PAS – Sindrome di Alienazione Parentale. Quando tra mamma e papà uno dei due è di troppo

Padre, occhi gialli e stanchi,
cerca ancora coi tuoi proverbi a illuminarmi…
Madre, butta i panni,
e prova ancora, se ne hai voglia a coccolarmi,
perché mi manchi,
e se son stato così lontano è stato solo per salvarmi!

(Padre Madre – C. Cremonini)

Le parole di questa canzone “Padre-Madre”, sono state scritte quando l’autore aveva poco più di vent’anni. Il messaggio che traspare è doppio, ambivalente: da un lato chiede di continuare a poter vivere la sua esperienza di figlio, guidato dai genitori, dal loro sentimento, dall’ idea amorevole che ha di loro; dall’altro quasi chiede perdono per aver voluto camminare accompagnato dalle sue esperienze, da un vivere più autonomo. Una certezza: entrambi i genitori sono presenti sullo sfondo si potrebbe pensare quindi, che il susseguirsi delle tappe evolutive di chi scrive sia stato accompagnato da entrambi a garanzia del triangolo edipico, la loro presenza è reale e sia lui che lei appaiono indispensabili, come se nominarne solo uno non avesse senso, perché è da entrambi che si impara a vivere.

Ma capita, a volte, che uno dei due genitori diventa ingombrante, inutile, dannoso, un nemico da fronteggiare schierandosi contro di lui con ogni mezzo, realizzando cosi anche il desiderio di mamma o papà. Negli ultimi trent’anni si è reso sempre più noto un disturbo che emergerebbe nel contesto della separazione, più precisamente nelle tristi dispute per la custodia dei figli e sono proprio quest’ultimi ad esserne i protagonisti. Questa sindrome prevede l’attivarsi da parte di un genitore (alienatore), solitamente la madre poiché vive con i figli, di una campagna denigratoria contro l’altro genitore (alienato). Tale campagna può essere definita “immotivata” in quanto l’alienato è accusato di comportamenti trascuranti e spesso abusi più gravi verso il figlio, che in realtà non sono mai avvenuti. Secondo il noto psichiatra, studioso e sostenitore dei diritti dei minori Richard Gardner, la PAS ( Parental Alienation Syndrome) insorge quando, in seguito al divorzio, un genitore affidatario istiga con la manipolazione i figli contro l’altro genitore. Nella sua forma più acuta, i bambini sostengono di disprezzare o temere l’altro genitore e rifiutano categoricamente di avere un qualsiasi rapporto con lui, rivolgendo verso questo pensieri ipersvalutativi. Secondo altri studiosi, la PAS sarebbe un disturbo per il quale i bambini sono ossessionati dalla disapprovazione e dal biasimo ingiustificati di un genitore. Sebbene ci sia tuttora un importane dibattito sull’esistenza della PAS come psicopatologia formale negli ambienti professionali (e soprattutto in quelli giuridici), pochi sembrano negare come alcuni bambini, immersi in una realtà profondamente conflittuale in seguito al divorzio dei genitori, si schierino dalla parte di un genitore contro l’altro. Secondo lo psicologo Douglas Darnall, coloro che si propongono di alienare i figli dell’altro genitore possono essere distinti in tre gruppi: ingenui, attivi ed ossessivi. Come orientarsi ? In base alla sua esperienza, Darnall afferma come la maggior parte dei genitori si comportino occasionalmente come alienatori ingenui, esprimendosi con commenti negativi sull’altro genitore, del tipo: “ Sarà bene che tuo padre sia puntuale. Non capisce quanto sia sbagliato venire a prenderti in ritardo”. Sebbene ci posa essere qualche temporaneo cedimento, gli alienatori ingenui favoriscono generalmente il rapporto del figlio con l’altro genitore. “Questo capita a tutti” si potrebbe pensare … Il problema sorge con le forme più consapevoli e profonde di alienazione, ovvero quella attiva e ossessiva. Gli alienatori attivi si rendono conto che dovrebbero provare ad incoraggiare il rapporto del figlio con l’altro genitore, ma spesso si lasciano trascinare dal dolore o dalla collera perdendo il controllo di sé per poi pentirsene. Gli alienatori ossessivi invece, mirano con tutta l’intenzione a distruggere il rapporto fra il figlio e l’altro genitore. Questi genitori, inoltre, non riuscirebbero a separare i sentimenti negativi che nutrono nei confronti dell’altro genitore dal rapporto con il figlio. Si convincono che l’altro genitore sia realmente pericoloso e che sia loro preciso dovere salvare i figli dalla potenziale minaccia. Un esempio di ciò ci viene fornito sempre dallo stesso Darnall (1998): “ Amo i mei figli. Se il tribunale non può proteggerli dal padre violento, sarò io a farlo. Anche se non li ha maltrattati è solo una questione di tempo. I bambini hanno paura del padre. Se non vogliono vederlo, non li costringerò a farlo. Sono abbastanza grandi per decidere da soli”. Nelle aule di tribunale tutto assume un tono molto più credibile e delicato perché diversi sono gli aspetti giuridici annessi alla PAS. Un parere importante è stato fornito dalla Corte di Strasburgo. “La valutazione dell”inadeguatezza di un genitore si deve attestare su elementi attuali e concreti”. La Corte Europea dei diritti dell”uomo di Strasburgo, con questo principio, ha condannato ancora una volta l”Italia per violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare. Nei casi di PAS di tipo lieve, solitamente, non è necessario alcun intervento psicologico, ma basta rassicurare il genitore alienante che manterrà l’affidamento. Nei casi di PAS di tipo moderato, che sono i più comuni, il tribunale deve stabilire un sistema di sanzioni efficaci che non deve esitare ad infliggere al genitore alienante, qualora tenti di sabotare il programma terapeutico concordato con lo psicoterapeuta. Le sanzioni sono di grado crescente, fino ad arrivare alla detenzione in carcere. Un bambino con sindrome PAS non denigra, disprezza o respinge solo il genitore alienato, ma anche tutti i familiari che riconducono al bersaglio odiato. Nonni, zii e cugini, un tempo tanto amati sono ora “da buttare”, finendo con l’essere improvvisamente evitati, rifiutati. Il bambino quindi, acquista potere quando: ripropone acriticamente le accuse che il genitore “alienatore” formula verso il genitore “alienato”; finge di essere un pensatore indipendente, di non essere un soggetto manipolabile, accontentando cosi il genitore alienatore che gode nell’ascoltare tali parole; il bambino crede di avere forza non contraddicendo il pensiero del suo “tutore”; pronuncia frasi e parole che non appartengono al linguaggio di un bambino. Viene per tanto adultizzato e costretto a pensare qualcosa che gli viene introdotto dall’esterno. Ciò che subiscono i bambini è un vero e proprio abuso psicologico che, soprattutto nei casi più gravi, può portare a depressione, bassa autostima, pensieri persecutori verso gli adulti, ansia generalizzata, fino ad arrivare ad una psicopatologia di tipo paranoideo. Un bambino che desidera stare con entrambi i genitori, ma viene messo nella condizione di fare una scelta, stare con il genitore “buono” o con il genitore “cattivo”, non potrà sviluppare una libera e piena capacità di scelta da adulto né amore per se stesso. La maggior parte dei bambini triangolati ha difficoltà nel sapersi regolare emotivamente, pertanto sono incapaci di contenere e gestire la rabbia che provano fino a ricorrere all’alienazione e all’isolamento, diventando incompetenti nel relazionarsi con i pari. Il numero sempre crescente di divorzi ha creato vere e proprie “patologie da separazione”, come ad esempio la “Sindrome della madre malevola” e la “Sindrome del genitore deprivato di diritti”. Il modello terapeutico proposto da di Gardner prevede un approccio integrato tra disposizioni del tribunale ed interventi psicoterapeutici. La migliore terapia consiste nel dare ai bambini la possibilità di poter vivere il genitore alienante come non disprezzabile e pericoloso ma come fonte di risorse buone.

“Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato,

ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere “

Marian Wright Edelman (fondatore e presidente della Children”s Defense Found)

Dott.ssa Gabriella Papadia, Dott. Gianluca Rossini

gabriellapapadia@gmail.com , rossini.gianluca@outlook.it

Per approfondire

Baker, Amy JL. Figli divisi: storie di manipolazione emotiva dei genitori nei confronti dei figli. Giunti, 2010.

Biscione, M. C., & Pingitore, M. (2013). Separazione, divorzio e affidamento. Linee guida per la tutela e il supporto dei figli nella famiglia divisa: Linee guida per la tutela e il supporto dei figli nella famiglia divisa. FrancoAngeli.

Darnall D. (1998), Divorce casualties: Protecting your children from parental alienation, Taylor, Dallas;

Gardner R. A. (1998), The parental alienation syndrome: A guide for menthal health and legal professionals, Creative Therapeutics, Cresskill

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