AUTISMO. Il mondo degli Opossum
Era una giornata come le altre, arrivata a lavoro ho salutato Luca, lui ha salutato me toccandomi le mani e abbiamo iniziato a lavorare.
Luca era più euforico del solito, saltava da una parte all’altra della stanza, ripeteva in continuazione il dialogo di un cartone animato, batteva a terra i suoi piedini e riusciva contemporaneamente con la mano destra a scrocchiare le dita e con quella sinistra a toccarsi i capelli.
I suoi occhi erano rivolti altrove, guardava tutto, ma non guardava niente. E sicuramente non guardava me.