Stereotipi e Pregiudizi. Una Rosa se non si chiamasse Rosa

Il bancone della frutta e della verdura del mercato è un tripudio di colori in primavera: il rosso delle ciliegie insaporite dal sole, gli invitanti semi gialli dell’esotico frutto della passione, i peperoni verdi rossi e gialli, l’intenso rosa dell’anguria che sa di dissetante. In questo panorama di stimoli colorati e profumati una mamma ed il suo bambino passeggiano e fanno acquisti. Il bambino ha gli occhi sgranati, i canali sensoriali spalancati, merito di tutti quei colori, quegli odori, di tutte le parole nuove che sente. Continuamente chiede: “Cosa è quello? Che colore è questo? Cosa è un etto? Come si mangia quest’altro?” e la mamma pazientemente lo introduce al nome della frutta e degli ortaggi, alle unità di misura, ai nomi dei colori ed a tutti quei segni convenzionali che noi assegniamo alla realtà circostante attraverso il linguaggio.