Ancora sul lutto. L’indicibile esperienza della perdita

Il lutto è la reazione affettiva alla perdita di una persona amata che sconvolge tutta la nostra vita. Chi amavamo dava un senso al nostro mondo, la sua perdita è quindi anche esperienza di perdita del senso stesso del mondo, è un vero e proprio terremoto. Per l’inconscio l’esperienza della morte non può avere un senso né può essere accettabile: “come può una persona per me importante scomparire da questo mondo senza che il mondo cambi con la sua assenza?”. Solo a partire da questa premessa è possibile addentrarsi nella comprensione delle reazioni psichiche alla morte di una persona cara.

Le risposte individuali al lutto solitamente oscillano tra il polo maniacale e quello melanconico per poi, in alcuni casi, riuscire ad attraversare l’esperienza della perdita attraverso un lavoro complesso legato alle memorie traumatiche e alla relazione con l’altro. La risposta maniacale al lutto è caratterizzata dalla centralità del meccanismo di difesa della negazione: il soggetto nega in modo ostinato il carattere indigeribile dell’evento della morte. È una risposta anestetica. Dietro questa reazione, infatti, si nasconde il terrore dell’esperienza del vuoto, negando il ricordo e il dolore attraverso un lavoro di spostamento di energie prima investite sull’oggetto perduto ora su qualcos’altro. Una realtà assoluta del lavoro sul lutto è quella della necessità della reazione di autentico dolore psichico inconsolabile per un tempo significativo. Senza l’esperienza effettiva del dolore non vi è un lavoro sul lutto, ma un dolore strozzato con conseguenze sulla vita del soggetto spesso nella direzione del corpo, legate per esempio a disturbi di somatizzazione che si manifestano anche a distanza di anni o nei casi più complessi alla manifestazione di malattie auto-immuni.

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La società in crisi. Alla ricerca di un capro espiatorio

L’individuazione di un capro espiatorio è una dinamica caratteristica di qualsiasi gruppo, e generalmente si attiva per spostare ed attenuare la minaccia di sfaldamento del gruppo stesso: per evitare conflitti interni tra i vari membri del gruppo, generalmente viene individuato l’elemento ritenuto più disturbante, perché diverso dai valori comuni, e si accusa tale individuo di essere il portatore del malessere dell’intero gruppo. In tal modo il capro espiatorio porta con sé una duplice funzione: diviene il contenitore del malessere di tutti i membri e garantisce la sopravvivenza del gruppo stesso. Renè Girard teorizza che la dinamica del capro espiatorio è alla base della creazione dei miti d’origine, osservando come non solo nei piccoli gruppi, ma soprattutto nel collettivo e nella società di un paese o nazione, l’individuazione del capro espiatorio permetta di evacuare in parte la violenza ed il malcontento del popolo. Girard esamina la struttura tipo di un mito ed osserva come generalmente inizia con una persona che porta con sé una diversità, come l’essere uno straniero o l’avere una disabilità fisica (lo zoppo Edipo) o psichica ( il folle Dionisio).

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“Non ho voglia di fare niente”
I confini fra pigrizia e depressione

Oggi desidero elogiare il mio attuale sentire: un desiderio del dolce far niente.

Mi sento riscaldata dal pensiero dei pigri, di chi (come me) brama le mattine domenicali in cui poter rimanere sul divano, avvolti in una morbida, calda coperta di lana, protetti dal proprio bozzolo, inermi ad aspettare lo scorrere delle ore, felici di non fare niente di niente…

La pigrizia è un lusso che possono (e riescono) a concedersi in pochi.

Sin da piccoli ci insegnano che dobbiamo essere attivi, raggiungere e creare perennemente nuovi obiettivi: produttività è la parola d’ordine della società moderna. L’effetto di un locus of control esterno, dunque l’attenzione maggiore verso ciò che si pensa possa essere socialmente accettabile, condiziona il nostro modo di agire e anche i vissuti associati al non-agire. 

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La psicologia del male. da Mindhunter a Manhunt

Mindhunter 2017 – Denver and Delilah, Jen X Productions, Panic Pictures / No. 13, Netflix. Image courtesy of Netflix

Il filone dello “psychological thriller” cinematografico è in auge da decenni, e può trovare un suo capostipite in Alfred Hitchcock, e i suoi ritratti, più o meno disturbati, del “male” nascosto nella mente di personaggi apparentemente irreprensibili come Marnie, una algida e sfuggente segretaria che in realtà è una ladra compulsiva a causa di un trauma subito da bambina; o come Norman Bates, apparentemente innocuo e insignificante gestore di un motel fatiscente di proprietà della madre, in uno svincolo autostradale ormai deviato, che in realtà è un omicida seriale, il quale ha cominciato la sua attività criminale proprio avvelenando la madre e il suo nuovo compagno.

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Harlow e Bowlby. Esperimenti e teorie sul vero amore

Un forte scossone alla teoria che il legame del bambino con la madre (la diade) derivi dal fatto che sia lei a fornire il nutrimento, è stato dato negli anni ’50 da una serie di ricerche (riassunte in Bowlby, 1969) dirette da Harry Harlow, un Primatologo Americano, sulle conseguenze della deprivazione di cure materne in piccole scimmie “rhesus”. In un esperimento, le piccoline venivano allevate in una gabbia, in cui erano collocate due “madri” surrogate, cioè due pupazzi con il corpo formato da un cilindro di filo metallico e una testa stilizzata. Uno dei due pupazzi era ricoperto da un rivestimento di tessuto a spugna, che offriva un morbido contatto, mentre l’altro, di dura rete metallica, fungeva da supporto al biberon. Le scimmiette passavano la maggior parte del loro tempo aggrappate al simulacro rivestito di panno, avvicinandosi all’altro solo al momento di mangiare. La tendenza a cercare vicinanza e contatto sembra perciò indipendente dalla nutrizione e dalle soddisfazioni fisiologiche che ne derivano.

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Bambini iperattivi e disattenti. Vuoi giocare con me?

Negli ultimi anni i media si sono focalizzati sul Disturbo da Deficit dell’Attenzione e dell’Iperattività (DDAI), per tutta una serie di motivazioni, che vanno da alcune concettualizzazioni opposte del disturbo (da una parte l’approccio neurobiologico tutto centrato sulla fisiopatologia e dall’altra l’approccio socio-antropologico dove i sintomi sono una conseguenza di un sistema malfunzionante) ai dibattiti sulle variopinte proposte di intervento (prima l’introduzione degli psico-farmaci nei bambini con i sintomi più accentuati e più recentemente in Germania l’utilizzo di giubbotti imbottiti di sabbia per farli “stare buoni” in classe).

Oggi il DDAI risulta essere uno dei motivi più frequenti per cui un bambino viene portato in un centro clinico ed è quindi importante continuare a parlarne e a fare una certa chiarezza in merito alla questione.

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Di che segno sei? Perchè l’Astrologia

A chi non è mai capitato di andare a leggere l’oroscopo del giorno della settimana o del mese a ridosso di un evento importante? Chi, non è mai andato a curiosare, almeno una volta, sulle caratteristiche del proprio segno o la compatibilità con altri segni zodiacali? Sicuramente molti, se non tutti, almeno una volta a ridosso del nuovo anno, per credenza scaramanzia o per semplice curiosità, siamo andati a sbirciare sulle previsioni astrologiche per anno che verrà?

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Glossario LGBT. La lingua del rispetto

L’idea di questo glossario nasce dalla ofonda convinzione che il rispetto nasca anche dalla conoscenza dei termini che caratterizzano la nostra sessualità e quella del nostro prossimo perché le differenze non ci dividono ma ci arricchiscono!!

Quante volte vi è capitato di incontrare termini che non conosciamo? Ecco a voi un breve glossario di alcune parole con le relative definizioni sul tema della sessualità. Oggi, nello specifico, affrontiamo alcuni termini relativi al mondo LGBT.

Identità sessuale: La dimensione soggettiva del proprio essere sessuati; è considerata l’esito di un processo di costruzione influenzato dalla complessa interazione tra aspetti biologici, sociali, culturali ed educativi. L’identità sessuale è oggi considerata un costrutto multidimensionale costituto da alcune componenti distinte: il sesso biologico, l’identità di genere, il ruolo di genere e l’orientamento sessuale.

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