La crisi nella relazione di coppia
Un salto nel vuoto?

Il primo punto da considerare quando si parla di crisi nella coppia è quello di poterci accedere. Non è scontato, infatti, che la coppia senta di avere le risorse necessarie per farlo. Si possono attivare difese e paure che impediscono un confronto con gli stati emotivi e i significati della crisi.

Possiamo riconoscere, tra i motivi della crisi di una coppia, la mancata corrispondenza al “patto” su cui originariamente si è fondato il legame. Nei momenti di crisi è la proprio la possibilità di rilancio del patto a regalarci la possibilità di sposare al meglio la nostra natura di esseri in movimento – riferibile all’evoluzione di bisogni e prospettive cui tutti facciamo esperienza. Il patto di coppia iniziale è caratterizzato da una forte idealizzazione di se stessi, dell’altro e del rapporto.

Ognuno, all’interno di una relazione fortemente coinvolgente, assicura all’altro che grazie a lui potrà sentirsi al centro del mondo, far riemergere un’antica vitalità soffocata, riempire un vuoto incolmabile. Guidati da questa grande illusione i coniugi si propongono reciprocamente come “terra promessa”. Ma proprio questa illusione può costituire il nucleo problematico con cui ognuno dei partner, deluso, si misurerà con esiti diversi, nelle fasi successive del ciclo vitale” (Malagoli Togliatti, Angrisani & Barone, 2004).

Reagiamo in diversi modi di fronte alla delusione e alla tensione relazionale: c’è chi per esempio tende ad esporsi, cercando un confronto, chi lo fa in una direzione di scontro aggressivo e chi invece adotta strategie distanzianti per evitare di affrontare un discorso caldo quando sente odore di possibile conflitto nell’aria. Inoltre, c’è chi tende a coinvolgere terzi (spesso familiari o amici della coppia) all’interno di una tensione che li riguarda direttamente nel rapporto con il partner, creando confusione tra i protagonisti responsabili della scena e triangoli di fuoco. Nella coppia molto ha a che vedere con l’incontro di queste modalità relazionali e con il significato che il partner da’ ai comportamenti dell’altro in base alla propria storia. Quando si lavora con la coppia in terapia è spesso sorprendentemente utile ricostruire alcuni aspetti delle storie individuali dei partner. Ricostruire il passato serve per riappropriarsi del presente comprendendo insieme i vissuti che si scatenano di fronte a determinate dinamiche relazionali e a specifici atteggiamenti del partner.

I modelli relazionali della famiglia di origine influenzano il nostro modo di leggere le situazioni e di reagire ad esse. In fondo la prima coppia che abbiamo osservato è quella dei nostri genitori, quindi parte del nostro bagaglio sui modelli relazionali e sulla gestione del cambiamento proviene da lì. In famiglia come affrontavano i problemi i nostri genitori? Si confrontavano insieme o decideva tutto uno dei due in una dinamica rigida di ruolo dominante e passivo? I conflitti rimanevano confinati nel sistema genitoriale o slittavano anche in quello dei figli coinvolgendoli e creando triangolazioni e schieramenti con impatto sulla fratria?

Il punto è quello di capire se abbiamo costruito dentro di noi una maggiore fiducia o una maggiore sfiducia rispetto alla possibilità che, in una relazione connotata da valore affettivo, si possa affrontare un possibile conflitto con successo. Per successo non s’intende il mantenimento dell’equilibrio e del funzionamento precedente (il ritorno al punto A), ma la possibilità di condividere aspettative, vissuti, bisogni o pensieri differenti che hanno un impatto sulla relazione e che sono portatori di un cambiamento, attraverso un punto B (che è il conflitto) verso la costruzione di un nuovo modo di vedersi e di stare insieme (punto C). Cambiamento è una parola che spesso terrorizza, facciamo numerosi sforzi, più o meno consapevoli, per resistergli e per mantenere un’omeostasi che ha funzionato per tempo e che non vogliamo scambiare per l’incertezza di una novità. Quindi spesso è meglio tenersi una situazione disfunzionale caratterizzata da rabbia e insoddisfazione proprie e del partner rispetto a introdurre un cambiamento che ci mette in crisi rispetto al nostro ruolo e alle nostre paure.

A tale proposito, è possibile osservare che nelle coppie a volte si crea una sorta di blocco nei confronti della crisi, descritto da parte dei partner come una sensazione di stallo nella relazione. In questi casi, nella terapia di coppia, è importante meta-comunicare sul significato di questo stallo ridefinendolo come un tentativo di proteggere la coppia. Il blocco si può manifestare sia in termini di distanza, sia sotto forma di conflitto sterile e ripetitivo dove i partner si accusano a vicenda di non aver corrisposto le proprie aspettative e richiedono all’altro di fare dei cambiamenti a comando senza costruire insieme una nuova fiducia per poterli affrontare.

Questi movimenti possono essere intesi come difese dall’angoscia di fusione (perdita dei confini individuali e dell’autonomia) o di separazione. Per accedere alla crisi bisogna riuscire a confrontarsi con la delusione attraverso un conflitto che sa evolversi. La ridefinizione dei meccanismi difensivi propri e del partner (quali, per esempio, l’aggressività e il distanziamento) come modalità protettive e non come strumenti contro l’altro può avvenire attraverso la ricostruzione della storia di coppia e delle storie famigliari individuali per cercare di accedere alla tenerezza per l’altro.

È difficile gestire incomprensioni, senso di solitudine, mancanza di rispecchiamento emotivo, rabbia e paura all’interno di una storia d’amore. Ancor più costruire la fiducia e la capacità riflessiva di comprenderne i motivi e di cogliere il proprio ruolo, oltre che quello dell’altro, nel mantenimento di una certa dinamica relazionale. Conosciamo tutti bene i motivi di uno stallo di coppia, ma è anche vero che la crisi si può trasformare in un’opportunità per far sì che una relazione abbia una sua vitalità e si evolva insieme a noi.

A cura della dott.ssa Clarissa Cavallina

Psicologa, PhD a Roma

clarissa.cavallina@gmail.com

Per approfondire:

Togliatti, M. M., Angrisani, P., & Barone, M. (2004). La psicoterapia con la coppia. Il modello integrato dei contratti. Teoria e pratica9.

Caillé, P. (2007). Uno e uno fanno tre. Armando Editore.

Elkaïm, M. (1992). Se mi ami, non amarmi: orientamento sistemico e psicoterapia. Bollati Boringhieri.

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