Il Vaginismo. Le margherite si schiudono con il sole

Un giorno, da grande, mi sono scoperta ad osservare affascinata le margherite mentre, lentamente, si chiudevano sempre più su loro stesse, quasi fino a tornare alla forma di bocciolo, accompagnando la discesa del sole al tramonto. Fin da piccola ricordo che mi è stato insegnato che le margherite, così come i girasoli ed altri meravigliosi quanto delicati fiori, seguono il ciclo del sole, schiudendosi e chiudendosi quotidianamente.

Ho voluto iniziare questo articolo descrivendo un fenomeno a cui tutti noi siamo abituati fin da sempre per introdurre il tema delicato (come un fiore) della patologia sessuale femminile del vaginismo.

Il vaginismo è medicalmente descritto nei manuali come una contrazione involontaria del muscolo esterno della vagina che impedisce quindi la penetrazione. 

Molti di noi non conoscono questa patologia, o almeno non sanno bene di cosa si tratti, sebbene alcuni studi epidemiologici attestino, esplicitando di sottostimare il dato, che il 16% della popolazione femminile mondiale soffra di vaginismo, o almeno che a questo 16% sia stato diagnosticato. Sì, perché il dato è indicativo esclusivamente del fenomeno emerso, delle donne che hanno avuto il coraggio di interrogarsi su cosa stesse accadendo al loro corpo e di consultare di conseguenza un esperto che le potesse guidare. Come però spesso accade, quando si tratta di patologie legate all’ambito sessuale e/o che possano subire un tabù o una stigmatizzazione a livello sociale, purtroppo l’informazione è carente e la possibilità di comprendere di avere una patologia e di non sentirsi le sole, quelle “strane”, a sperimentarla è assai scarsa. E’ inoltre allarmante il dato che indica che le donne che si accorgono di soffrire di un disturbo sessuale come il vaginismo e che si rivolgono ad uno specialista non sempre ricevono adeguata attenzione e di conseguenza una corretta diagnosi.

È sulla scia di questa triste constatazione che ho scelto di affrontare questo tema, per aggiungere quel pezzettino di conoscenza e di diffusione della stessa, sebbene da un punto di vista esclusivamente divulgativo, rispetto ad una patologia reale, diffusa e poco nota ai più.

Il vaginismo è una patologia che può presentarsi nella sua forma primaria o secondaria. Quella primaria non permette di avere rapporti fin dalle prime esperienze. Quella secondaria si presenta dopo un periodo in cui la donna ha potuto avere rapporti.

Le cause del vaginismo sono principalmente da ricercare a livello intrapsichico. Una volta che la donna si è accertata con i dovuti esami di non avere problematiche a livello fisiologico, è necessario esplorare il suo vissuto per poter comprendere ed affrontare le cause della patologia.

Spesso il vaginismo nella sua forma secondaria può essere legato ad un’esperienza sessuale traumatica, come una violenza, o all’associazione del rapporto sessuale ad un evento pericoloso/traumatico (ad esempio, il caso, reale, in cui il partner della donna ha avuto un infarto subito dopo il rapporto sessuale ed è morto).

Alla forma primaria si possono associare invece paure di tipo irrazionale. La donna, o meglio la ragazza, dal momento che l’età media del primo rapporto sessuale si è abbassata esponenzialmente attestandosi intorno agli 11-13 anni di età, scopre che per il suo corpo risulta innaturale quello che per le sue coetanee, per i suoi genitori e per tutte le altre persone che la circondano risulta naturale. Inizia a sentirsi “strana”, emarginata, forse malata. Pur desiderando coscientemente il rapporto (il vaginismo non è infatti una patologia del desiderio, né è legata all’eccitazione femminile; la donna con vaginismo può infatti raggiungere con facilità l’orgasmo clitorideo), nel momento in cui l’uomo, o meglio il ragazzo, cerca di avvicinarsi a lei, la sua muscolatura vaginale si irrigidisce impedendo la penetrazione, facendole sperimentare, ad ogni tentativo del ragazzo, un forte dolore genitale (la dispareunia appunto, patologia strettamente associata – in comorbilità – alla patologia del vaginismo). Al vaginismo dunque, a causa dell’età precoce in cui generalmente si presenta (per cui risulta imbarazzante chiedere aiuto ai propri genitori e difficile rivolgersi ai professionisti “adeguati”, come il sessuologo, lo psicologo o lo psicoterapeuta) e ad una scarsa diffusione dell’informazione in merito alla patologia, si associano spesso vissuti di solitudine, di colpa, di inadeguatezza e di perdita dell’autostima, ansiosi e/o depressivi, che tendono a rinforzare la reazione di chiusura della ragazza/donna al momento del rapporto. Ma cerchiamo ora di comprendere quali potrebbero essere le cause psicologiche alla base di questa patologia.

Il rapporto sessuale per la donna, soprattutto per la ragazza/donna “alle sue prime armi”, è possibile se e solo se vi è un senso di fiducia nei confronti del partner, cui conseguono rilassamento ed eccitazione. Eccitazione e rilassamento sembrano apparentemente due meccanismi collocati ai poli opposti di un immaginario continuum. È in realtà una complessa quanto naturale combinazione degli stessi che permette all’essere umano (sia donna che uomo) di poter avere un rapporto sessuale senza intoppi.

Il rapporto sessuale per la donna infatti rappresenta il momento di crescita e di emancipazione dal suo nucleo familiare originario, in primis dalla coppia genitoriale, per andare verso l’altro, verso il mondo esterno. E’ inoltre un momento di affermazione della propria femminilità e della propria potenzialità generativa. Questi temi possono diventare conflittuali a livello nevrotico quando la donna vive in maniera ambivalente l’indipendenza e l’emancipazione, quando vive come un “tradimento” nei confronti del padre l’avvicinamento ad un altro uomo. Ciò è indicativo di una dinamica edipica non risolta (per un approfondimento, si rimanda a Il complesso di Edipo – All’alba della legge del padre ; Il complesso di Edipo secondo Laio – Il padre mutilante)

Nella mente della donna che soffre di vaginismo primario si possono strutturare dinamiche differenti che, come il termine “dinamica” suggerisce, non sono mai univoche, statiche o semplicistiche. La donna generalmente tende ad associare inconsapevolmente dei significati simbolici negativi al rapporto sessuale, significati che impediscono il rapporto. Può esserci ad esempio il rifiuto inconscio di una sessualità vissuta con troppi sensi di colpa, legati ad un sistema educativo rigido o a principi religiosi o morali. Può esserci un severo ed esasperato senso del dovere che non permette di provare piacere. O ancora, il rifiuto inconscio del partner, indice di una relazione non desiderata o di un rapporto che si sta deteriorando (quest’ultima in genere si presenta nel caso di vaginismo di tipo secondario). Può anche essersi stabilita una paura generalizzata nei confronti del maschio, se associato a degli stereotipi negativi di cui si è fatta esperienza diretta o indiretta. Può esserci un conflitto relativo alla propria identità sessuale, quindi alla propria identità di genere. Può esserci una problematica legata all’accettazione della propria immagine corporea e della propria fisicità. Il vaginismo può presentarsi nell’ottica di una difesa del proprio corpo, inteso come unico “bene” strettamente personale. Si può associare il rapporto sessuale ad una violenza e per questo inconsciamente rifiutarlo. Oppure ancora, il blocco può essere legato alla paura della gravidanza o del parto.

Dunque, nonostante la donna con vaginismo sia dotata di una forte carica sessuale e femminilità, nonostante sia in potenza un fiore pronto a schiudersi con il sole, si trova, per tutta una serie di motivazioni più o meno consce, a mantenere le sembianze di bocciolo.

Ma questa condizione non è irreversibile: è possibile affrontare il vaginismo intraprendendo un percorso sessuologico, psicologico o psicoterapeutico improntato ad identificare e comprendere le cause della patologia, per poi affrontarle da un punto di vista simbolico.

Dott. ssa Giulia Radi

Riceve su appuntamento a Perugia
(+39) 3200185538
giulia.radi@hotmail.it

Per approfondire:

American Psychiatric Association Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders, fifth edition, APA 2013

McGarry K. A. The 5-Minute Consult Clinical Companion to Women’s Health. Lippincott Williams and Wilkins Editor

Monopoli A. Il vaginismo: la paura che ferma l’amore

Porcelli P. Un caso di vaginismo: il caso Anna. Psicoterapia e Scienze Umane, 2002, XXXVI, 2: 121-133, 3: 125-131, 4: 107-113; 2003, XXXVII, 1: 127-133, 2: 107-113

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