In questo podcast, in collaborazione con Siti scommesse, illustrerò le problematiche legate al gioco d’azzardo patologico, i fattori scatenanti, i diversi tipo di giocatori patologici e gli step da intraprendere per guarire.
La vergogna può essere definita, prendendo in prestito le parole di Giampaolo Salvatore, il dolore dello stare orrendamente in compagnia di se stessi. Troppo spesso accade in situazioni sociali, nuove o che richiedono performance, di entrare in contatto con un forte senso di inadeguatezza, arrivando a sentire tale vissuto come soverchiante, al punto da invalidare qualsiasi tipo di contatto con l’altro.
Negli ultimi decenni, il consumo di tatuaggi è aumentato notevolmente e abbiamo assistito a un cambiamento relativo al target sociale coinvolto in questa pratica: da motociclisti, membri di bande e criminali di ieri ad appassionati, artisti e professionisti perlopiù appartenenti alla middle class di oggi (DeMello 2000). La crescente accettabilità sociale della body art ha stimolato l’industria del tatuaggio e attualmente si stima venga aperto almeno un nuovo studio di tatuaggi al giorno!
Le paure che si celano dietro ad un ritardo nel linguaggio, a uno sguardo sfuggente, quel desiderio di contatto che lascia i genitori sempre più delusi ed impotenti dinanzi a qualcosa di così grande, fuori controllo, il tutto sfocia in una diagnosi composta da una parola sola: autismo e quando arriva colpisce in modo simile a uno schiaffo.
Qualsiasi diagnosi di disabilità rappresenta per la famiglia un’esperienza drammatica, paragonabile ad un lutto, poiché l’idea del figlio che si era creata durante la gravidanza viene sgretolata dai primi campanelli d’allarme che insinuano il dubbio della presenza di un problema. In un primo momento c’è la speranza di un errore, che tutto possa sistemarsi, ma poi quando arriva la diagnosi, spesso in modo troppo diretto da non lasciare spazio al pensiero, alla rielaborazione di quel turbinio di sentimenti che colpisce e travolge, ci si sente confusi, soli ed arrabbiati.
“Basta con la storia che io sono quella sbagliata, quella diversa, la pecora nera, siete voi che siete tutti uguali con lo stesso difetto.“
Lucrezia Beha
Essere accettati per chi siamo e/o per ciò che facciamo all’interno della famiglia non è sempre facile.
Molte volte si viene riconosciuti come “La pecora nera”, come una persona che si muove diversamente dal gruppo di appartenenza e che mette al primo posto il bisogno di sentirsi liberi e ribelli da tutto ciò che ci hanno da sempre insegnato.
E se il benessere mentale passasse dal corpo e dalla sostenibilità emozionale?
Chiedere ad una persona di adottare un comportamento di consumo sostenibile senza che abbia prima compiuto un viaggio di analisi e esplorazione di sé è molto complicato.
Il motivo è semplice: senza educazione ad hoc sul tema, senza conoscenza, senza curiosità e soprattutto, senza vedere il proprio beneficio personale, è impossibile chiedere all’essere umano di adottare un comportamento contrario, se non proprio opposto, a quello che ha avuto fino a quel momento, cui si è allenato per tutta la vita e che ha plasmato i suoi interessi e i suoi gusti.
“Comunque sia, virtuoso o vizioso, l’amore, alla fine, va bene alla maggior parte di noi”. Larkin, Love
Ma quali sono i fattori che contribuiscono a rendere un amore virtuoso e una coppia felice?
Alcune ricerche in Psicologia delle Relazioni hanno individuato come indicatori per una buona relazione le emozioni positive, la stabilità, la complicità, il successo personale e il consenso tra coniugi.
Siamo in procinto di partire e tra chi parte e chi ancora deve programmare respiriamo l’aria di vacanza. La vacanza può essere vista come una forma di benessere per sé per cui corpo e mente ristabiliscono un unione che sembrava dimenticata.
Secondo Riccardo Lombardi, psicoanalista che nel 2016 pubblica un interessante quanto complesso trattato sulla dissociazione mente-corpo, la mente ad oggi sta spesso da un’altra parte rispetto ai “luoghi” in cui viviamo. Lombardi ha l’intenzione di specificare come la quotidianità sia influenzata dalla tecnologia, i social network e che l’era moderna ci allontani da una possibilità di comunicazione tra il corpo e la nostra mente.
Questo significa che viviamo in assenza di una integrazione tra le parti del Sè dunque che sperimentiamo ogni giorno una falsa conoscenza di sé.
Eravamo giovani, ingenui, arrabbiati, allegri e disperati Credevamo che i soldi fossero il male Odiavamo chi sventola le manette Chi ha sempre qualcuno da condannare Eravamo dalla parte di chi non ha niente Non importa l’appartenenza sociale, l’identità sessuale
Avevamo letto da qualche parte “Un uomo è ricco in proporzione al numero Di cose delle quali può fare a meno” Ma anche che il sistema schiaccia chi non ha denaro E si serve di chi è povero di pensiero Credevamo di poter parlare di tutto senza qualificarci E senza inginocchiarci davanti al progresso
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