Consapevolezza dentro e fuori
La mindfulness nelle relazioni con gli altri

​Copyright immagine: Trattato di anatomia emozionale dagli studi di Melanio da Colia 

“Le nuvole bianche sopra di me si fermano e il mandorlo fiorisce nel mio cuore”

“Mi sento ancorata al centro del mio corpo, c’è molta calma dentro e intorno tutto scorre senza travolgermi”

“ Posso accorgermi del momento in cui una foglia si stacca lieve dal ramo e silenziosamente ondeggia verso terra. Posandosi, produce un frastuono dentro al petto. Come si può non udire?”

Vi chiederete sono Poesie? Riflessioni? Citazioni?  Si e no…queste tre frasi racchiudono il significato personale dell’essere consapevoli secondo alcuni partecipanti al termine di un protocollo MBSR.

C’è qualcosa che forse le accumuna: ovvero come la consapevolezza si riferisca ad un stato di calma rispetto al fluire della vita. Inoltre, in tutte ci sono riferimenti ad elementi corporei.

Prima di capire cos’è un protocollo MBSR vorrei soffermarmi su quest’ultimo punto: ovvero di come il  nostro corpo sia strettamente connesso al nostro repertorio emozionale ed eventualmente ad un viraggio psicopatologico. Ogni emozione è Embodied, parte dal corpo e torna ad esso: i segnali mandati dal corpo nel manifestarsi emozionale sono importanti e imprescindibili indicatori per una comprensione approfondita dell’emozione stessa (per un approfondimento, si rimanda all’articolo della rivista INCORPORATI: LA DIMENSIONE CORPOREA TRA EMOZIONI E PSICOPATOLOGIA). Questo, a mio avviso, è un punto fondamentale quando si parla di pratiche di meditazione; infatti, queste, coinvolgono mente e corpo in maniera interconessa. Anzi, molta attenzione viene riposta su una maggiore consapevolezza dei diversi distretti corporei e su come il respiro influisce su questi (si pensi ad esempio, a come il respiro provoca un innalzamento ed un abbassamento della parte bassa della parete addominale).

Sul significato della parola meditare si possono aprire delle dissertazioni infinite e lungi da essere questo il mio intento farò una sintesi usando (vogliate perdonarmi) parole mie e per approfondire maggiormente la sviluppo delle pratiche meditative tra Oriente e Occidente rimando all’ articolo della rivista FARE VUOTO PER PENSARE, LA MEDITAZIONE. 

Meditare significa soffermarsi sul momento presente, distaccarsi dal continuo flusso di quanto accade attorno, dal temporale dei pensieri che piovono in continuazione su quello che stiamo facendo, meditare è prendere un ombrello e fermarsi sotto la pioggia. E’ proprio questo il punto: meditare non è staccarsi in maniera avulsa dal mondo che ci circonda ma starci in maniera attiva, riuscendo a guardare il fluire della vita in maniera distaccata da sotto l’ombrello.

E qui torniamo al protocollo MBSR: l’acronimo deriva dal nome esteso inglese che tradotto in italiano significa PROTOCOLLO PER LA RIDUZIONE DELLO STRESS BASATO SULLA CONSAPEVOLEZZA. Questo è inserito nell’ambito della Mindfulness (si rimanda sempre all’articolo).

Il protocollo è stato sviluppato presso il Centro Medico della University of Massachussets alla fine degli anni ’70 da Jon Kabat-Zinn e prevede una combinazione di pratiche di meditazione, consapevolezza del corpo e yoga.  Gli effetti benefici sono molteplici: dalla riduzione dello stress fino ad una migliore qualità della vita.

La bellezza di questo protocollo è proprio questa: sviluppare un lavoro sulla consapevolezza dei propri stati emotivi e del proprio corpo e applicarlo a diversi ambiti della vita quotidiana. Uno tra questi è proprio l’ aspetto relazionale che può trarne grandi benefici; pensiamo a quante volte durante la giornata rispondiamo ai diversi imput che ci inviano le altre persone (sia altri significativi che non) senza pensare, a volte in maniera piuttosto disfunzionale. So che in questo momento ve ne saranno venuti in mente almeno un paio. Il protocollo aiuta a sviluppare una riflessione del tipo: avrei potuto comportarmi diversamente rispetto a quello che in realtà è accaduto? Questo in che modo ha inciso su quanto è avvenuto? La pratica, aiuta a vedere gli altri e la matassa delle comunicazioni e di relazioni, spesso ingarbugliata, facendo un passo indietro; ovvero vedendo il tutto in maniera distaccata. Infatti, come le nuvole della prima frase si fermano, qui il fermo immagine viene inserito anche nello scenario comunicativo permettendoci di non essere inghiottiti dalle nostre onde emotive ma piuttosto di cavalcarle  e quindi di trovare la risposta più efficace.

Dott.ssa Chiara Moriglia

Psicologa e Psicoterapeuta in formazione a Perugia (Pg)

3467294890

Morigliachiara@gmail.com

Per Approfondire:

http://www.claudiavettore.com/themindfulcloud/it/home-it/

Giampero Arciero e Guido Bondolfi. Sé, identità e stili di personalità. Bollati Boringhieri editore.

consapevolezza, Mindfluness, relazioni, respirazione

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