Esperienze e Terapie con Animali
Quattro Zampe e un Cuore

“Il tempo trascorso con i gatti non è mai sprecato”

(Sigmund Freud)

Gli animali, come i cuccioli di uomo, sono un’immensa fonte di amore incondizionato.

Sentiamo subito sulla nostra pelle gli effetti positivi della vicinanza di un animale domestico: lo scodinzolare di un cane ci fa sperimentare improvvisamente la felicità,  le fusa di un gatto ci rilassano e la buffa corsa di un coniglietto ci fa sorridere e intenerire.

La relazione con un animale nasce da interazioni corporee e sensoriali, di forte impatto emotivo. Costruiamo con lui  un rapporto che cresce nella quotidianità, un attaccamento in cui sperimentiamo fiducia, cura, gioco, compromessi, abitudini, affetto… e soddisfiamo il nostro innato desiderio di prenderci cura di qualcun altro che, fragile e dipendente dalle nostre attenzioni, ci permette di non sentirci inutili e migliora la nostra autostima. Sentiamo di essere incondizionatamente ricambiati nell’ affetto, perché un amico a quattro zampe è anche il facile obiettivo di importanti proiezioni. Percepiamo e sperimentiamo pensieri e stati d’animo nostri inconsapevoli, attribuendoli a lui. Facciamo esperienza di un legame sicuro, perché il suo affetto non è altro che lo specchio del nostro affetto: amiamo e quindi riceviamo amore.

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La famiglia. Vicinato scomodo del paziente o essa stessa paziente?

Una persona si reca dallo psicologo. Sono in uno studio per una consulenza che, se lo psicologo fosse anche psicoterapeuta, potrebbe diventare una psicoterapia. Fisicamente nello studio sono due. Giusto? Ma quanti sono in realtà? Quante persone porta con sé chi si reca dallo psicologo?

È noto, ed è forse diventato un luogo comune anche oggetto di battute bonarie nei confronti della nostra categoria, che la relazione con la madre fa spesso parte dei fattori scatenanti del disturbo di cui è affetto chi si reca dallo psicologo. Durante i primi anni di vita dei bambini le mamme vengono messe sotto la lente di ingrandimento. I loro comportamenti vengono analizzati accuratamente e spesso questo diventa anche un elemento ansiogeno se invece di esserci attenzione e interesse c’è del giudizio.

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Internet Addiction. Un’arma a doppio taglio

Foto di Robinraj Premchand da Pixabay

La storia di internet è affascinante! Un’idea nata inizialmente nel corso degli anni ‘60 per consentire ad utenti di diversi computer di poter comunicare tra loro, si è evoluta attraverso lo sviluppo tecnologico delle reti di telecomunicazione, fino a giungere negli anni ’90 al lancio del “World Wide Web”. Questo processo di espansione non si è mai arrestato: inizialmente la rete metteva in comunicazione solo i paesi occidentali, poi si è estesa ai paesi in via di sviluppo, oggi tutto il mondo è “collegato”. Noi che apparteniamo al XXI° secolo siamo così abituati all’utilizzo di questo tipo di media, tramite l’uso di smartphone, pc e tablet, che ci dimentichiamo della sua natura complessa e polimorfa, perché siamo ormai dipendenti dalla molteplicità dei bisogni individuali che la stessa rete può soddisfare. La comodità che internet ha fornito e per molti aspetti il suo sano utilizzo, come ad esempio la libertà di informazione, scevra da qualsiasi tipo di controllo mediatico, dato che tutti hanno diritto di parola, nasconde il suo “lato oscuro”, l’altra faccia della medaglia di questo strumento.

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Pelle e Psoriasi, Un fortino per le emozioni

La pelle: punto di contatto ma anche punto di confine fra noi e l’altro, fra il dentro e il fuori. Costituendo un involucro di protezione per i nostri organi interni, accanto alla funzione di rivestimento corporeo, a quella di termoregolazione e di massiccia difesa da ogni sorta di aggressione esterna, dobbiamo anche pensare che la nostra cute possiede una fondamentale funzione in campo relazionale. Facendo ricorso ad un po’ d’inventiva potremmo quasi associarla ad una fisarmonica, che ora allunga e ora accorcia le sue braccia immaginarie, modulando opportunamente le distanze da tenere nei contesti più diversi in cui si trovi immersa: proviamo a figurarci anche solo per un attimo, come durante un rapporto sessuale fra due amanti quei confini siano ridotti al minimo, quando la pelle dell’uno sembra quasi fondersi con quella dell’altro, prestandosi così ad una piena “esposizione”.

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The visit. “You have to laugh to keep the deep darkies in the cave.”

the visit – 2015 Blinding Edge Pictures, Blumhouse Productions, distribuzione Universal Pictures
Image courtesy of Universal Pictures

Becca e Tyler sono fratelli, lei è un’adolescente, lui ha appena otto anni. Lei ha la passione della regia, lui vuole fare il rapper. Lei non si guarda mai nello specchio, neanche quando si lava i denti; lui ha la fobia dei germi, da quando il padre li ha abbandonati per andare a vivere a Los Angeles. La madre si sta costruendo una nuova vita, con un nuovo compagno e dopo quindici anni sta tentando di riallacciare i rapporti con i proprio genitori, interrotti quando aveva deciso di sposare l’uomo che ora l’ha lasciata per una ragazza conosciuta in uno Starbucks e che loro non hanno mai accettato.  Per una settimana i due fratelli andranno a stare dai nonni che non hanno mai conosciuto, a Masonville, una sperduta comunità agricola in Pennsylvania. Sarà una settimana di puro divertimento, l’unica regola è non uscire dalla propria stanza dopo le nove e trenta. Per Becca è l’occasione perfetta per girare un documentario sulla sua famiglia d’origine, peccato non sappia di star girando un film horror.

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La cefalea psicosomatica. La logica che uccide

Narra Esiodo: “ (…)dopo aver detronizzato Cronos, Zeus si unì a Metis, la Prudenza, figlia di Oceano e della titanide Thetys. La storia della tormentata successione regale sembrava dovesse ripetersi anche con Zeus, Urano e Gea fecero sapere a Zeus che dopo avergli dato una figlia, Metis avrebbe messo al mondo un figlio più forte del padre destinato a spodestarlo. Zeus allora, memore delle esperienze passate ingoiò Metis, che divenne un tuttuno con corpo di Zeus, prendendo posto nel capo; al momento del parto Zeus avvertì un forte mal di testa e chiese ad Hefèsto, il fabbro divino di spaccargli la fronte. Dalla grande ferita venne fuori una dea, armata di tutto punto, con l’elmo, la corazza, lo scudo e la lancia; era nata Pallade Atena che subito urlò un grido di vittoria e si mise a ballare una danza guerriera.(…)”

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Il Vaginismo. Le margherite si schiudono con il sole

Un giorno, da grande, mi sono scoperta ad osservare affascinata le margherite mentre, lentamente, si chiudevano sempre più su loro stesse, quasi fino a tornare alla forma di bocciolo, accompagnando la discesa del sole al tramonto. Fin da piccola ricordo che mi è stato insegnato che le margherite, così come i girasoli ed altri meravigliosi quanto delicati fiori, seguono il ciclo del sole, schiudendosi e chiudendosi quotidianamente.

Ho voluto iniziare questo articolo descrivendo un fenomeno a cui tutti noi siamo abituati fin da sempre per introdurre il tema delicato (come un fiore) della patologia sessuale femminile del vaginismo.

Il vaginismo è medicalmente descritto nei manuali come una contrazione involontaria del muscolo esterno della vagina che impedisce quindi la penetrazione. 

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Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata
Abbuffate di Emotività

In questa sede abbiamo più volte affrontato il tema della nutrizione e delle implicazioni personali e sociali associate a tale pratica vitale. Il cibo è banalmente ciò che ci mantiene in vita, ma al contempo rappresenta significati che sono strettamente legati, in maniera differente per ognuno di noi, ad un insieme di emozioni precise e ambivalenti (per un approfondimento si rimanda all’articolo Dipendenza da cibo – Il legame tra nutrimento ed emozione  della rivista del mese di Febbraio 2015). Può essere una gratificazione o una punizione, una scusa per interagire, una scelta attraverso cui esprimere il proprio modo di essere, una difficile dipendenza da cui uscire, un piacevole conforto, un nemico da combattere..

l cibo rappresenta il pensiero ossessivo di chi mette in atto comportamenti disfunzionali nel tentativo di distruggerequell’idea di “nemico/amico”, rischiando invece solo di annientare se stesso.  È il caso dei disturbi del comportamento alimentare.

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Lo sviluppo infantile. Le fondamenta della nostra mente

È ormai fuori discussione l’importanza dei primi anni di vita per lo sviluppo sano o patologico dell’individuo. Ciò che avviene in questa delicatissima fase è come se venisse registrato, utilizzato come base, come fondamenta della propria personalità. Tutto ciò risulta molto chiaro quando ci troviamo di fronte a evidenti casi di maltrattamenti o trascuratezza. Penso che ognuno di noi, senza necessariamente possedere particolari conoscenze in psicologia, possa comprendere quanto può incidere negativamente sullo sviluppo, un abuso subito durante l’infanzia. La vulnerabilità fisica e psicologica del bambino, a differenza di un adulto, lo pongono in una situazione di impotenza che minerà la propria percezione di poter esercitare del controllo su sé stessi e sulla propria realtà. Ciò che risulta essere il problema principale è che, subire maltrattamenti o abusi in questa fase dello sviluppo, va ad interferire con quei normali processi relazionali all’interno dei quali il bambino si dovrebbe sperimentare e che dovrebbero funzionare da base per il suo sviluppo mentale.

Sigmund Freud individuò nelle esperienze traumatiche infantili, in particolare le seduzioni sessuali, i fattori di genesi dell’isteria (per un approfondimento si può consultare l’articolo L’isteria – Psicopatologia dei sessi nella rivista del mese di Aprile 2015). Evidenziò quindi l’importanza di quanto avviene di traumatico nelle prime fasi dello sviluppo.

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Le libere associazioni. Immagini e pensieri senza controllo

Ogni individuo è inseparabile, occupa materialmente un certo spazio, è riconoscibile per certe caratteristiche esclusivamente sue, ossia è uno e unico! Sappiamo e ci percepiamo come un tutt’uno, ma riflettendoci un attimo, è così semplice pensare ad un’immagine unitaria di noi stessi? Ad esempio, siamo in grado di distinguere il nostro corpo dalla nostra mente, ma per quanto riguarda quest’ultima, non siamo in grado di farci un idea coerente. Persino di noi stessi come protagonisti della nostra storia, non riusciamo a darci una costruzione sufficientemente unitaria, perché mancano dei pezzi: l’amnesia infantile, ad esempio, ma anche tutte le amnesie seguenti. Utilizziamo i nostri strumenti psichici, ma non sappiamo sempre darci la spiegazione di come funzionino. Tutto ciò per dire che ognuno di noi necessita di concepirsi come un tutt’uno perché altrimenti si troverebbe in una situazione di grave smarrimento.

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