Il Cyberbullismo
Bagagli di sofferenze 

Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace OdV in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/

La pandemia ha portato con sé numerosi cambiamenti.

L’uso coatto della tecnologica e del mondo online  in sostituzione della “presenza” ha rappresentato una rivoluzione significativa, talvolta con conseguenze costruttive, talvolta distruttive come nel caso del registrato aumento di casi di violenza perpetrata attraverso i social network.

Il cyberbullismo è una forma di violenza fra pari consumata nel mondo online; riguarda un insieme di azioni aggressive, intenzionali e ripetitive di una singola persona o di un gruppo realizzate per mezzo di strumenti tecnologici. Si configura – nella maggioranza dei casi – come la naturale estensione di atti di bullismo perpetrati nell’offline.  Il cyberspazio permette ai bulli di continuare nell’online, senza confini, quanto iniziato in presenza e crea un contesto attivo h24 in cui potenzialmente diffondere violenza.

Nella violenza tra pari la relazione tra le parti è asimmetrica: vi è uno squilibrio di potere o di forza tra bullo (o cyberbullo) e vittima, tale che la vittima subisce, non riuscendo a reagire. e il bullo agisce con l’intento di determinare un danno psicologico alla vittima, esercitando un controllo sulle sue emozioni. È una forma di violenza che inficia le relazioni e determina un peggioramento del benessere in tutti gli attori coinvolti. Chiunque entri in contatto con una dinamica di violenza, ne ricava un personale bagaglio di sofferenza e di disagio psicologico. Le conseguenze emotive del cyberbullismo, dunque, coinvolgono chi subisce (vittima) chi commette il gesto (cyberbullo) ma anche chi assiste e partecipa passivamente alla dinamica (spettatori).

Nessuno è esente dalla sofferenza.

La vittima

La personalità della vittima è solitamente caratterizzata da ansia, insicurezza, scarsa stima di sé, eccessiva timidezza; spesso proviene da un contesto familiare iperprotettivo. Le sue caratteristiche la espongono maggiormente agli attacchi perché attivano l’interpretazione (erronea) dell’esistenza di una fragilità che fa sentire il bullo più potente.  

Il cyberbullismo, a differenza del bullismo tradizionale, può colpire all’improvviso e in silenzio, tanto che la vittima può venirne a conoscenza quando il fenomeno è già in corso. La natura virale della violenza amplifica forti sensazioni di impotenza: la vittima sente di non avere alcun controllo e di essere in balìa degli eventi, non potendo fermare il processo di condivisione e il proliferare dei commenti negativi. Il cyberbullismo genera nella vittima sentimenti di impotenza, denigrazione, intimidazione, esclusione, umiliazione che assumono la dimensione di un abuso emotivo con conseguenze che vanno al di là dell’evento in sé e possono protrarsi nel tempo.

I sintomi (o segnali di allarme) che maggiormente si riscontrano nelle vittime possono essere a breve/medio termine rispetto all’evento, o  a lungo termine, persistendo o rimanendo latenti per molti anni.

Le conseguenze a breve/medio termine riguardano:

– Paura di andare a scuola, con possibile abbandono scolastico.

– Isolamento

– Aumento di sintomi psico-somatici, due volte maggiore rispetto al resto della popolazione  (mal di testa, mal di stomaco, dermatiti..)

– Incremento della sintomatologia ansiosa

– Insorgenza di sintomi depressivi (mancanza di interessi e senso di solitudine)

– Peggioramento dell’autostima e del senso di autoefficacia che colpisce diverse aree: aspetto fisico, abilità sociali, successo accademico…

– Difficoltà a concentrarsi e a dormire

– Ideazione suicidaria, tentativi di suicidio e suicidio

– Inversione di ruolo “da vittima a carnefice”: chi è stato vittima di violenza fra pari ha un’alta probabilità di diventare a sua volta un bullo, sviluppando forme aggressive, come linguaggio violento e atteggiamenti violenti nei confronti di altre persone considerate maggiormente fragili – ovviamente non del suo carnefice –  nell’online e nell’offline.

Le conseguenze a lungo termine:

Uno dei rischi riguarda lo strutturarsi di un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress nella vittima: i comportamenti di violenza perpetrati online sono reiterati e persistono per un significativo lasso di tempo portando con sé sintomi tipici del disturbo. Si struttura un clima di terrore, in cui la vittima sente di vivere costantemente nella paura che riaccada un episodio di violenza ai propri danni.

Col supporto psicologico è fondamentale offrire alle vittime uno spazio in cui non sentirsi giudicati, ma liberi di esprimere la propria sofferenza, e poter lavorare:

– sulle potenziali vulnerabilità preesistenti (per esempio basse competenze sociali, insicurezza, bassa autostima o difficoltà nel relazionarsi col gruppo dei pari);

– sull’apprendimento di strategie assertive:  educare all’assertività, insegnando ai ragazzi ad evitare comportamenti passivi o aggressivi, manifestando apertamente i propri bisogni nella libertà propria e altrui;

– sui comportamenti social che maggiormente espongono al rischio di cyberbullismo (ad es. Pingault e Schoeler hanno dimostrato che chi trascorre più tempo online è maggiormente esposto al rischio sia di essere vittimizzato che di perpetuare atti di cyberbullismo.)

Il cyberbullo

La personalità del cyberbullo può essere caratterizzata da un disturbo narcisistico o da un disturbo borderline di personalità oppure da un disturbo della condotta. Ha tendenzialmente un buon Q.I. ma scarsissime competenze empatiche.

I comportamenti violenti hanno lo scopo di colpire la vittima, esercitare un controllo sulle sue emozioni e rafforazare la propria immagine di potente leader nel gruppo.

Le conseguenze del cyberbullismo sui carnefici riguardano:

– peggioramento del rendimento o abbandono scolastico

– presenza di sintomi psicosomatici (ma in misura < che nelle vittime)

– aumento di condotte antisociali e delinquenziali

– aumento dell’abuso di sostanze (alcol e droghe)

– sintomi ansiosi

– sintomi depressivi e ideazione suicidaria

Un intervento psicologico efficace sui cyberbulli prevede un lavoro sulle competenze emotive/empatiche e sull’impegno morale per apprendere strategie comportamentali non aggressive e un’educazione all’assertività che insegni ad evitare comportamenti passivi o aggressivi, manifestando apertamente i propri bisogni nella libertà propria e altrui.

Il supporto psicologico deve aiutare, inoltre, anche a lavorare sull’autostima e ad attribuire senso alle punizioni della famiglia o della scuola, valutando le ragioni di tali scelte punitive e riconoscere la propria responsabilità.

Gli interventi su vittime e cyberbulli prevedono anche azioni di Educazione Civica Digitale all’interno di percorsi di alfabetizzazione informatica che insegnino a rapportarsi ai media con spirito critico e responsabilità.

Nel campo dell’intervento psicologico, non è possibile limitarsi alla sola psicoterapia individuale ma è fondamentale una mobilitazione che coinvolga anche le famiglie, gli insegnanti, il gruppo dei pari e la scuola come istituzione e lavori anche sulla prevenzione del fenomeno. Per prevenire è importante intervenire sin dall’infanzia, educando a relazionarsi in modo empatico con gli altri, al rispetto di se stessi e dell’altro. È necessario proporre alle scuole programmi di educazione socio-affettiva che puntino ad una maggiore consapevolezza delle emozioni proprie e altrui, alla tolleranza della frustrazione e delle emozioni negative, e al supporto tra pari. Inoltre bisogna intervenire precocemente anche sui genitori e insegnanti informando sul fenomeno e su come individuarlo (per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo “Bullismo e Cyberbullismo – I benefici dello psicologo a scuola).

Quanto più l’educazione è precoce, tanto minore è il rischio di sviluppare comportamenti devianti o difficoltà relazionali di vario tipo. La prevenzione è uno dei mezzi più efficaci per rivoluzionare il substrato culturale alla base della violenza; è nostro il compito di attivarci per ridurre la presenza di bagagli di sofferenze da dover sistemare.

Dott.ssa Emanuela Gamba

Psicologa, Psicoterapeuta ed Esperta in Psico-Oncologia

Riceve su appuntamento a Roma (Zona Prati)

tel: (+39) 389 2404480

email: emanuela.gamba@libero.it

Per Approfondire:

– Civita A. (2016) “Il bullismo come fenomeno sociale. Uno studio tra devianza e disagio minorile.” Franco Angeli

– Viola D. “Non è unna scuola per bulli. Strategie di prevenzione del bullismo, cyberbullismo e bullismo omofobico”, Ed. Galton, 2018

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