Muoversi per guarire dal trauma
Progetto di danza movimento terapia

Immagine tratta dal sito: https://www.nurse24.it/studenti/danzamovimentoterapia-espressivo-relazionale.html

La premessa, c’è sempre almeno una piccola premessa.

Questo articolo è stato pensato e scritto parallelamente allo sviluppo di un piccolo progetto di Danza movimento terapia a favore di donne vittime  (anche se a noi piace parlare di SOPRAVVISSUTE) di violenza ospitate da centri antiviolenza residenziali facenti parte della rete di LiberamenteDonna. Il progetto è in corso d’opera, quindi, questo articolo farà da apripista ad un secondo, dove, si spera a progetto concluso, si potrà parlare dell’esperienza vera e propria.

​Il corpo è il portavoce delle nostre sensazioni e delle nostre emozioni, che sono sempre “incarnate”, lasciando un segno nel corporeo; la dimensione corporea si va portavoce del vissuto emotivo e cognitivo (per ulteriori approfondimenti si rimanda all’articolo: La dimensione corporea, tra emozioni e psicopatologia)  Normalmente queste sono integrate nelle nostre esperienze ma l’evento traumatico tende a frammentarle.

E’ noto che gran parte delle persone che hanno subito un trauma, specialmente di natura fisica ( come avviene alla maggior parte delle donne ospiti di questi tipi di strutture), non riescano a percepire intere aree del proprio corpo, vivendo un’esperienza di completa disconnessione con questo  (Bessel Van DerKolk).

 Ingaggiare il corpo nel trattamento del trauma, dunque, assume un’importanza fondamentale; infatti riduce la lunghezza dei trattamenti favorendo una riconnessione degli aspetti cognitivi, delle emozioni e delle risposte corporee che la violenza aveva inevitabilmente frammentato (Levine & Land; 2016).

In questo contesto si inserisce la danzamovimentoterapia, come disciplina che mette al centro il corpo in uno spazio protetto e confinato e in un contesto di gruppo; il corpo, dunque, diviene protagonista di un lavoro volto progressivamente ad una maggiore consapevolezza di stati corporei ed emotivi rimasti sopiti e staccati.

La danzaterapia è una disciplina che si inserisce nel quadro delle arti terapie, la cui pratica professionale in Italia è regolamentata dalla norma UNI 11592:2015, ai sensi della legge 4/2013. Vanta un consolidato patrimonio teorico e metodologico e trova applicazione in svariati ambiti, rivelandosi un’importante risorsa dall’area della prevenzione alla psichiatria. Può essere impiegata da sola o inserita in un più ampio quadro multidisciplinare, coadiuvando altri tipi di terapia.

In questo contesto la danzaterapia e in particolare la danzaterapia Espressivo-Relazionale Dmt-ER®, che è il modello di riferimento per questo progetto, può essere considerata una valida risorsa per riattivare il piacere di muoversi in gruppo, per esplorare i propri e gli altrui confini in un’ottica di relazione e interconnessione con l’altro e promuovendo un clima ludico e partecipativo. Il gruppo, infatti, assume una connotazione importante in quanto permette di condividere l’esperienza con altre persone che hanno sperimentato il medesimo trauma e quindi di non sentirsi sole nell’affrontare un’importante rielaborazione di questo tipo.

Lo scopo ultimo e generico, rispetto al background teorico di riferimento, quindi, è quello di risvegliare il piacere funzionale riattivando il corpo nella relazione con l’altro ( che nelle donne che hanno subito violenza assume una moltitudine di significati) e nella dimensione spaziale.

In questo orizzonte sono stati delineati degli obiettivi specifici; tra cui:

  • Aumentare il benessere psico-fisico attraverso il “muoversi  insieme”, il rispecchiamento e  la risonanza
  • Aumentare la percezione del corpo nello spazio e nella relazione con l’altro utilizzando movimenti semplici e valorizzando la risorsa gruppale
  • Stimolare le possibilità comunicative non verbali, sfruttando la relazione,  il movimento e lo stimolo ritmico musicale

Il progetto, in una fase di assoluta sperimentazione, sarà condotto da una danza movimento terapeuta. Inoltre è previsto un incontro conclusivo tenuto da una psicologa.

In questo mare, ancora teorico e ancora un po’ sopito, speriamo di vedere delle belle onde in movimento di cui si spera di poter raccontare nel prossimo articolo.

Per la realizzazione di questo progetto si ringrazia la mia amica, nonché collega, neodanzamovimento terapeuta e ballerina Luisa Vagniluca e la rete LiberamenteDonna.

Dott.ssa Chiara Moriglia

Psicologa e Psicoterapeuta in formazione

Per Approfondire:

  • Bessel Van DerKolk. Il corpo accusa il colpo. Raffello Cortina Editore.
  • Levine, B., & Land, H. M. (2016). A meta-synthesis of qualitative findings about dance/movement therapy for individuals with trauma. Qualitative health research, 26(3), 330-344.
  • Bellia V., Dragoni B. (2016) La funzione sociale della Danzamovimentoterapia. In Plexus 13/2016, www.rivistaplexus.eu.
  • Bellia V.(2016), Se la cura è una danza La metodologia espressivo-relazionale nella danzaterapia, Franco Angeli, Milano .  

Corpo, danzamovimentoterapia, movimento, trauma

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