L’angoscia del cambiamento. Immergersi nell’indefinito
Più di una volta nella nostra vita abbiamo dovuto affrontare dei cambiamenti importanti, e, talvolta, a subirne le conseguenze. In realtà ogni aspetto della nostra esistenza è costellato da continui cambiamenti, ma l’idea di rimanere fedeli a se stessi e alla propria progettualità di vita, qualora ce ne fosse una, ci porta ad illuderci di poter controllare ogni cosa di sé stessi, compreso il futuro. Il cambiamento porta con sé la perdita di parti di sé, per fare spazio ad altro, a nuovi parti di sé, ancora in fase embrionale ( per un maggior approfindimento si rimanda all’articolo La paura del cambiamento – la spinta vitale dell’instabilità). Questa fase, molto critica, è una vera e propria fase di passaggio, dove l’individuo sente di non poter essere più A, ma sente ancora di non poter essere B, e allora, cos’è?
Ci ritroviamo in una sensazione di non essere ne A e ne B, all’interno di un bosco oscuro dove ci si sente sperduti, perché l’ignoto ed il nuovo vengono percepite come essenze minacciose, come entità interne sui quali non sappiamo se poterci affidare o meno e talvolta, nei sogni, vengono raffigurati come bambini, neonati, o bambole minacciosi e terrificanti.