Uno sguardo alla fibromialgia. Un male invisibile

“Ogni irrigidimento muscolare, contiene tutta la storia ed il significato del suo sorgere. Il corpo è un libro aperto perché in ogni sua parte, nella rilassatezza e nella rigidità di ogni suo muscolo, è scritta la storia di un’esperienza; sapendolo leggere parla dei desideri, delle paure, delle lotte e delle sconfitte, di tutto ciò che nella vita trascorsa ha contato e segnato, ha lasciato una traccia visibile nella carne.” (Reich)

“Sto tanto male ma nessuno mi crede…il mio male è invisibile agli occhi degli altri, ma non per questo è meno doloroso”. Con questa frase Claudia, una paziente a me molto cara, mi ha descritto il suo sentire nella sua totalità.

Claudia è una donna di mezza età, molto curata nel suo aspetto; ama praticare sport e lo fa regolarmente anche quando le sue forze non glielo consentono. Ha intrapreso, ormai da anni, un percorso medico con l’obiettivo di indagare le cause dei suoi dolori.

E’ da tempo, infatti, che lamenta dolori in tutto il corpo: la stanchezza scandisce ogni minuto delle sue giornate, ha dolore alle articolazioni e spesso fatica a camminare, tanto che anche il dover afferrare un oggetto sta diventando un problema fisico, problema che poi si ripercuote anche nella sfera psicologica. La ricerca di un nome che rappresenti il motivo dei suoi sintomi è diventata ormai estenuante, ma la voglia di capire e il bisogno di non sentirsi sola continuano a darle la forza nell’affrontare questo difficile percorso. Le prime volte che veniva da me lamentava anche dolore alla mandibola che le portava difficoltà persino nel parlare; contemporaneamente notai che le sue emozioni e il suo sentire erano anche loro “strette tra i denti”: non potevano essere nemmeno lontanamente pronunciate.

Dopo essersi sottoposta a numerose visite, prelievi del sangue, colloqui con psicologi e psichiatri, finalmente la tanto attesa diagnosi è arrivata: Claudia sembra soffrire di fibromialgia. Il termine deriva da “fibro” (tendini e legamenti) e “mialgia” (dolore muscolare); è quindi una malattia reumatica che colpisce ogni tipo di muscolo che viene tenuto in continua tensione. Già nel 1800 sono stati descritti i primi casi, ma solo recentemente è stata descritta più dettagliatamente e riconosciuta come malattia invalidante. Le cause sono ancora sconosciute, ma sembra essere molto frequente in pazienti già affetti da patologie autoimmuni. Ricerche recenti ci aprono la strada nel pensare che le cause risiedano in fattori genetici e ambientali, come forti stress (lutti, maltrattamenti, abusi…) che possono essere anche rimossi, altre volte invece l’evento scatenante viene ricordato come temporalmente vicino alla comparsa dei sintomi.

Fra i sintomi principali troviamo:

–       Dolore diffuso in ogni parte del corpo, spesso localizzato in braccia, gambe, collo, spalle. Il problema riguarda soprattutto le giunzioni delle articolazioni e per questo la semplice flessione di un ginocchio, ad esempio, provoca forti dolori

–       Stanchezza generalizzata e affaticamento anche dopo un attività soft

–       La tensione muscolare provoca una rigidità importante che limita i movimenti, anche quelli apparentemente semplici, come il semplice aprire o chiudere un barattolo, può diventare complicato

–       Disturbi del sonno causati dalla tensione muscolare costante e continua nel tempo. Il sonno è frammentato con numerosi risvegli e non è mai un sonno ristoratore. Non essendo un sonno profondo, la persona rimane sempre in uno stato di veglia; di conseguenza i muscoli rimangono sempre in tensione e non hanno il tempo di rigenerarsi

–       Parestesie, cioè formicolii e senso di intorpidimento localizzati in un emisoma, vale a dire nella parte destra o sinistra del corpo

–       Alterazione della temperatura corporea, causa di un ipersensibilità nella percezione della temperatura esterna (troppo freddo o caldo eccessivo)

Al di là della sintomatologia più manifesta, ciò che a me interessa sottolineare, è come viene affrontata dal paziente tale patologia e cosa ancora più importante, quali sono le conseguenze psicologiche per chi riceve questa diagnosi.

Come accennavo precedentemente le cause di questa patologia hanno qualcosa in comune con il disturbo post-traumatico da stress: alcune ricerche sostengono la presenza di una componente psicosomatica. Conseguentemente, se l’evento traumatico o stress cronico non viene risolto anche sul piano psicologico, può prendere forma nel corpo, esprimendosi con sintomi di natura medica. Non per questo però le persone con questa diagnosi devono essere categorizzate come malate immaginarie, ipocondriache o bugiarde.

Ci tengo a precisare che i dolori lamentati sono reali e quindi non frutto di fantasie o immaginazione. Ciò che lamenta la mia paziente è la difficoltà nel rapportarsi con le persone, non sente di essere creduta, avverte l’influenza del giudizio degli altri e questo scatena un’altra serie di disturbi.

Tra i pazienti con fibromialgia, e Claudia ne è l’esempio, l’aggravarsi delle condizioni fisiche danno vita a conseguenze psicologiche di rilevante importanza come, ad esempio, ansia e depressione. Inoltre la difficoltà fisica nell’uscire di casa provoca una restrizione nelle attività sociali: avere rapporti e relazioni è così praticamente impossibile. La condizione di solitudine rende ancora più difficile la diagnosi, perché spesso confusa con altre patologie psicologiche; fino a qualche anno fa, infatti, si pensava che ansia e depressione fossero le cause principali e non la conseguenza di questo male così misterioso.Per quanto riguarda le cure è necessario affiancare alla terapia farmacologica, una terapia psicologica; inoltre, alcune ricerche mostrano i benefici della meditazione, effettuata attraverso tecniche quali lo yoga o la terapia del rilassamento profondo. Importante è quindi attivare una rete che veda coinvolti molti specialisti: medico, psichiatra, psicoterapeuta, in quanto il solo lavoro psichico non può curare i dolori e le disfunzioni posturali che questa patologia porta.

E’ così che, solo sciogliendo la tensione muscolare, le emozioni possono prendere voce ed è possibile dare spazio a parole e pensieri.

Dott. ssa Serena Bernabè

Riceve su appuntamento a Roma
(+39) 349 2734192

Per Approfondire:

– Psichiatria clinica. A.A.: -Fibromialgia: aspetti psicologici e psicopatologici-

– http://psichiatriaclinica.it

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