Amarsi per amare
Una bella storia d’amore

Pochi giorni fa, dopo aver salutato una mia paziente mi sono trovata a riflettere su un argomento a me molto caro. Provo a descrivere brevemente il caso: Federica è una ragazza di 25 anni, studia e lavora saltuariamente, ama divertirsi, ha una fitta rete di amici e una famiglia unita che l’ha sempre sorretta nel superare gli ostacoli che la vita le ha messo di fronte. All’età di 17 anni è stata protagonista di un brutto incidente stradale e da quel momento la sua vita è cambiata drasticamente. Prima di questo evento era una giovane ragazza che amava lo sport: era la sua professione e sognava di partecipare alle nazionali di ginnastica artistica; nessuno, tanto meno lei, aveva mai pensato che un incidente le avrebbe cambiato in questo modo l’esistenza. E invece così è stato… i mesi in cui è stata costretta a letto e gli anni di fisioterapia, hanno influito sulla sua personalità; così, si è ritrovata a dover modificare tutti i suoi progetti e a rivedere i suoi sogni. La sua autostima è stata messa seriamente alla prova come anche l’amore per se stessa e di conseguenza quello per gli altri intorno a lei. Gli anni successivi all’incidente sono stati duri e faticosi, non solo per l’handicap fisico che ne è derivato e con il quale solo ora sta imparando a convivere, ma soprattutto per la necessità di riscoprire se stessa. La sua difficoltà più grande è stata quella di “rinascere”: si è dovuta ricreare, reinventare. L’improvviso, imprevisto e drastico cambiamento della sua vita, l’ha portata a prendere strade difficili, alcune volte “sbagliate”. Si è appoggiata molto alla musica e alla natura per poterne venire fuori. Musica e natura: elementi straordinari che l’hanno portata a mettersi in contatto con le proprie emozioni.

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Le fiabe in psicoanalisi, I musicanti di Brema

I fratelli Grimm, tramite questa interessante fiaba aprono la possibilità di riflettere su vari temi che a mio avviso oggi sono modernissimi: a partire dal cercare di essere sé stessi, alla possibilità di realizzare i propri sogni e al coraggio di cambiare. (per un maggior approfondimento si rimanda all’articolo La funzione psicologica della fiaba – Il regno del proprio inconscio).

Il racconto vede come protagonisti un asino, un cane, un gatto e un gallo. L’asino ormai vecchio, capì le cattive intenzioni del suo padrone, che voleva macellarlo, e così pensò di scappare e di cominciare a fare il musicante. Sulla strada incontrò prima il cane, poi il gatto e infine il gallo, tutti nelle stesse condizioni. I quattro giunsero a sera nel bosco e lì videro una piccola casa dove c’erano dei briganti. L’asino dalla finestra vide la tavola imbandita.

Avevano fame e dunque architettarono un piano: l’asino poggiò le sue zampe anteriori sul davanzale, il cane salì su di lui, il gatto si arrampicò sul cane e il gatto si posò sulla testa del gatto. Al segnale ognuno di loro fece il proprio verso e spaventarono i briganti che scapparono subito nel bosco. I quattro entrarono in casa e si rifocillarono, spensero la luce e si coricarono. Al ritorno di uno dei briganti, il gatto lo graffiò, il cane lo azzannò, l’asino gli tirò un calcio e il gallo fece forte il suo verso. Il brigante fuggì e disse al suo compagno che la casa era infestata dai fantasmi. Così quella casa diventò la felice dimora dei musicanti di Brema.

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Ambivalenza nelle relazioni
Amare la rosa, Odiare le spine

Di questi tempi, due anni fa, usciva un articolo che affrontava il tema delle relazioni patologiche e dei doppi legami (“Relazioni patologiche e doppi legami – Di relazioni ci si ammala, di relazioni si guarisce”). Sempre di questi tempi, l’anno passato, usciva un altro articolo sulla dipendenza nelle relazioni (“La dipendenza affettiva – Nè senza di te, né con te”).

A distanza di due anni, mantenendo la coerenza rispetto all’associazione tematica/periodo dell’anno (forse la primavera fa pensare alle relazioni?) siamo tutti un po’ cresciuti (anche il nostro “Sigaro di Freud”) e possiamo, come ogni anno, riprendere l’appuntamento sulle forme di relazione logoranti, ambivalenti, patologiche (?), affrontando la conseguente iper-attivazione del sistema di attaccamento.

Ma cosa è l’ambivalenza nelle relazioni?

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Lo Specchio. Riflessioni su realtà e percezione

Riflette-re sullo specchio in quanto oggetto e sulla sua immagine simbolica, sull’immagine riflessa da questo, immagine in qualche modo falsa e distorcente la realtà, può aprire la strada a varie tematiche individuali, relazionali e psicopatologiche.

Lo specchio dà un’immagine speculare del mondo e di noi stessi (ciò che è a destra viene lasciato a destra), e quindi un’immagine distorta e non reale di come siamo. Ciò che vediamo può piacerci o meno, e questo può essere influenzato dalla nostra soggettività. Il vederci troppo in carne o troppo magri a volte può dipendere soltanto dagli stereotipi di bellezza che si hanno, o semplicemente dalla visione mentale che si ha di sé stessi, che, nella stragrande maggioranza dei casi, non corrisponde alla realtà.

Allo specchio si notano quelle che si considerano imperfezioni e qui nascono spontanee  alcune domande: Cosa è perfetto e cosa non lo è? Ciò che può essere perfetto per un individuo può non esserlo per un altro?

Questa può essere definita l’era della ricerca della perfezione, come nel materialismo quotidiano e nelle relazioni e nell’aspetto fisico (stereotipi di bellezza falsati da una chirurgia estetica esasperata).

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Sessualità nel mondo. Aspetti culturali e cross-culturali della sessualità

Un aspetto comune a tutte le culture è la ricerca di cause e di spiegazioni per gli eventi e gli aspetti significativi dell’esistenza delle persone. Anche per il campo delle malattie del corpo, della mente, e nel nostro caso specifico della sessualità, in varie culture e in vari momenti storici sono state sviluppate molte interpretazioni, naturali o soprannaturali, che sono state integrate o meno della cultura di quella società.

Una teoria della “patologia” implica una teoria della “normalità”, che però è estremamente difficile da definire visto che -oltre alla definizione statistica di normalità- esistono altre definizioni di natura culturale. Se pensiamo alle varie manifestazioni della sessualità, possiamo quindi analizzarle considerandole in senso “normale” o “patologico”, in base alla valutazione di normalità secondo le culture occidentali o altre culture tradizionali. Di seguito, illustriamo quattro categorie suddivise secondo la concordanza o meno della valutazione di normalità nelle culture occidentali e nelle altre culture.

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Un caso di carcinofobia. L’attualità dell’ipocondria

La paziente D.M. ha 32 anni e mi è stata inviata dal suo medico di base. Ve la porto come esempio di quello che, a mio parere, è un disturbo molto frequente nel panorama più vasto dell’ipocondria, o come è stata rinominata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali giunto alla sua V edizione (DSM V), il Disturbo d’Ansia di malattia. La carcinofobia o la cancerofobia è una paura ossessiva di ammalarsi di cancro. La prima volta che sono stato contattato telefonicamente dalla paziente è stato il 3 dicembre dello scorso anno.

Lei piangeva disperatamente. Mi comunicò il timore di avere un cancro al colon, insorto subito dopo che al padre era stato scoperto un nodulo alla gola il quale però, in seguito ad analisi più approfondite, era risultato essere benigno. Pensai allora che la paziente possedesse buone capacità di autoanalisi considerando che era riuscita, in modo autonomo, a collegare i due eventi.

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La balbuzie. Un iceberg pieno di emozioni

Sara è una bambina di sette anni che frequenta le scuole elementari. E’ molto sensibile e dolce ed ha un carattere chiuso ed introverso; nonostante questo è molto brava a scuola, soprattutto nelle materie scritte. Da qualche mese è nata una sorellina e da quel momento il suo eloquio non è più fluente, anzi, spesso si “inceppa”. Le capita sempre più frequentemente, soprattutto quando è in situazioni di stress, come durante un’interrogazione: inizia a balbettare e poco dopo rinuncia a dire quello che vorrebbe, tornando al suo posto in lacrime; a casa le capita più raramente rispetto a quando si trova a scuola, avvenendo solo quando deve rivolgersi ai genitori per fare una richiesta. Quello che Sara sta attraversando è un momento molto difficile e proprio per questo i genitori, in accordo con le insegnanti, hanno chiesto l’intervento di una psicologa per fare una valutazione e, cosa più importante, per vedere come aiutarla.

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Immaginare per curare

Quando la musica incontra le immagini

È noto che in ambito della salute mentale sono molte le tecniche che usano l’immaginario per portare avanti un lavoro psicologico. Tale modalità è rintracciabile in tantissimi riti religiosi, ma anche medico terapeutici. Uno di questi è ciò che riguarda la medicina greca praticata nell’asklepion, il templio ospedale dedicato al dio della medicina Asklépios. Il trattamento che veniva effettuato era quello dell’incubazione, ovvero i pazienti venivano condotti in ambienti bui e silenziosi nei quali sperimentavano uno stato oniroide indotto da formule rituali recitate, musiche ritmiche e profumi di incenso ed erbe varie. Il più famoso di questi templi ospedale, fu l’asklepion di Epidauro, che presenta una pianta labirintica circolare seminterrata. 

Questo particolare percorso che va verso il centro rimanda al valore di introversione dei percorsi immaginativi. Tali trattamenti, vengono visti da molti ipnotisti moderni, come delle esperienze di “sonno artificiale”, di ipnosi e simili alla tecnica di rilassamento immaginativa di M. Sapir.

Tramite queste tecniche è possibile accedere ad una dimensione onirica dell’esperienza in cui le immagini subiscono delle trasformazioni e delle evoluzioni che hanno un contenuto simbolico.

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Disturbo Affettivo Stagionale
Piove anche con il sole

“Nel ciclo della natura, non esistono né vittoria né sconfitta: esiste solo il moto del cambiamento. L’inverno lotta per imporre il suo regno ma, alla fine, è costretto ad accettare la vittoria della primavera, che porta fiori e allegrezza. L’estate cerca di estendere il dominio dei suoi giorni caldi, giacché è convinta che il calore sia un elemento benefico per le genti. Ma finisce per piegarsi all’arrivo dell’autunno, che regala un meritato riposo alla terra.”

 Paulo Coelho

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Arrival. Il linguaggio può cambiare la tua mente

Domandatevi da dove venite e cosa volete. Fate altrettanto con il vostro vicino di casa, o con la donna che sta giocando al cellulare sul sedile accanto al vostro nel vagone della metropolitana. Una domanda così semplice si basa su una lunga serie di presupposti condivisi: conoscere il significato delle parole utilizzate, conoscere la forma interrogativa di una frase, condividere lo stesso idioma. Semplice, starete pensando. Al massimo vi toccherà improvvisarvi in una lingua straniera che avete appreso al liceo o poco dopo.

Immaginate ora di dover porre la stessa domanda a degli alieni. 

Sono appena sbarcati sulla terra. Dodici astronavi denominate “gusci” sono approdate su altrettanti siti terresti. Da questi velivoli monolitici non proviene alcun segno di vita, radiazione o rumore. Ma ogni 18 ore una sorta di portale si apre sul fondo dei velivoli, quasi un invito a entrare.

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