Uno sguardo alla fibromialgia. Un male invisibile

“Ogni irrigidimento muscolare, contiene tutta la storia ed il significato del suo sorgere. Il corpo è un libro aperto perché in ogni sua parte, nella rilassatezza e nella rigidità di ogni suo muscolo, è scritta la storia di un’esperienza; sapendolo leggere parla dei desideri, delle paure, delle lotte e delle sconfitte, di tutto ciò che nella vita trascorsa ha contato e segnato, ha lasciato una traccia visibile nella carne.” (Reich)

“Sto tanto male ma nessuno mi crede…il mio male è invisibile agli occhi degli altri, ma non per questo è meno doloroso”. Con questa frase Claudia, una paziente a me molto cara, mi ha descritto il suo sentire nella sua totalità.

Claudia è una donna di mezza età, molto curata nel suo aspetto; ama praticare sport e lo fa regolarmente anche quando le sue forze non glielo consentono. Ha intrapreso, ormai da anni, un percorso medico con l’obiettivo di indagare le cause dei suoi dolori.

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La vergogna
Quando arrossire ci mostra agli altri

In moti proviamo vergogna, probabilmente ognuno di noi l’ha provata almeno una volta nella vita, ma credo anche di più. Diverse situazioni, dal parlare in pubblico, fare un reclamo, affrontare un esame, al chiedere un’indicazione, possono condurci ad uno stato di preoccupazione riguardante l’impressione che gli altri hanno di noi e iniziamo ad aver paura di essere criticati, di apparire ridicoli, non adatti alla situazione, goffi e così il nostro comportamento viene alterato ed incappiamo in “errori stupidi” che non avremmo mai fatto, peggiorando a volte la situazione. Sono tutte situazioni in cui siamo esposti all’altro, che ci “vede” in un determinato modo e che forse non collima con la percezione che abbiamo di noi stessi (per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo “L’insicurezza patologica – Ciò che non amo di me“).

Dal punto di vista fenomenologico la vergogna viene spesso paragonata ad una sensazione improvvisa di disagio e di nudità, ci si sente come se si fosse completamente a nudo, scoperti davanti all’altro. Ciò porta l’individuo che prova vergogna a desiderare di scomparire all’istante, di diventare invisibile; la sensazione è quella di essere bloccati, pietrificati.

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Autismo
Le caratteristiche della comunicazione verbale

Il linguaggio verbale consiste nella capacitàdell’individuo di definire sia la realtàcircostante che il proprio mondo interiore, attraverso l’uso delle parole.Tale sistema simbolico, complesso ed articolato, è espressione dell’attività mentale della personache, modellando grammatica e sintassi, genera concetti sempre nuovi.

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Dismorfismi sessuali
Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte

In quasi 25 anni, il libro di John Gray “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere” ha venduto più di 6 milioni di copie in tutto il mondo. Sebbene sia stato criticato dal mondo accademico per aver utilizzato degli stereotipi banalizzando le differenze tra i due sessi, la base delle tesi di Grey ha un fondamento scientifico, dimostrato in decenni di studi e di ricerche.

Gli uomini e le donne, infatti, differiscono per molte caratteristiche morfologiche, cerebrali, comportamentali e relazionali. È questo che intendiamo con il termine dimorfismo sessuale: una differenza tra appartenenti ad una stessa specie ma di sesso differente.

Dimorfismo sessuale cerebrale

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Pet Loss
Dire addio al nostro amico a 4 zampe

Vivere, o meglio, sopravvivere obbliga ognuno di noi ad affrontare numerosi lutti, importanti perdite e assenze durante il “percorso di viaggio”. Per cultura e per convenzione, tendiamo ad associare il termine “lutto” alla parola “morte” giacché rappresenta la principale condizione irreversibile di assenza. Ma è necessario sottolineare come ogni perdita rappresenti un lutto da affrontare.

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A spasso con Bob. Quando un animale ci cambia la vita

James Bowen aveva 27 anni, era un tossicodipendente, che cercava disperatamente di disintossicarsi, ma abbandonato dal padre, e senza una casa o un lavoro, trascorreva le sue giornate per le strade di Londra, ad elemosinare soldi mentre suonava la chitarra fuori dalle fermate della metro. La sua vita era davvero miserevole, ad eccezione dell’aiuto che gli offriva una giovane assistente sociale. Ma anche lei non poteva salvarlo. James doveva salvarsi da solo, con l’aiuto di un piccolo amico rosso, Bob.

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Proiezioni narcisistiche dei genitori sui figli
Dillo con parole mie

L’unica buona educazione è quella che permette alle emozioni di essere libere

(Alexander Neill)

Cari genitori, vi avranno già avvisato del dramma che vivrete non appena vostro figlio inizierà vagamente a sovrastarvi, ad opporsi alle decisioni che prendete per lui/lei o a causa dei pensieri che fate al posto suo, perché vi mostra di non essere a “vostra immagine e somiglianza”; questo dramma si presenta, ed è assolutamente tipico! Ci dovete passare. Accettare che lui/lei abbia una personalità diversa dalla vostra dovrebbe essere una buona notizia e non l’inizio di un vissuto angosciante. Sin da piccoli i bambini mostrano di avere un temperamento definito che influenzerà ogni azione e comportamento e non è detto che sia come quello dei genitori, anzi, è molto probabile che si differenzi da questi, perché cresce in un posto diverso, in un’epoca diversa, circondato da persone diverse (tralasciando i familiari stretti).

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Eutanasia e assistenza nel fine vita
Riflessioni introduttive

“Signori Giudici, autorità politiche e religiose: cos’è per voi la dignità? Qualunque sia la risposta delle vostre coscienze, sappiate che per me questo non è vivere con dignità. Io avrei desiderato almeno morire con dignità. Oggi, stanco dell’indifferenza delle Istituzioni, sono obbligato a farlo di nascosto come un criminale. Voi dovete sapere che la meccanica che porterà alla mia morte è stata scrupolosamente divisa in piccole azioni, ognuna delle quali non costituisce reato, ognuna compiuta da una diversa mano amica; se comunque lo Stato insiste a punire chi mi ha aiutato, io suggerisco il taglio di quella mano, perché quello, è stato l’unico contributo. La testa, cioè voglio dire la coscienza, l’ho messa io. Come potete vedere vicino a me c’è un bicchiere d’acqua che contiene una dose di cianuro di potassio: una volta bevuta avrò cessato di vivere, rinunciando al mio bene più prezioso, il mio corpo. Io ritengo che vivere sia un diritto, non un obbligo, com’è stato nel mio caso, costretto a sopportare questa penosa situazione durata 28 anni, 4 mesi e alcuni giorni… alla fine di questo periodo faccio un bilancio del cammino percorso, eh non mi tornano i conti con la felicità. Solo il tempo che ho vissuto contro la mia volontà, durato quasi tutta la vita, sarà, a partire da ora, mio alleato. Solo il tempo e l’evoluzione delle coscienze, decideranno, un giorno, se la mia richiesta era ragionevole o no”.

(Ramòn Sampedro –  “Mare dentro”)

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Il cammino di Santiago. Un’agognata metamorfosi

Il rito del cammino di Santiago risale al IX secolo. La leggenda narra che un eremita, avvertito da un angelo, vide delle strane luci che assomigliavano ad un campo di stelle (Campus Stellae, Compostela appunto) sulla collina dove sorgevano i resti di un antico villaggio celtico. Il vescovo Teodomiro, interessato a quello strano fenomeno, ordinò di scavare nel punto indicato dalle stelle, dove vennero scoperte le reliquie ritenute appartenenti a San Giacomo (Santiago appunto), l’apostolo di Gesù. A partire da quel momento credenti da tutti il mondo intrapresero il loro pellegrinaggio per raggiungere le spoglie del santo e il cammino tra i secoli X e XIII visse il suo periodo d’oro. Con l’avvento del Protestantesimo che metteva in crisi i valori fondamentali della fede popolare, e le frequenti guerre europee che rendevano pericoloso l’arrivo in Galizia, lentamente calò il sipario sul cammino di Santiago, fin quando negli anni ’70 il parroco di una delle località sulla via composteliana partì con il suo furgone carico di barattoli di vernice per segnare con frecce gialle, oggi simbolo del cammino, la via ormai dimenticata. Dopo essere stato ricordato da Papa Giovanni Paolo II nel 1982 ed essere stato considerato primo Itinerario Culturale Europeo nel 1987, nel 1993 il Cammino di Santiago è stato dichiarato Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco e ad oggi 270.000 persone, tra cui moltissimi italiani, secondi solo agli spagnoli, ogni anno intraprendono l’antico pellegrinaggio per arrivare a Santiago.

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