Al di là del trauma. Di perdoni e di rinascite
Settembre del ’45. Un giovane uomo, 25 anni, fattezze tanto perfette da sembrare un dipinto, reduce da uno dei conflitti mondiali più sanguinosi che la storia dell’umanità intera ricordi. Aveva appena fatto rientro a casa, accolto dalla gioia incontenibile di quella famiglia dall’amore ingombrante, che per anni, arrancando alla cieca nell’angoscia, si era addormentata nella notte sognando senza sosta il suo ritorno dal fronte. Ma quell’uomo era gravemente ammalato e non lo sapeva ancora. Una breve quanto intensa esistenza la sua, spazzata via una settimana dopo da una polmonite che non gli lasciò alcuno scampo. Per quella famiglia, è il crollo del domani, il venir meno di ogni speranza e progettualità. La chiusura del mondo. E fu così, che un velo scuro appannò per sempre quegli occhi verdi color del mare in una donna, che nello spazio artico di quello sguardo finì col congelare l’adorato e mai dimenticato fratello.