Autore: Valentina Merola

Incedere tra le separazioni
Nuovi luoghi per trovarsi

 Prima di mettersi in cammino si allacciano le scarpe, capita poi che lungo il tragitto ci siano dei nodi più resistenti e alcuni invece troppo lenti. Per poter continuare il viaggio spesso siamo portati a riannodare i lacci, con la speranza che almeno per quel tragitto reggano, a volte succede, a volte si slacciano nuovamente. Questi nodi metaforicamente possono considerarsi alla stregua di tutti quei legami che nel corso della vita si intessono, alcuni durano il tempo di qualche passo, altri il tempo di una maratona. Ciò che però risulta imprescindibile è il bisogno di ciascuno di noi di riannodare quei due lembi di stoffa per prevenire l’inciampo e per continuare nel nostro percorso.

 Ogni giorno ciascuno di noi si confronta con il tema della separazione che vede quei due lacci divisi, dopo un pezzo di strada insieme. Ci si separa dai genitori, dagli amici, dai partner, ma anche dai colleghi o dal cassiere al supermercato. Il terapeuta e il paziente si separano tra una seduta e l’altra, come per la pausa estiva o per la chiusura di un percorso.

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I Sette Vizi Capitali
L’ Avarizia

“Che tutto ciò che tocca il mio corpo si trasformi in oro splendente”

Il denaro è un elemento imprescindibile per ciascuno di noi, perché legato alla sopravvivenza e all’autodeterminazione. Ma cosa succede quando il legame con i beni materiali, e nello specifico con il denaro, finalizzato ad assicurare il nostro sostentamento, diventa il Legame?

La frase citata all’inizio di questo articolo é quella di re Mida, nelle metamorfosi di Ovidio, che di fronte alla possibilità di esaudire un desiderio, avrebbe scelto quello di trasformare in oro tutto quello che toccava, perché bramoso di opulenza. Il mito narra però, che poco dopo aver sperimentato questo potere divino, re Mida si sarebbe pentito della richiesta fatta perché impossibilitato a mangiare e di conseguenza a sopravvivere.

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La mentalizzazione
Un dispositivo che aiuta il corpo a pensarsi

Spesso si parla dei disturbi psicosomatici come esito di un mancato dialogo tra il corpo e la mente.  Ma cosa permette questo dialogo? E soprattutto come riesce il corpo a pensarsi?

Tale competenza sembra affondare le sue radici in un processo esordiente della nostra vita, che chiama in causa le figure primarie, il rispecchiamento.

Nel momento in cui il bambino “scopre se stesso negli occhi della madre”, questo diviene consapevole dei suoi stati emotivi, riflessi e pensati dall’Altro. In questo modo il bambino sviluppa quella capacità, denominata mentalizzazione, che consente di comprendere le intenzioni e il pensiero sottostanti il comportamento proprio e altrui. Questo costrutto sembra essere direttamente chiamato in causa nella comprensione dei segnali sprigionati dal corpo.

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Idea, attesa e incontro
La nascita come esperienza trasformativa

L’esperienza della nascita di un figlio è spesso esito di un viaggio articolato tra l’idea, l’attesa e l’incontro con l’Altro.

Tale tragitto spesso attiva nell’individuo una serie di processi di rimpasto di vissuti e desideri passati e fantasmatici. Innanzitutto, è importante considerare che il desiderio di gravidanza e il desiderio di maternità/paternità non necessariamente coincidono; mentre il primo fà riferimento al desiderio di dimostrare di “funzionare” come le proprie figure primarie e quindi di saper procreare, il secondo é strettamente connesso al desiderio di accudire, dove l’immaginare un figlio é mosso da spinte arcaiche legate alle proprie relazioni affettive e alle esperienze accuditive primarie, all’essere figli.

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Essere onlife
Alla ricerca della propria realtà

Il termine onlife coniato dal professor Floridi, filosofo e docente all’Università di Oxford, descrive un fenomeno che più o meno ampiamente interessa la vita di ciascuno di noi. Questa espressione delinea il vivere in una dimensione tra la realtà virtuale e quella materiale, i cui confini stanno diventando ormai molto labili. Ma cosa succede se tali confini si dissolvono? Quando arriviamo in un posto nuovo o stiamo partecipando ad un momento di festa, spesso, tra i primi pensieri che sfiorano la nostra mente c’è il voler condividere sui social quanto stiamo vivendo.

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