La fobia vissuta in coppia
Legami di ansia

Foto di ErikaWittlieb da Pixabay

Marco è entrato per la prima volta a studio tremando. Aveva dovuto necessariamente prendere l’autobus per venire alla sua prima seduta e questo lo aveva scosso non poco, anche perché il suo problema, usando le sue stesse parole, “sono i mezzi di trasporto”. “Non riesco più a prenderli”, continuava, “un tempo ci riuscivo benissimo, ma adesso appena chiudono le porte mi sento intrappolato e vorrei solo scappare. Le persone intorno a me rappresentano ostacoli per una via di fuga che, una volta che le porte vengono chiuse, mi è preclusa. Ho soprattutto paura che la gente si accorga del mio stato d’animo e che io possa svenire o piangere di fronte a tutti”. In un primo momento nella mia testa frullavano tre concetti: claustrofobia, paura del giudizio e timore di perdere il controllo.

Ormai è un po’ di tempo che ci incontriamo con Marco e di cose che spiegherebbero il suo malessere ne sono uscite fuori durante i colloqui, ma una in particolare mi ha colpito: il fastidio che prova la compagna di Marco di fronte al suo malessere. Egli non riesce a capire come la sua ragazza, “con la quale c’è stata sempre un’intesa su tutto, non riesca non solo a capire il mio disagio, ma nemmeno ad accettarlo”.

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La malattia oncologica
Il male senza nome

La malattia oncologica nel nostro paese risulta essere sempre più diffusa, affrontala non è facile come non è facile affrontare l’intervento e le successive terapie. Molti lo chiamano il male del secolo, altri hanno addirittura paura di nominarlo…il male senza nome.

Alcune delle mie pazienti raccontano che la cosa più dolorosa da affrontare, ancora più dolorosa e distruttiva della diagnosi, è il modificarsi delle relazione con parenti e amici. Nel giro di pochi secondi si passa da uno status di persona come tante altre, ad uno di malato.

L’intervento chirurgico, per quanto moderno e all’avanguardia modifica in modo invasivo parti del corpo, portando un disconoscimento di sé. Un sé difficile da tenere integro, anche perché influenzato dall’immagine sociale che gli altri hanno: l’eventuale mutilazione causata dall’intervento, può influire su ciò che gli altri pensano del malato e questo può portare un senso di vergogna che spinge verso l’isolamento e la solitudine.

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Il potere magico della musica
Dal mito all’uomo moderno

Donne e Violino, n.177, cm. 75 x 101 semi-gloss su tela

Il rapporto tra la musica e la cura dell’anima, del corpo e della psiche è da sempre esistito. Nella mitologia spessissimo la musica è considerata magica e portatrice di grandi poteri. Orfeo, semidio prediletto di Apollo (in alcune versioni presentato come suo figlio), riceve in dono da lui l’arte della musica. Orfeo così, diventa padrone di un potere musicale ed è in grado di stravolgere con la sua musica il normale corso degli eventi: smuove le pietre, persuade le fiere rendendole docili,  induce gli alberi a seguirlo ed è in grado di curare il corpo e l’animo dei malati e di richiamare alla vita i morti. Grazie a questa straordinaria potenza magica della musica riesce a ristabilire un equilibrio con le forze oscure che trattengono Euridice, la sua amata, negli inferi e a riportarla in vita, ma ad un patto: non dovrà né guardarla né toccarla finché non avrà raggiunto la luce del sole e se si volterà la perderà  per sempre. Orfeo non resiste alla tentazione ed Euridice torna negli inferi.

Questo mito esprime chiaramente il potere insito nella musica, paragonando i musicisti a entità vicine al divino e ci permette di comprendere quanto con la musica possiamo prenderci cura di noi stessi.

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Il diritto di amare. Un viaggio nella legge sulle Unioni Civili

Sono passati ben 27 anni da quando la Danimarca, nel lontano 1989, è diventata il primo paese a permettere ad una coppia omosessuale di ufficializzare la propria relazione di coppia, con diritti simili a quelli del matrimonio; la Danimarca è stata l’apripista, poi molti altri paesi occidentali hanno riconosciuto le unioni tra persone dello stesso sesso. E non solo occidentali: anche paesi come Uruguay (2008), Ecuador (2008), Colombia (2006), Sud Africa (2004) e Nuova Zelanda (2004) hanno riconosciuto questo diritto molti anni prima dell’Italia.

Questa legge sulle Unioni Civili si fonda sull’articolo 2 (“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”) e sull’articolo 3 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”). NON si fonda invece sull’articolo 29, cioè quello che “riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Un’altra differenza importante tra unione civile e matrimonio sta nella COSTITUZIONE di un’unione civile rispetto alla CELEBRAZIONE di un matrimonio. L’unione civile si costituisce, il matrimonio si celebra. Queste differenze non sono irrilevanti, tuttavia questa legge rappresenta comunque un passo in avanti rispetto al disegno di legge dei DICO (che erano una mera “registrazione” dell’unione) in quanto le conseguenze legislative dell’unione civile sono più o meno le stesse del matrimonio.

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La Sindrome di Asperger
L’arte speciale di comunicare un bisogno celato

L’arte rappresenta un veicolo indispensabile alla nostra crescita personale. In ogni sua forma ci permette di entrare inconsapevolmente in contatto con la dimensione sconosciuta dell’altro, nella profondità di un sentimento, di un vissuto, anche di un malessere fino a quel momento estraneo a noi.  L’arte non è un quadro di Van Gogh: l’arte è quella sensazione che ci pervade vedendo per la prima un quadro di Van Gogh. È il vissuto dell’artista; è il nostro.

Ogni forma d’arte ci dona la possibilità di costruire nostre, uniche percezioni sul mondo, immergendoci in realtà impossibili da percepire altrimenti senza essere l’altro. In sintesi, ci rende ricchi.

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It Follows
Quando il male cammina con te

Jay è un’adolescente che si affaccia alla vita, non è più una bambina, non è ancora un’adulta. È come un germoglio delicato, su cui il sole non si è ancora posato del tutto. Muove i suoi primi passi nel mondo, sperimentando nuove relazioni, e ovviamente, il primo innamoramento. E il sesso, per la prima volta. Hug sembra gentile, anche se ha qualcosa di strano, come quando le chiede di andare via dal cinema perché una donna lo sta fissando, una donna che Jay non riesce a vedere. Probabilmente Jay aveva immaginato la sua prima volta in molti modi, forse sul sedile posteriore dell’auto di Hug, ma, verosimilmente, non aveva pensato di essere sedata con del cloroformio e di essere legata con del nastro adesivo ad una sedia da ufficio.

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Psicodinamica degli Amori Impossibili
Relazioni di coppia tra realtà e immaginario

“Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre

(dal film Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek)

Gli amori impossibili sono amori rari, imperfetti, tormentati, struggenti, passionali, folli.

Sono amori indimenticabili fatti di sentimenti ambivalenti; crescono e diventano colmanti in un alternarsi di scariche di adrenalina e sofferenze. Anche chi non li ha vissuti, conosce i sentimenti che accompagnano l’esperienza di un amore impossibile: sa riconoscere l’ingiustizia come conseguenza di una scelta altrui (dell’amante o del contesto), identificarsi nella sofferenza di non poter vivere un sentimento forte e devastante e sperimentare l’illusione  di “ciò che poteva essere, ma non è stato”. In un amore impossibile possiamo sentirci vivi come mai prima e contemporaneamente fare i conti con una sempre lontana felicità,  sperimentando la sofferenza dell’irraggiungibilità di un amore sicuro (per maggiori approfondimenti si rimanda all’ articolo Reazioni patologiche e Doppi Legami – “Di relazioni ci si ammala, di relazione si guarisce”).

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L’identità sessuale
L’incontro tra emozioni, erotismo e cultura

La sessualità è l’ambito più complesso del genere umano e coinvolge dimensioni profondamente connesse con il nostro sé. Da una parte ci sono tutti gli aspetti relativi alla finalità riproduttiva ma la sessualità investe aspetti legati alla psicologia, all’erotismo, alla percezione di noi stessi e alla cultura. Il nostro vivere la sessualità quindi ci mette nella condizione di connetterci all’aspetto più insito del nostro essere che coinvolge emozioni, percezioni, sensazioni e sentimenti.

É proprio da qui che nasce il significato più profondo che noi stessi diamo al vivere la sessualità.

Ma cos’è la sessualità?
 

Esiste una definizione?

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La Diagnosi
Come dare un nome alle cose

Una volta si chiamavano matti, direbbe un vecchio. Una volta si chiamavano vivaci e capricciosi, direbbe ancora un vecchio.

E a me verrebbe da rispondere che ora si potrebbe parlare di persone affette da schizofrenia e di bambini iperattivi.

Le parole cambiano il senso delle cose, producono delle conseguenze sulle opinioni (per un approfondimento si rimanda all’articolo “Stereotipi e pregiudizi – una rosa se non si chiamasse rosa” della rivista del mese di Giugno 2015). Forse anche la parola schizofrenico incute un senso di timore e incomprensibilità, ma è lontana dall’alone di giudizio e credenze popolari che circondano invece la parola matto.

Nel vocabolario online Treccani alla voce “matto” troviamo scritto “stupido, stolto, privo di discernimento”. Ma anche “persona bizzarra, stravagante o spensieratamente allegra”.

È una definizione abbastanza vaga, che potrebbe indicare in realtà diverse tipologie di persone.

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Disturbo da deficit di attenzione e iperattività
Vivere nel corpo di un altro

Luca è un bambino che frequenta il secondo anno delle scuole medie del suo quartiere. Ha sempre avuto problemi nell’apprendimento e nell’affrontare le principali tappe dello sviluppo. Poco dopo il suono della campanella che segna l’inizio delle lezioni, Luca sembra mostrare strani comportamenti, non riesce a stare seduto sulla sedia, ha bisogno di alzarsi, di muoversi, non riesce a non parlare e involontariamente disturba il normale svolgimento delle lezioni. Didatticamente parlando ha delle carenze, ha difficoltà nell’apprendere concetti anche semplici e, ultimamente, sembra rifiutare qualsiasi aiuto esterno. La sua autostima peggiora ogni giorno di più. Quando i compagni o l’insegnante si rivolgono a lui sembra non ascoltare e in questo modo anche le relazioni sociali diventano difficili da gestire perché sembra non avere gli strumenti adeguati. I compiti a casa vengono affrontati con fatica e solo raramente riesce a portare a termine tutto ciò che è stato assegnato dall’insegnante.

I professori hanno notato un ulteriore comportamento bizzarro…anche quando non viene interpellato Luca parla senza sosta, ripete sempre le stesse frasi, sembra quasi che parli tanto per parlare e quando deve mostrare le sue emozioni sembra farlo senza nessuna inibizione.

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