Gli abiti che non hai messo
Uscire dalla comfort zone

psicologia della moda, comfort zone, psicologia
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Hai l’armadio stracolmo di vestiti e trascorri troppo tempo per scegliere cosa indossare? Dopo varie valutazioni ti capita alla fine di scegliere sempre gli stessi vecchi indumenti? Ti chiedi se ci sia una spiegazione a questo comportamento? 

“Significa qualcosa comprare dei vestiti nuovi e lasciarli sistematicamente nel cassetto continuando ad indossare roba vecchia?”

Alzi la mano chi ha formulato almeno una volta questa domanda.

Comprare nuovi abiti non implica necessariamente utilizzarli. Spesso al contrario ai capi nuovi preferiamo gli abiti vecchi, usati e rodati. 

I motivi per cui ci comportiamo in questo modo possono essere molteplici.

Vediamone insieme alcuni.

I soliti sono gli abiti della comfort zone, fisica ed emotiva

L’atteggiamento per cui, pur avendo tanti abiti o vestiti nuovi, si tende ad utilizzare sempre gli stessi, può dipendere dalla difficoltà ad uscire dalla propria comfort zone. 

Tendiamo infatti a ricercare situazioni a noi conosciute, in cui ci sentiamo più sicuræ, dove sappiamo prevedere gli eventi e il modo in cui fronteggiare le possibili difficoltà.

Per lo stesso motivo i vestiti che abbiamo indossato più e più volte sono quelli in cui ci sentiamo a nostro agio, nella nostra comfort zone, con i quali sappiamo per certo riusciremo a gestire le diverse situazioni che si presentano nella vita quotidiana.

I comfort dress rappresentano anche una certezza dal punto di vista emotivo: in essi sappiamo come ci sentiamo, come veniamo percepiti, abbiamo imparato a controllarli e a conoscerne pregi e difetti, con essi ci destreggiamo bene nel nostro ambiente.

Difficoltà ad affrontare un cambiamento o illusione di esser prontæ a cambiare

La difficoltà nell’indossare capi nuovi che abbiamo nell’armadio può essere interpretata anche come una resistenza al cambiamento: utilizzarli significherebbe lasciare le proprie abitudini quotidiane, quindi gli elementi che trasmettono un senso di sicurezza, anche se disfunzionali. 

Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che spesso pensiamo di esser cambiatæ o di esser pronti al cambiamento, ci muniamo di tutto il necessario per esprimerlo e concretizzarlo…ma arrivatæ al dunque ci rendiamo conto che non siamo prontæ per quel cambiamento tanto desiderato. Quindi lo lasciamo lì, nei cassetti, pensando che ci aspetterà per sempre.

In questo senso l’abito comprato ma non utilizzato incarna una fantasia (di stile e/o di vita) diversa dalla realtà, che la mente brama ma che ha troppa paura di concretizzare.

Non lo indossi perché non ne sei all’altezza

Un’altro motivo per cui non usiamo gli abiti nuovi è che non ci sentiamo alla loro altezza. Non ci sentiamo abbastanza nuovæ, bellæ, intonsæ e pensiamo che potremmo distruggere i significati splendenti che essi veicolano. Oppure teniamo ad essi talmente tanto da non volerli rovinare esponendoli all’esterno, alla critica, alla possibile rovina.

Ma chi lo ha comprato???

Altra ragione per cui non utilizziamo gli indumenti nuovi: la confusione. Capita, quando facciamo shopping, di non comprare abbigliamento per noi, ma per l’immagine che abbiamo di noi in fantasia, o per i personaggi con cui ci identifichiamo e di cui vorremmo interiorizzare le caratteristiche psicologiche. Una volta a casa, a contatto con la nostra realtà, scopriamo l’amara sorpresa, cioè che la roba nuova non ha niente a che vedere con chi siamo veramente, con la nostra vita.

Armadio bene in vista

Infine: la memoria. Il nostro cervello tende a proporci le immagini che ha visto più spesso, quelle meglio registrate. Se l’armadio è organizzato in modo da nascondere la maggior parte dei capi nuovi che possediamo e mostrare per bene quelli che indossiamo più spesso, questi ultimi saranno gli unici che ci verranno in mente quando penseremo a cosa mettere. Il cervello non ha memoria dei nuovi capi per cui non ce li propone.

Qualsiasi sia la motivazione bisogna tenere a mente che l’armadio è lo specchio della nostra psiche. Uscire dalla nostra anta preferita, metterci anche in panni che non sono i nostri, ci aiuta a comprendere sempre meglio chi siamo, chi non siamo e le nostre potenzialità.

“Ho imparato nella mia vita che è importante essere in grado di uscire dalla propria zona di comfort ed essere sfidati da qualcosa con cui non si ha familiarità o a cui non si è abituati. Quella sfida ti permetterà di capire cosa sei capace di fare” e, aggiungo, chi sei capace di essere.

J. R. Martinez

Dott.ssa Anastasia Giangrande

Psicologa, Psicologa della Moda a Milano e online

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