Le radici dell’identità. Il mondo del bambino

“Il mondo rappresentazionale del bambino è una raccolta organica di esperienze passate, di impressioni relativamente durature, una costellazione di percezioni e di immagini, che il bambino coglie dalle sue varie esperienze, e che a sua volta fornisce una sorta di mappa cognitiva, una specie di panorama soggettivo nel quale egli può evocare quell’insieme di personaggi e di eventi che costituiscono il teatro della sua esperienza”

( Greenberg J. R. Mitchell S. (1986), Le relazioni oggettuali nella teoria psicoanalitica, Il Mulino, Bologna.)

Lo sviluppo dell’individuo è il frutto delle prime interazioni che si stabiliscono tra il bambino e il suo caregiver. In effetti già a partire dai primi mesi il neonato manifesta forme primitive di intersoggettività che si realizzano attraverso una partecipazione contingente di stati affettivi mediati dalla percezione delle espressioni emotive che l’adulto gli rivolge. Vi è quindi un’esperienza interattiva che il bambino percepisce come un’unità che contiene al suo interno tutti gli attributi significativi e che perlopiù riguarda esperienze di regolazione del Sé, relativamente allo stato somatico, all’intensità degli stati affettivi, al grado di attivazione, alle motivazioni, all’intimità, all’attaccamento: sono infatti le esperienze di essere con un “Altro regolatore del Sé”, quelle più importanti per la costruzione del mondo rappresentazionale.

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La coppia perfetta. il punto di vista della psicologia

people-2583943_1920 courtesy of LITRO.co.uk

Conoscere le probabilità di riuscita di un rapporto di coppia, fin dall’inizio di una nuova relazione, è un desiderio che accomuna molte persone. In tanti vorrebbero essere a conoscenza delle probabilità che la propria storia ha di proseguire nel tempo, oppure di interrompersi per diverse ragioni, tra cui un’incompatibilità di carattere o per aspettative divergenti.

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Il valore di una separazione. Se mi lasci…ti porto con me

Durante l’arco della vita siamo portati a confrontarci con diversi gradi di separazioni. Da quelle materiali, pensiamo al distacco che affrontano tutti i bambini quando devono interrompere l’utilizzo del ciuccio; alle separazioni relazionali, come la fine di un’amicizia o l’interruzione di un rapporto di coppia. Tutti gli allontanamenti, materiali e non, nel loro piccolo possono essere equiparati a dei lutti, e così come tali, possono essere elaborati positivamente.

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Imprescindibilità del caos. Elogio delle trasformazioni

Metamorfosis. Vito Campanella

“Bisogna avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante”

Tutti noi abbiamo subito il fascino di quest’affermazione di Nietzsche. Risulta infatti affascinante la possibilità che quel tormento che abbiamo dentro che ci consuma quotidianamente e che non cessa mai di ricordarci la sua presenza, possa trasformarsi non soltanto in qualcosa di finalmente ordinato ma addirittura in qualcosa di straordinario, come una stella danzante.

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La storia dell’aquila che si crede un pollo. Accettarsi è cambiare

“Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro.

Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro. Trascorsero gli anni, e l’aquila divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di sé, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d’aria, muovendo appena le robuste ali dorate.

La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita: “Chi è quello?”, chiese. “E’ l’aquila, il re degli uccelli” rispose il suo vicino. “Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli.”

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Innamorarsi dell’assenza. Ci sono ma non troppo

A volte sentiamo di innamorarci di persone che non sono disponibili ad avere una relazione con noi. Individui che sono già impegnati in un’altra storia e che in realtà non lasceranno mai il partner, altri che non sono pronti ad avere una relazione d’amore o non vivono il nostro stesso sentimento.

Capita di inseguire le persone “sbagliate” di fossilizzarci su chi non è disponibile per infiniti motivi a star con noi quando nel mondo esistono milioni di persone pronte a mettersi in gioco, possibilità concrete di costruire un rapporto intimo amoroso. Trovare la persona capace di farci innamorare non è di certo cosa semplice, ma neanche impossibile. Per innamorarci abbiamo bisogno di intuire nell’altro qualcosa che ci stupisce perché in qualche modo ci parla di noi (di un vissuto di insicurezza per esempio, di un ideale di forza, di un legame di accudimento materno mancato). Questo (in)seguire le persone non del tutto disponibili potrebbe diventare un motivo di riflessione nel caso in cui sembra essere una nostra tendenza, una modalità che si ripete in noi. Potrebbe essere quindi interessante domandarsi se c’è un denominatore comune in queste situazioni: è possibile che non mi innamoro solo dell’altro, di quella persona specifica, ma delle emozioni che l’altro che non si consegna a me fa vivere?

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Un ideale di vita. Lettera a Silvia Costanza Romano

Avevo intenzione di iniziare l’anno con un articolo leggero, cavalcando l’onda delle festività appena passate, ma tutte le dichiarazioni, gli articoli e i commenti che tutti abbiamo potuto ascoltare e leggere sul rapimento della cooperante italiana mi hanno spinto a scrivere un articolo diverso, diverso dal solito. Una lettera più che un articolo, senza citazioni, senza strofe di canzoni; una lettera a Silvia e a chi come lei decide di dedicare la sua vita al prossimo, vicino o lontano che sia.

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