Amore e odio. Bambino, oggetto e spinta alla riparazione

Pablo Picasso – La bambina con la colomba – 1901

Per il bambino, il primo oggetto indiscusso d’amore è rappresentato dalla madre, sulla quale si concentra la totalità dei sentimenti, con tutte le ambivalenze e il variopinto  ventaglio di sfumature che essi contemplano: ogni elemento è qui espresso su di lei alla massima potenza. Un fluido gioco di alternanze, fatto d’amore e d’odio, in quanto la madre può essere ora rispondente ai suoi bisogni, gratificandolo tempestivamente, e un momento dopo “assentarsi” nonostante le sue pressanti impellenze,  che in lei non  trovano quella soddisfazione tanto ricercata: è a quel punto che lo scenario psichico dell’infante cambia radicalmente, scandendo così pensieri aggressivi diretti proprio verso la madre.  Gli impulsi e i sentimenti sperimentati dal bambino  sono come affiancati da una attività proto-mentale, una sorta di pensiero immaginativo, in cui a  primeggiare è  l’ elaborazione fantastica:  nella mente del piccolo, il suo pensiero ha una traduzione diretta nel mondo esterno, cioè, “pensare” equivale letteralmente a “fare”; pertanto, i suoi pensieri o fantasie distruttive, hanno davvero  la capacità di distruggere l’oggetto, quello da lui  maggiormente investito e più amato.

Continua a leggere

Psicopatologia della società moderna. Figli del materialismo

Concretismo, materialismo e razionalizzazione.

Le tre parole che caratterizzano la nostra società occidentale, che non è altro che l’evoluzione incontrollata del pensiero illuminista del passato.

Viviamo in nome della scienza, dunque di causa ed effetto, del visibile. Tutto ciò che non è visibile all’occhio umano non è più contemplato come reale, vero: Scientifico.

È il più profondo terrore della maggior parte degli psicologi, sentirsi dire che la loro tecnica non è supportata da basi scientifiche. Ed ecco dunque che quest’ultimi divengono il fanalino di coda di psichiatri e neurologi, tentando invano di essere riconosciuti come medici e non cartomanti: “Vedete, la depressione esiste, c’è uno scompenso della melatonina!”.

Se da un lato cercare risposte scientifiche ad un metodo psicologico o psicoterapeutico può fornire ai lavoratori della psiche uno strumento in più per tutelarsi dai miscredenti, dall’altro l’utilizzo di internet e di notizie scritte a metà, estrapolando unicamente i contenuti più convenienti, porta la società a convincersi che se la depressione è uno scompenso della melatonina, dunque conviene curarla unicamente con farmaci. 

Continua a leggere

Il dismorfismo corporeo. Il peso di uno sguardo

“Se rendo più scure le mie ciglia e gli occhi più lucenti e le labbra più rosse o se chiedo, di specchio in specchio, se tutto va bene, non è per sfoggio di vanità: io cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato”. W. B. Yeats, 1875 

Ho scelto questi intensi versi di Yeats a introduzione del mio articolo perchè a mio avviso capaci  di cogliere perfettamente il senso di ciò che oggi proverò a raccontarvi. Di quella sensazione primordiale che ciascuno di noi ha sperimentato su di se una volta venuto alla luce. Prima che il mondo fosse creato, appunto. Inizialmente, il bambino possiede un volto e un corpo che si collocano in un certo senso lontano dall’altro. L’infante detiene il tacito convincimento che tutto ciò che possiede e che lo circonda sia semplicemente il frutto di una sua magica creazione. Sposando una visione evidentemente onnipotente delle cose, il volto del suo Io è qui incontaminato. Basta a se stesso. Tuttavia, sentirà ben presto di doversi affidare proprio all’alterità e a quegli occhi riflettenti, così da avere una chiara conferma della propria corporeità ( per un approfondimento si rimanda all’articolo “Funzione Riflessiva e sviluppo del sè-l’importanza di un banale riflesso” nella rivista di Dicembre 2014 ). Quante volte accade che il bambino, intento com’è nel maneggiare e scoprire per la prima volta il nuovo gioco appena ricevuto in dono dai nonni, esclami insistente ed entusiastico: “Mammaaa… guardamiii !”. 

Continua a leggere

La dipendenza
Vuoti di vita da colmare

Quando parliamo o sentiamo parlare di dipendenze facciamo spesso i conti con sentimenti di preoccupazione, paura, rabbia… Ci spaventa e ci fa arrabbiare l’idea di perdere il controllo su noi stessi, cadere e superare una fantomatica linea di confine fra il nostro  volere e il subire. A volte ci preoccupa anche solo sapere di non essere indipendenti e dipendere da cose, eventi o persone esterne al nostro mondo interiore.

Guardiamo alle grandi e invalidanti dipendenze (da sostanze, ad esempio) con paura anche quando sono lontane da noi poiché ne conosciamo i meccanismi che quotidianamente sperimentiamo: ogni giorno viviamo piccole forme di dipendenza, comuni e pressoché salutari. Ancor prima della nostra nascita e per molti anni di vita, infatti, sperimentiamo la dipendenza dalle cure e dalle attenzioni di nostra madre. Arriva un giorno in cui crediamo di aver ottenuto un buon grado di indipendenza da lei, molto spesso nella fase di ribellione e separazione adolescenziale, quando impariamo a gestire nel bene e nel male i nostri piccoli impegni e doveri. 

autonomia, crescere, dipendenza, dipendere, indipendenza, legami, legare, legarsi, psicologia, psicoterapia

Continua a leggere

La schizofrenia e i disturbi psicotici. Il posto degli psicologi

Francis Bacon -Autoritratto

Si sente spesso parlare di Schizofrenia e di Psicosi e spesso si sente dire che si tratta di patologie che possono essere affrontate solo dagli psichiatri. Sarà vero? Uno psicologo potrebbe rispondere di no, ma solamente per allargare il campo del proprio interesse, della propria azione, delle proprie possibilità lavorative. Oppure potrebbe rispondere in base alla propria esperienza, in maniera sincera ed onesta, evidenziando cosa può offrire col proprio l’intervento, ma senza tacerne limiti e criticità.

Tra le psicosi rientrano senza dubbio i disturbi mentali più gravi che compromettono maggiormente la vita dell’individuo. Basti osservare i sintomi riportati dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali per avere un’idea. Quelli caratteristici della Schizofrenia sono:

– deliri;

– allucinazioni;

– eloquio disorganizzato;

– comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico;

– sintomi negativi (ovvero appiattimento affettivo, alogia, abulia).

Continua a leggere

La maternità. Un viaggio alla scoperta del Sè

Ad un tratto la sua vita cambiò… era un mattina come tante altre, eppure c’era in lei la piccola consapevolezza che qualcosa stava cambiando… e fu così che, senza nemmeno accorgersene, Margherita passò dall’essere una giovane donna all’essere una giovane mamma. L’emozione fu grande, praticamente indescrivibile, ma assolutamente condivisibile con chi le era più caro.

E’ bastato vedere i risultati delle analisi per  realizzare in un breve, brevissimo tempo, che in lei stava prendendo forma una nuova vita, vita concepita con l’amore più grande che una donna e un uomo possano donare. 

L’esperienza della gravidanza è uno dei momenti più belli della vita, ricco di emozioni, fantasie, cambiamenti, ma anche di ansie, preoccupazioni, paure, è un bellissimo banco di prova per la donna che vede tuttavia,  dall’altra parte, sfumare in un attimo ogni suo progetto di vita; cambiano le priorità e cambiano i bisogni: tutte le cose che fino a quel momento sembravano indispensabili, in un attimo perdono la loro importanza per lasciare spazio ad altre. I cambiamenti non riguardano solo il corpo che la donna in nove mesi vede modificarsi continuamente, al di là di ogni aspettativa precedente, ma riguardano anche la sfera psicologica.

Continua a leggere

La memoria autobiografica. La ricerca di un’identità

“La realtà non si forma che nella memoria.”  (Marcel Proust).

The Persistence of memory (1931) – Salvador Dalì

“Ricordo il colore del primo banco di scuola, un verde pastello, le sedie di legno marrone scuro e persino il vestito della maestra, un rosa tendente al viola…ricordo…ricordo…” Quando parliamo di memoria autobiografica ci riferiamo in generale a tutti i ricordi che una persona ha delle sue esperienze di vita. La memoria autobiografica è uno degli ambiti di studio più antichi della psicologia, perché è la funzione umana che permette di integrare tra loro i pensieri, le rappresentazioni, gli affetti, i bisogni, le intenzioni e le ambizioni dell’individuo. Nonostante una lunga storia di ricerca empirica, non esiste ad oggi un pieno consenso riguardo all’ontogenesi della memoria autobiografica, alla sua struttura e alla sua relazione con gli altri sistemi di rappresentazione dell’esperienza umana.

Continua a leggere

Disturbo Borderline di Personalità. L’arte del funambolismo

Gli acuti e spassosi film di Woody Allen hanno fatto sì che nel tempo ognuno di noi familiarizzasse sempre più con la nevrosi e le sue manifestazioni, identificandosi almeno una volta con uno dei personaggi e le sue stranezze, dipinti magistralmente dal regista. Con l’avvento della psicoanalisi il termine nevrosi è andato ad indicare una patologia conseguente alla rimozione o repressione di istinti, pulsioni o desideri prodotti dal nostro Es, ad opera del nostro Super-io, che li ritiene inaccettabili a livello razionale, cosciente (per un approfondimento, si rimanda all’articolo “L’isteria-Psicopatologia dei sessi” della rivista di questo mese).

Siamo poi tanto affascinati quanto terrorizzati dal mondo della “psicosi”, quel “nuovo ordine delle cose” che si viene a creare nella mente dell’individuo, caratterizzato da un’alterazione della coscienza, che nella sua espressione più nota noi chiamiamo “delirio”.

Continua a leggere

L’isteria. Psicopatologia dei sessi

André Brouillet – Charcot discute di una caso isterico

Intorno alla fine degli anni ’60 era molto comune, in Italia, veder protestare cortei di donne, che rivendicano con orgoglio l’esigenza di avere gli stessi diritti degli uomini. Il percorso di protesta femminista fu molto lungo e, ancora tutt’oggi, resiste contro le ingiustizie e le discriminazioni di genere. Sull’altro fronte, la società patriarcale tentò, con ogni mezzo, di bloccare tale protesta, cercando anche l’appoggio della psichiatria, nel vano tentativo di esiliare tali donne, relegandole ai margini della società e bollarle come matte, ovvero “isteriche”.

In realtà, la psichiatria poteva etichettare ben poco, poiché l’isteria, così com’era conosciuta, era il disturbo più improbabile e lontano dalla realtà, da poter diagnosticare a quelle donne.

L’isteria fa parte dei disturbi nevrotici, ossia di quelle patologie mentali che insorgono a causa di un conflitto tra più istanze psichiche. 

Continua a leggere

Il viaggio. Sul bisogno di occhi nuovi

The false mirror – Magritte

Mattino, ore 06:45. La sveglia puntualmente suona, incurante di tutto. La suoneria più irritante di sempre. Lei l’ha scelta consapevolmente, se avesse scelto ad esempio un brano che amava, poi, pensa, avrebbe finito col detestarlo. Insomma: la sveglia suona. Lei si sveglia. Si massaggia gli occhi delicatamente con le mani, sperando di trasmettergli un po’ dell’entusiasmo, che a lei manca, per aprirsi. Lentamente le palpebre si sollevano ed ecco la solita scena: macchie di colore informi e sbiadite. La sua miopia è fortemente peggiorata dopo gli anni di studio. Questa sensazione l’aveva inizialmente spaventata: l’irrealtà del mondo a lei familiare aveva qualcosa di inquietante, le dava le vertigini. Con il passare del tempo però si era abituata, aveva addirittura trovato stranamente eccitante la sensazione di svegliarsi in un letto, che era il suo fin da bambina, ma che non riusciva più a riconoscere come tale affidandosi solamente alla sua vista. A tastoni mette le mani sul comodino e si rende conto che la sua adorata gatta ha ancora una volta lottato con i suoi occhiali durante la notte. Allunga il braccio ed ecco che dentro una pantofola li trova: i suoi ormai inseparabili compagni di vita. Li indossa, e la realtà intorno a lei torna ad assumere le rassicuranti forme e colori di sempre. Rassicuranti, sì. Perché ciò che con il tempo abbiamo osservato, abbiamo imparato a conoscere e a comprendere, ci trasmette un senso di stabilità, di prevedibilità, di familiarità che risulta rassicurante, che ha un effetto calmante. 

Continua a leggere

Contattaci

Newsletter


Seguici


I contenuti presenti sul blog "ilsigarodifreud.com" dei quali sono autori i proprietari del sito non possono essere copiati,riprodotti,pubblicati o redistribuiti perché appartenenti agli autori stessi.  E’ vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.  E’ vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dagli autori.


Copyright © 2010 - 2022 ilsigarodifreud.it by Giulia Radi. All rights reserved - Privacy Policy - Design by Cali Agency