I valori nella percezione della nostra realtà.

Quando si parla dei valori di una persona comunemente ci si riferisce a determinati principi astratti che tendono a guidare ognuno di noi nelle numerose scelte che quotidianamente dobbiamo compiere. Da questo punto di vista, quando si pensa ai valori il rischio è quello di finire in un universo astratto che potremmo definire “ciò che pensiamo di sapere e volere”, con il suo carico di contraddizioni e problematiche che questo tipo di pensiero comporta.

Una riflessione impostata in questo modo infatti – e questo è stato un grande insegnamento degli intellettuali del ‘900 a mio modo di vedere ancora non pienamente compreso dalla cultura occidentale contemporanea – deve tenere conto del ruolo giocato da parte delle inevitabili alterazioni portate sulla realtà dai desideri inconsci della persona.

Insomma per semplificare, come scriveva Anais Nïn riprendendo una importante idea Talmudica: a volte non vediamo le cose così come sono, ma bensì le vediamo così come noi siamo (We don’t see things as they are, we see them as we are).

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Fragilità e onnipotenza. Il potere negli adolescenti

Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace OdV in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/

Le sensazioni che si provano a scuola quando sei un teenager sono indimenticabili. Rappresentano perfettamente alcuni aspetti di quella fase così particolare del ciclo di vita in cui la percezione dell’immagine di sé è fragile ma così impattante nella propria vita.

È possibile riattivare certi ricordi passati in età adulta quando ci si trova in situazioni di gruppo nuove come al lavoro dove ognuno ha un ruolo diverso. Ricordiamo tutti il momento dell’ingresso in classe: gli sguardi, le contraddizioni emotive, il bisogno di essere visti e accettati dall’altro. In quel turbine di confusione emozionale dell’adolescenza abbiamo chiare perlopiù le sensazioni corporee in quanto le abilità cognitive superiori all’epoca non sono sufficientemente mature per riflettere su pensieri ed emozioni e ricadono quindi sul corpo e sull’agire.

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La psicoterapia di gruppo. Porte da aprire e chiavi da trovare

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La psicoterapia di gruppo viene praticata sia nelle istituzioni pubbliche che private in tutto il mondo per una crescente comprensione della sua rilevanza sia per la vita sociale in generale che per la terapia di comunità, oltre che per le procedure di selezione e di istruzione se vogliamo andare oltre l’ambito clinico.

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Oltre l’immagine. Cosa può fare il corpo

“Non è libero chi è schiavo del proprio corpo”. 

Lucio Anneo Seneca

L’immagine corporea che ogni persona ha ingloba atteggiamenti e pensieri che riguardano il peso, le forme, l’altezza, il colore della pelle, la taglia. 

Lo sviluppo dell’immagine corporea dipende da fattori biologici, ma anche dall’influenza della famiglia, delle figure di riferimento, del gruppo dei pari, dei media, della società e delle culture in cui ciascuno vive.

L’immagine corporea si basa su rappresentazioni di tipo cognitivo ma anche affettivo/emozionale: su di essa influiscono la storia personale, le relazioni con le figure significative, il pensiero collettivo, i messaggi veicolati dalla pubblicità e dai social. Per questo motivo essa è un elemento che gioca un ruolo di primaria importanza nelle storie di disordini alimentari e disturbo da dimorfismo corporeo. 

I social oggi hanno un ruolo di primo piano nella costruzione dell’immagine corporea, e dunque anche nello sviluppo di DCA e dismorfismo, in quanto contribuiscono a diffondere gli standard di riferimento imposti dalla società.

Così come veicoli di standard restrittivi e debilitanti però i social si sono configurati anche come mezzi di comunicazione di correnti di pensiero miranti invece a sostenere la diversità, l’inclusività, la liberazione da criteri limitanti, fonte di malessere e non accettazione di se stessi.

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L’inconscio sociale. L’Io e il Noi

Oltre che essere umani siamo anche esseri culturali. Ciò vuol dire che la nostra identità è anche culturale ovvero contenente elementi fondamentali quali l’etnia ed essa è influenzata dalla classe sociale, dall’età, dalla religione, dal genere, dall’orientamento sessuale e dalle dinamiche familiari. 

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La prospettiva della morte. Altri sentieri per la vita

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​Copyright immagine: Istituto italiano Design

Conversazione tra Giove e Mercurio, Giove spiega a Mercurio cosa significhi assumere sembianze umane per fare l’amore con una donna mortale:

“Lei userà poche espressioni e questo amplierà l’abisso tra di noi…Dirà “ Quando ero piccola” o “Quando sarò vecchia” o “Mai in tutta la vita”. Questo mi colpisce profondamente Mercurio…Ci stiamo perdendo qualcosa Mercurio- il pathos della caducità- l’implicazione della mortalità- quella dolce tristezza dell’afferrare qualcosa che non si può trattenere?” tratto da Amphitryon 38 di Jean Giraudoux.

elaborazione del lutto, Morte, nuove prospettive.

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Il gap familiare nel GAP. La tutela dei familiari

Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace OdV in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/

​Il gioco d’azzardo patologico (GAP), o secondo l’attuale sistema di classificazione DSM-5 il Disturbo da gioco d’azzardo (DGA), sin dalle sue caratteristica storiche, sociali, economiche e psicologiche, provoca nelle persone che ne soffrono diverse alterazioni psico-fisiche; in particolare nella figura del giocatore patologico “compulsivo”, la dipendenza è crescente e si rivela in particolare, attraverso la perdita del controllo (per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo Il gioco d’azzardo – l’illusione di controllare il destino).

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Separazioni precoci. Maternità sospese

Il termine naturale di una gravidanza fisiologica è di 40, 41 settimane, lasso di tempo che garantisce la corretta maturazione di tutti gli organi del feto, ad esempio i polmoni. Altri organi, quali il cervello, proseguiranno la loro maturazione fuori dall’utero materno.

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