Quest’anno tra le tracce di maturità è stato proposta la celebre opera autobiografica di Rita Levi Montalcini “Elogio dell’imperfezione” , dove la scienziata racconta quanto gli inciampi e i limiti abbiano rappresentato per la sua carriera e vita personale delle opportunità di crescita e scoperta uniche.
Immagine del fotografo Kahled Belal, nel 7 novembre 2023, il nome del bambino non è noto.
Per comprendere quello che sta accadendo, dal punto di vista della salute mentale, alla popolazione palestinese di Gaza e di tutta la Palestina, dobbiamo partire dal concetto di salute mentale della WHO (World Health Organization): “uno stato di benessere in cui ogni individuo possa realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita, lavorare in maniera produttiva e fruttuosa e apportare un contributo alla propria comunità”.
“I colori hanno la pazienza che manca alle parole. E sanno riempirsi di decine di sfumature inaspettate.”
Fabrizio Caramagna
Avete presente quando diciamo che “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”? beh…si può affermare che sia vero!
Il nostro cervello ci fa un dono! Lascia ad ognuno di noi la scelta di decidere se una cosa ci piace oppure no, rispetto a tutto ciò che ci circonda, e sul modo di vivere queste esperienze; insomma per farla breve, il nostro modo di percepire parole, suoni, sapori, rumori, colori…è totalmente diverso per ognuno di noi.
Alcuni addirittura “beneficiano” di sinestesia; ma andiamo per ordine!
Questa parola significa letteralmente “percepire insieme” e riguarda il fenomeno di percepire in modo particolare qualcosa.
“Le avventure accadono a chi le sa raccontare.” (J. S. Bruner)
Fin dalla preistoria le storie e i racconti hanno caratterizzato la trasmissione di pratiche, valori e insegnamenti all’interno delle tribù, e poi delle società propriamente dette, alle generazioni successive. Questa modalità di educazione e condivisione si è diffusa prima in maniera orale per poi codificarsi nella forma scritta come patrimonio tangibile di conoscenze.
Come mai dei personaggi con cui non abbiamo alcun legame riescono a farci comprare quello che vogliono?
Come riescono gli influencers a convincerci della necessità di provare un prodotto da loro suggerito? Ti è mai successo di comprare qualcosa, un abito, un cosmetico, solo perché visto su un influencer/creator?
Non giudicarti se ti è successo, ci siamo cascati più o meno tutti.
Da che mondo è mondo, la maggior parte delle persone infatti fanno acquisti perché ispirate da coloro che li circondano: amici, parenti, colleghi. Prima c’erano le riviste moda, che proponevano attori/trici, modelle/i, cantanti come ulteriore sfondo da cui prendere spunto. Poi hanno fatto capolino gli influencers.
“Lo sport consiste nel delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell’animo” (Jean Giraudoux) ma, bisogna aggiungere, perché questo accada, il Corpo deve essere in salute e la Mente in armonia.
Sappiamo ormai della profonda connessione tra corpo e mente e della necessità di considerare il benessere come un continuo bilanciamento tra esigenze psicologiche e somatiche. Nello Sport questa ricerca di Equilibrio dovrebbe essere centrale e prioritaria ma, sia nei settori educativi che in quelli professionistici, purtroppo non è sempre facile perseguirla.
“Ci sono nostalgie dolorose e scarnificanti, nostalgie che fanno vivere e nostalgie che fanno morire, nostalgie che si nutrono di gioia e di tristezza, nostalgie che non si cancellano nel corso del tempo e nostalgie labili ed effimere…” Eugenio Borgna
Nel libro “La nostalgia ferita”, lo psichiatra e saggista contemporaneo Eugenio Borgna parla di un sentimento che persiste allo scorrere del tempo del nostro vivere: la nostalgia che non muore.
La nostalgia – dal greco notos “ritorno” e algos “dolore” , ovvero ritorno al dolore – è un’emozione complessa che ci accompagna lungo il cammino di crescita e di conoscenza di noi stessi e che percepiamo più forte nei periodi di vita colpiti da perdite. Borgna la descrive come un’emozione ferita dal trascorrere del tempo e intessuta di ricordi che ci riportano intensamente a contatto con il passato, con le esperienze significative che hanno nutrito e che continuano a nutrire l’anima.
Nella maggior parte dei casi, un’anticipazione dei bisogni prolungata nel tempo, da cui discende una fallita separazione e l’impossibilità di stabilire confini, porta a un mancato riconoscimento del proprio sé come unico, ad una sfiducia in sé stessi, alla difficoltà di discernimento dei propri stati interni e ad un inefficace capacità e facoltà di attingere alle proprie risorse nei momenti di difficoltà. Questo quadro è molto frequente nell’ambito della riabilitazione psichiatrica e della disabilità adulta dove si riscontra un’utenza anticipata nei bisogni che non è mai riuscita a separarsi completamente, a percepire i propri confini, i confini degli altri ed il proprio Sé come unico.
Negli ultimi mesi la tragica situazione in Palestina, costantemente sotto l’attacco israeliano, ma ancora prima la guerra tra Russia ed Ucraina, ci hanno messo di fronte a dichiarazioni, provvedimenti ed interventi di diversi organi internazionali.
Donna con mani incrociate, vista di schiena- Egon Schiele
Egon Schiele, pittore austriaco vissuto agli inizi del Novecento, racconta la poetica sottesa alle proprie opere attraverso la rappresentazione del corpo; dipinto come torbido, caotico, espressione di desiderio e di caducità della vita. Attraverso forme scomposte e incerte descrive il movimento dinamico di un corpo, contenitore di un’interiorità tormentata, la cui unica pretesa risulta essere l’esistere. Un’ esistenza senza spazio e senza tempo, le ambientazioni sfumano, l’età dei soggetti appare secondaria. Il corpo in questo senso sembra essere il veicolo di qualcosa di inespresso, che trova difficilmente rivelazione mediante la parola. Ciò però non lo rende privo del significato più profondo che custodisce; nel coacervo di emozioni e sensazioni, che tali raffigurazioni suggestionano nello spettatore, domina il senso di ineffabilità circa un nucleo emotivo magmatico. La rappresentazione del corpo in tale paradigma artistico, può rimandare a quello che nel campo psicologico risulta essere un corpo trascurato all’interno delle relazioni primarie e che si fa, per questo, emblema di tutte le sue contraddizioni affettive.
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