Moda e salute
Quando l’estetica si fa pericolosa

Sentirsi a disagio con un abito o mettere a rischio la propria salute non dovrebbe essere considerato una “moda”. Il clamore riguardo all’abito corsetto di Schiaparelli indossato da Dua Lipa ai Golden Globes, che non le permetteva di sedersi correttamente o di stare comoda durante la cerimonia, o quello di Versace indossato da Anne Hathaway durante l’ultima fashion week, fa riflettere sul lato oscuro della moda, che dall’epoca vittoriana ancora non cenna ad andarsene. 

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Fashion FOMO
Quando la Moda Diventa Fonte di Ansia e Stress

Nel mondo frenetico della moda contemporanea, l’accesso istantaneo alle ultime tendenze attraverso i social media e i siti dei brand può trasformarsi in una fonte inaspettata di ansia e stress.

Questo fenomeno, noto come Fashion FOMO (Fear of Missing Out), può avere un impatto significativo sulla salute mentale. In questo articolo, esploreremo come il desiderio incessante di restare al passo con i trend può provocare ansia, preoccupazione e angoscia.

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Tatuaggi
Le identità sulla pelle

Negli ultimi decenni, il consumo di tatuaggi è aumentato notevolmente e abbiamo assistito a un cambiamento relativo al target sociale coinvolto in questa pratica: da motociclisti, membri di bande e criminali di ieri ad appassionati, artisti e professionisti perlopiù appartenenti alla middle class di oggi (DeMello 2000).  La crescente accettabilità sociale della body art ha stimolato l’industria del tatuaggio e attualmente si stima venga aperto almeno un nuovo studio di tatuaggi al giorno!

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Sostenibilità emozionale
Scelte di consumo e benessere

E se il benessere mentale passasse dal corpo e dalla sostenibilità emozionale?

Chiedere ad una persona di adottare un comportamento di consumo sostenibile senza che abbia prima compiuto un viaggio di analisi e esplorazione di sé è molto complicato.

Il motivo è semplice: senza educazione ad hoc sul tema, senza conoscenza, senza curiosità e soprattutto, senza vedere il proprio beneficio personale, è impossibile chiedere all’essere umano di adottare un comportamento contrario, se non proprio opposto, a quello che ha avuto fino a quel momento, cui si è allenato per tutta la vita e che ha plasmato i suoi interessi e i suoi gusti.

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Influencers e shopping
Meccanismi disfunzionali

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Come mai dei personaggi con cui non abbiamo alcun legame riescono a farci comprare quello che vogliono?

Come riescono gli influencers a convincerci della necessità di provare un prodotto da loro suggerito? Ti è mai successo di comprare qualcosa, un abito, un cosmetico, solo perché visto su un influencer/creator?

Non giudicarti se ti è successo, ci siamo cascati più o meno tutti. 

Da che mondo è mondo, la maggior parte delle persone infatti fanno acquisti perché ispirate da coloro che li circondano: amici, parenti, colleghi. Prima c’erano le riviste moda, che proponevano attori/trici, modelle/i, cantanti come ulteriore sfondo da cui prendere spunto. Poi hanno fatto capolino gli influencers. 

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Fast fashion-fast identity
La velocità che brucia l’identità

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È innegabile che i social abbiano rivoluzionato le nostre vite, dal punto di vista educativo, della fruizione dei contenuti, dei consumi e delle abitudini.
Si sono insinuati in modo lento e, paradossalmente, uno dei cambiamenti che hanno imposto concerne la VELOCITÀ. Con ripercussioni sulla sfera sociale, personale e conseguenze che hanno coinvolto , tra gli altri, anche il settore moda.

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Cambiamento, autostima, emozioni
Usare l’armadio come mezzo per comprendersi

I nostri armadi sono spesso stracolmi di abiti: che compriamo e abbandoniamo con l’etichetta, che acquistiamo in vista di un’occasione specifica o il cui acquisto è stato dettato da un bisogno altro rispetto a quello dell’utilità dell’abito. Ciò può portare a trascorrere troppo tempo per scegliere cosa indossare, così si finisce con lo scegliere sempre gli stessi indumenti, anche se vecchi.

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Micro trends e identità
La viralità che lascia il vuoto

In economia per micro trend si intende una tendenza nella direzione di un certo fenomeno che è ragionevolmente pervasivo all’interno di una data sfera di influenza e può durare alcuni anni, o anche mesi.

Anche la moda è un esempio di micro trend: ha breve durata e si evolve poi in nuove tendenze. Essa prima derivava dalle proposte delle/degli stilistæ in passerella, veniva poi introdotta da artistæ come attrici/attori, cantanti, modellæ, celebrities e infine declinata in base all’ambiente, sociale e culturale delle persone che la adottavano. Aveva un tempo di vita abbastanza lungo, che poteva oscillare tra i 5 e i 10 anni.

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Psicologia della borsa
Caratteri a tracolla

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“La borsa: un nascondiglio simile all’inconscio dove la donna ripone oggetti, desideri e ricordi di ogni tipo”. Fabrizio Caramagna

Ho comprato la mia prima borsa a 4 anni. Era azzurra, stampa vichy, con due fiorellini incisi sulla targhetta posta nella parte anteriore. Era in nylon e aveva il manico in vernice azzurra. 

Amavo profondamente quella borsa, la portavo con me anche quando andavo a dormire e quando facevo colazione.

Ci mettevo dentro “le mie cose”: una scarpetta di Barbie, uno dei personaggi di Polly Pocket, la testa dell’Uomo Tigre, la matita, una penna, qualche sasso e conchiglia, i miei trucchi, gli elastici per i capelli e quello che vedevo sempre nella borsa di mia madre e che per questo mi sembrava indispensabile. I fazzoletti, per esempio, non mancavano mai.

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