Il masochismo sessuale. L’eccitazione della sofferenza
La sessualità e la sua espressione sono elementi caratteristici della personalità, sono come il corredo genetico: ci rendono unici e diversi da tutti gli altri. Il modo in cui viviamo la sessualità mette in luce la nostra creatività ed i nostri desideri. Ciò avviene anche per le patologie ad essa associate. Le perversioni sessuali rappresentano un argomento che sempre più frequentemente sta ricevendo l’attenzione da un lato del mondo scientifico (medici, psicologi, sessuologi, giuristi, educatori, sociologi) e dall’altro dell’opinione pubblica e dei mass-media. A lungo si è tentato di dar loro un adeguata collocazione e definizione, finché sono state inserite nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM IV e ora nell’ultima versione DSM V) all’interno del capitolo “Disturbi Sessuali e dell’Identita di Genere”, acquisendo l’etichetta di “parafilie”: caratterizzate da impulsi sessuali, comportamenti ricorrenti ed eccitanti sessualmente riguardanti oggetti inanimati, sofferenza e/o umiliazione di se stessi, del partner, di bambini o altre persone non consenzienti, che si manifestano per un periodo di almeno sei mesi. Tra le parafilie più comuni si possono citare l’esibizionismo, in cui l’eccitamento sessuale deriva dal mostrare o esibire i propri genitali ad un estraneo inconsapevole, il feticismo, in cui il piacere sessuale si riceve solo da oggetti inanimati (scarpe, biancheria intima…), che divengono quindi oggetti di “venerazione”, il frotteurismo, per cui si prova eccitamento nel toccare o strofinarsi contro una persona non consenziente.