una premessa: questo breve articolo non vuole affrontare la tematica dell’inconscio né da un punto di vista teorico né didattico, ma bensì l’intenzione è quella di rilevare e sottolineare due aspetti della letteratura sull’argomento che emergono quando la si affronta. Questi aspetti sembrano riferirsi e comunicare qualcosa rispetto all’oggetto stesso di studio: l’inconscio.
“A volte sento di avere le gambe così grasse che vorrei prenderle a pugni”; “i miei fianchi occupano tutto lo specchio, vorrei essere in grado di strapparli”; “stanno guardando la mia pancia deforme: e ora rideranno di me”.
Il disturbo di dismorfismo corporeo, o dismorfofobia, è collocato nel DSM V all’interno della sezione “Disturbo ossessivo-compulsivo”.
“… È l’uno nell’altro e ognuno a se stesso fino al giorno in cui tu parlerai e io ascolterò e penserò che la tua voce sia la mia e quando mi alzerò davanti a te penserò a me stesso di fronte a uno specchio.”
Gibran
Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace Onlus in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/
Con un voto storico, dopo ore di dibattito, il 30 dicembre del 2020, il Senato argentino ha approvato la legge che autorizza l’interruzione volontaria di gravidanza!
38 sono stati i voti favorevoli, 29 i contrari e un astenuto: l’Argentina diventa il primo grande stato sud-americano ad autorizzare l’aborto legale che diventa possibile entro la quattordicesima settimana di gravidanza.
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