La psicoterapia di gruppo viene praticata sia nelle istituzioni pubbliche che private in tutto il mondo per una crescente comprensione della sua rilevanza sia per la vita sociale in generale che per la terapia di comunità, oltre che per le procedure di selezione e di istruzione se vogliamo andare oltre l’ambito clinico.
Oltre che essere umani siamo anche esseri culturali. Ciò vuol dire che la nostra identità è anche culturale ovvero contenente elementi fondamentali quali l’etnia ed essa è influenzata dalla classe sociale, dall’età, dalla religione, dal genere, dall’orientamento sessuale e dalle dinamiche familiari.
<<…voglio che si sappia la mia storia, perché qui in giro non ci sarò solo io a soffrire… le parole fanno più male delle botte >>.
Carolina ha solo 14 anni e una serata, fra amici, con qualche bicchiere in più, la conduce al centro di un incubo: prima le molestie, poi le riprese, la diffusione di un video e i disperati tentativi di sopravvivere alle conseguenti valanghe d’odio. In poco tempo, viene invasa da giudizi carichi di violenza e stereotipi misogini e discriminatori. Gli Hate Speech, i cosiddetti discorsi d’odio, hanno il potere di distruggere. Carolina, come tant*, non ce la fa; sceglie un salto nel vuoto per interrompere quel dolore.
“Ho gli occhi di mio padre e il corpo di mia madre.” (F. Kahlo)
In questo articolo ho intenzione di porre l’accento sulla trasmissione intergenerazionale come questione antropologica nel senso di specificità umana ma soprattutto sulla trasmissione di natura psichica di generazione in generazione.
Periodo più folle dell’anno, dove “ogni scherzo vale” ed è possibile essere e fare ciò che ci pare. Il Carnevale è la rappresentazione di un mondo pazzo, senza regole, dove le certezze della vita, lasciano il posto alla confusione in ogni suo sfaccettatura.
Nato come espressione di un tentativo sociale di trasgressione di norme e di sovversione di ruoli sociali sovraimposti. Nella civiltà occidentale, le origini del Carnevale sono antiche e rintracciabili nei saturnali Romani, rituali pagani in cui, in un periodo limitato di tempo, non vi era l’obbligo di rispettare leggi e costumi sociali ed in cui le gerarchie erano capovolte (gli schiavi divenivano liberi ed acquisivano poteri). Il mondo, in quei giorni, girava al contrario. L’equilibrio sociale ed il perfetto ordine delle cose, tornava con la fine della festa che veniva scandita da sacrifici, nell’ottica rituale attraverso cui la morte conduce sempre ad una nuova rinascita.
Forse solamente leggere la parola Immigrazione fa spaventare, irrigidire oppure provare un senso di nausea e mal sopportazione nei confronti del fenomeno che è ormai diventato il problema numero uno dell’Unione Europea. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensate. Se fate parte di chi la difende ad oltranza o di chi la osteggia in tutti i modi, di chi ritiene che vada sostenuta solamente se regolare o giustificata da asilo politico o di chi pensa che in ogni caso non siamo più in grado di accogliere nuovi flussi migratori.
La Germania ha aperto le porte ai profughi siriani e treni carichi di speranza hanno raggiunto la nazione governata dalla Merkel, la quale si è trovata costretta a bloccare momentaneamente gli ingressi per gestire la situazione. Gli altri Paesi Europei di solito maggiormente interessati da sbarchi ed arrivi, come Italia e Grecia, probabilmente hanno un po’ gioito per il fatto che questa volta sia stata la Germania a sperimentare le difficoltà dell’accoglienza e quindi a rendersene conto. Probabilmente adesso si sentiranno più forti nella battaglia politica ormai sempre aperta sull’argomento.
“La giovane donna, stanca dei maltrattamenti del marito, fugge, correndo a perdifiato. Si arrampica sull’albero da frutta più alto e, legatasi furbamente una liana alle caviglie, sfida il marito a seguirla nel suo salto disperato. Tamelie, non potendo rifiutarsi alla sfida, salta nel tentativo di inseguirla, sfracellandosi sotto gli occhi della donna”.
Nell’isola di Pentecoste è possibile ritrovare varie versioni di questo mito che pone le basi al rituale di “naghol” o “tuffo sulla terra”, che consiste nel riparare all’umiliazione subita da Tamelie. Da allora, infatti, viene annualmente ricostruita la storia, coinvolgendo tutte le donne del villaggio. In poco tempo gli uomini, per cancellare la storica umiliazione e per dimostrare il proprio coraggio alle donne, trasformarono questa pratica in un rituale di iniziazione per rappresentare il passaggio dalla giovinezza all’età adulta.
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