In questa vita che scorre ad una velocità incredibile spesso, troppo spesso, ci perdiamo dietro alle cose da fare, a quello che dovremmo essere,, a cercare di dimostrare qualcosa e inevitabilmente ci perdiamo il senso della nostra vita: quello di vivere il presente. Siamo sballottati tra un dovere e l’altro e le cose ci passano sotto come acqua sotto i ponti.
Quante volte abbiamo compreso una situazione affidandoci al nostro intuito? Quante volte abbiamo risolto un problema fidandoci solo ed esclusivamente del nostro intuito? Ma sopratutto, quante volte ha sbagliato il nostro intuito?
L’avvento di internet e dei social media ha portato diversi cambiamenti nella nostra società.
Negli ultimi venti anni sono notevolmente aumentate la diffusione, la condivisione di conoscenze e le occasioni per noi di sperimentare il nostro diritto alla libertà di espressione. I social network, in particolar modo, rappresentano una grande opportunità di comunicazione ad ampio raggio: permettono di esprimere opinioni, sperimentare nuovi comportamenti, mostrare parti di sé, passioni e pensieri velocemente e a molte persone contemporaneamente.
Il 22 Maggio 1978 in Italia è entrata in vigore la Legge 194 (“Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”) con la quale sono state depenalizzate e disciplinate le modalità di accesso all’aborto. Con il referendum del 17 Maggio 1981 proposto dai radicali, l’88% degli Italiani votanti ha abrogato tutti i procedimenti, gli adempimenti e i controlli di tipo amministrativo o giurisdizionale legati all’interruzione volontaria della gravidanza (IVG). I grandi cambiamenti socioculturali degli anni, il lascito dei movimenti del Sessantotto, hanno risvegliato le coscienze e lasciato libera la donna di decidere sul proprio corpo, sulla propria vita.
Settembre del ’45. Un giovane uomo, 25 anni, fattezze tanto perfette da sembrare un dipinto, reduce da uno dei conflitti mondiali più sanguinosi che la storia dell’umanità intera ricordi. Aveva appena fatto rientro a casa, accolto dalla gioia incontenibile di quella famiglia dall’amore ingombrante, che per anni, arrancando alla cieca nell’angoscia, si era addormentata nella notte sognando senza sosta il suo ritorno dal fronte. Ma quell’uomo era gravemente ammalato e non lo sapeva ancora. Una breve quanto intensa esistenza la sua, spazzata via una settimana dopo da una polmonite che non gli lasciò alcuno scampo. Per quella famiglia, è il crollo del domani, il venir meno di ogni speranza e progettualità. La chiusura del mondo. E fu così, che un velo scuro appannò per sempre quegli occhi verdi color del mare in una donna, che nello spazio artico di quello sguardo finì col congelare l’adorato e mai dimenticato fratello.
“Gli uomini di Cro-Magnon che quindicimila anni fa dipingevano le grotte di Altamira e di Lascaux siamo noi, e uno sguardo all’incredibile ricchezza e bellezza di quest’opera ci convince, nel modo più istintivo e viscerale, che Picasso non aveva un vantaggio, quanto a raffinatezza mentale, su quegli antenati con cervelli identici ai nostri.”
Durante l’infanzia possiamo attivare una modalità ideativa, ludica e creativa capace di “dare vita” ad una presenza fantastica, perlopiù buona e affettuosa, con cui affrontare la vita.
Avere un amico immaginario è un’esperienza indimenticabile e molto più comune di come immaginiamo. Secondo una recente ricerca dell’università di Washington e Oregon, quasi i due terzi della popolazione di bambini ha un amico immaginario con cui parla, gioca, discute, va a dormire, prende decisioni importanti… quotidianamente.
Sappiamo bene che l’ambiente in cui cresciamo e i messaggi che riceviamo durante l’infanzia andranno a strutturare in futuro i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, i nostri comportamenti… la nostra personalità, insomma. Anche le fiabe e i cliché con i quali veniamo cresciuti andranno quindi a strutturare le nostre aspettative e le nostre aspirazioni sul mondo circostante.
Avviene inaspettatamente, il più delle volte. Vista offuscata, formicolio alle gambe, perdita dell’equilibro, ed ecco che il medico di turno, attento a questi sintomi specifici chiede altre analisi: “per fugare qualsiasi dubbio”. Prelievo del sangue e del liquido cerebrospinale, risonanze magnetica ed eccolo li, il medico, questa volta quello specializzato, che ti cambia la vita per sempre: “Sindrome Demielinizzante, meglio conosciuta come Sclerosi Multipla”.
La diagnosi di una patologia invalidante come la Sclerosi Multipla porta con sê molto spesso un senso di smarrimento, sconforto e terrore. La persona sente che improvvisamente hanno strappato tutti i suoi sogni, la sua prospettiva di vita “normale”, e caricato di una presenza che per tutta la vita porterà con se:
Ogni grande sbarco di migranti è seguito da una tempesta mediatica che si scatena puntualmente ogni volta, che dura qualche giorno, si affievolisce sempre più e poi si riacutizza allo sbarco successivo riattivando lo stesso processo circolare.
Ma cosa succede prima dello sbarco? Perchè si decide di intraprendere questo viaggio? Dopo che le televisioni ci informano sullo smistamento o meno dei migranti, che fine fanno queste persone?
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