William Utermohlen (1933-2007) è stato un pittore americano morto nel 2007 a causa della demenza di Alzheimer, diagnosticatagli circa dieci anni prima della sua morte, nel 1995.
“Mai come quando amiamo prestiamo il fianco alla sofferenza, mai come quando abbiamo perduto l’oggetto amato o il suo amore siamo disperatamente infelici”.
Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace OdV in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/
Avete presente quell’emicrania così forte da non riuscire a tollerare luce e rumori, la gastrite da piegarsi in due dal dolore, la cervicale da non riuscire ad alzarsi dal letto, la colite da passare tutto il giorno in bagno (eccetera eccetera eccetera) che arrivano puntualmente il venerdì sera, al termine di un’impegnativa settimana di lavoro, e subito prima dell’inizio di un week end all’insegna dello svago. Probabilmente sì, ognun* di noi ha fatto esperienza delle proprie somatizzazioni, dei propri sabotaggi sintomatologici (per approfondire si rimanda all’articolo “I meccanismi di difesa – Quei garanti della sopravvivenza”).
L’approccio performance-based alla malattia di questa nostra società frettolosa ed efficiente vuole farci tornare il prima possibile alla normalità, negando il significato del sintomo quindi tentando di eliminarlo attraverso la farmacologia, anche se sappiamo bene che la liberazione dal sintomo non equivale alla guarigione: è una soluzione temporanea che silenzia quel rumore di sottofondo rappresentato dal sintomo.
1986. San Francisco. Larry Harvey e Jerry James costruiscono un fantoccio di legno, lo trascinano sino alla spiaggia di Baker e lo incendiano. Nel giro di pochi istanti viene data vita ad una grande folla, si crea ciò che in ambito sociologico viene definita come una vera e propria comunità.
Il termine “baby gang” è ormai entrato, grazie al tambureggiare dei mass media, nel linguaggio comune per definire ogni gruppo di giovani che, forte del numero, commette soprusi e reati vari nei confronti di coetanei ed adulti.
Probabilmente ognunә di noi ha un ricordo scolastico legato all’efficace strategia che ha portato gli antichi romani a divenire così potenti in così breve tempo. “Divide et impera”, che letteralmente significa “dividi e conquista”, è una strategia di dominio che suggerisce come la divisione, la rivalità, la discordia dei popoli soggetti giova a chi vuol dominarli. Se guardiamo al nostro panorama politico, ad alcuni contesti lavorativi particolarmente competitivi e piramidali vedremo come l’antica strategia è ancora molto in voga: indurre diffidenza e paranoia in un gruppo di pari (la “guerra dei poveri”) garantisce il potere alla persona o alle persone che si trovano ai vertici.
“Le nuvole bianche sopra di me si fermano e il mandorlo fiorisce nel mio cuore”
“Mi sento ancorata al centro del mio corpo, c’è molta calma dentro e intorno tutto scorre senza travolgermi”
“ Posso accorgermi del momento in cui una foglia si stacca lieve dal ramo e silenziosamente ondeggia verso terra. Posandosi, produce un frastuono dentro al petto. Come si può non udire?”
Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace OdV in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/
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