Autore: Gianluca Rossini

Idealismo Pervertito
Uccidere per (ig)nobile ideale

“Se credi in un ideale, non sei tu a possederlo, è lui che ti possiede.”

Raymond Chandler

Compiere il male non è qualcosa di semplice: i buoni lo sognano, (“solo”) i cattivi lo fanno (per citare un famoso testo di criminologia). La maggior parte delle persone infatti, nell’età formativa, sembra entrare in contatto con un insieme di norme condivise a scuola come in famiglia, imparando ed introiettando una serie di diritti e soprattutto di doveri su ciò che sia lecito o non lecito fare.

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Madri che uccidono: l’infanticidio in nomine matris
Psicologia forense, criminologia, natalità

Una madre darebbe la sua stessa vita per il proprio bambino”. Spesso si ascolta questa frase giudicandola così veritiera e certa che non si chiedono, a differenza di altri presunti assiomi, spiegazioni e prove in merito. Giusto così, proprio perché ciò che è naturale pare ovvio, le dimostrazioni così ricche e presenti da risultare inutili. Innumerevoli esempi nella storia, nella letteratura, nella cronaca quotidiana hanno permesso di instillare una granitica certezza: una madre può solo amare il proprio bambino e morire con lui e per lui.

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“Come fosse un sogno, neanche mio…”
Esperienze di derealizzazione-depersonalizzazione

“La realtà
È correre nel vento
Nella gara di nessun traguardo
Nell’amore che sventola nel porto
La realtà non può essere altro”

E. Bennato – “La realtà non può essere questa” (2020)

In questa sua canzone Edoardo Bennato traduceva il senso della limitazione dettata dalla pandemia, dalle quarantene, dai divieti imposti per un senso di sicurezza collettiva, descrivendo una realtà apparentemente persa, sottratta, fatta di quotidiani gesti di condivisione, semplici ma vissuti in uno spazio aperto e libero. La canzone si intitola  “La realtà non può essere questa”, come fosse una rassicurazione, un tentativo di ripetere e ripetersi le certezze di esperienze vissute come reali, concrete e che non possono essere sostituite.

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Da Lombroso “all’ombroso”
Uomini come “strutture organizzate”per il male

“ La società prepara il crimine; il criminale lo commette.” (Henry Thomas Buckle)

Cesare Lombroso, pseudonimo di Marco Ezechia Lombroso (Verona 1835 – Torino 1909) è stato un medico, antropologo, sociologo, filosofo e giurista italiano, riconosciuto come padre ed ispiratore di ciò che sarebbe stata la moderna criminologia. L’aspetto storico della figura di Lombroso resta sicuramente come una sorta di totem, uno studioso imprescindibile nello studio dei tratti atipici dell’uomo, tanto da rendere quest’ultimo “criminale”.  

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Quali memorie per testimoniare?
La Pisocoanalisi tra narrazione e trauma

“Il cibo dei morti per i vivi” – David Olère 1945

Questo dipinto è un disegno postumo dell’artista che ricorda la sua drammatica esperienza come membro del Sonderkommandodal (2 marzo 1943) fino alla liberazione nel 6 maggio 1945. Il Sonderkommandoera era un gruppo di deportati scelti, soprattutto ebrei, che collaboravano con le autorità del campo. Qui il cibo che rappresenta l’unico nutrimento e fonte di sopravvivenza, ogni altro bisogno che richiamasse la dimensione umana fu negato.

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Analisi logica delle fantasie sessuali
Tradurre l’eccitazione tra inibizione, conflitto e desiderio

“In ogni incontro erotico c’è un personaggio invisibile e sempre attivo:  l’immaginazione”. Octavio Paz

Qui non siamo alla ricerca di soggetto, predicato e complemento oggetto e neanche pretendiamo di insegnare un nuovo lessico amoroso. La saggezza popolare ed il sentire comune sembrano però suggerire come l’eccitazione sessuale, pur non essendo propriamente misurabile o quantificabile, debba mantenersi ad un certo “livello di sicurezza”.

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Vivere come Proserpina tra inverno e primavera
“Morte e resurrezione” del soggetto maniaco-depressivo


“Lascia che il sole del mattino scaldi Il tuo cuore quando sei giovane
E lascia che i venti leggeri del mezzogiorno
temperino la tua passione
Ma attento alla notte
Perché lì è in agguato la morte
che aspetta, aspetta, aspetta”

Arthur Rimbaud, Una stagione all’Inferno (Addio), 1873

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Sono davvero “desiderabile”?
Il mate value come bilancia tra fedeltà e infedeltà

io so’ n’guerriero che sta riposanno
dopo che ha rivortato mezzo monno
ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta
n'do voi che vada viè, nun fa la matta
tu ormai pe'me sei l'ultima occasione
sei giovane, sei bella e me stai bene, te pare poco dì
te pare poco, nun devi avè paura io nun gioco
io qui sto rilassato e chi se move
fuori fa pure freddo e come piove

benessere, consapevolezza, coppia, relazione

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Crearsi un nemico per superare l’angoscia. La Psicoanalisi della Guerra

                                         “Grande guerra- Soldato italiano”  by autoridimmagini.it

Perché la guerra?  Già Freud ed Einstein si ponevano nel 1931 questa domanda, sotto gli occhi vigili ed attenti di coloro che, in un incontro della Società delle Nazioni, speravano in un antidoto trovato da queste due geniali menti.  Appare troppo vero e chiaro come, dopo il 1914, nessuno possa più guardare al progresso della scienza e della tecnica senza considerarne il prezzo umano e senza considerare il pericolo micidiale che vi è racchiuso. Freud fu proverbiale anche su questo punto: “Gli uomini adesso hanno esteso talmente il proprio potere sulle forze naturali che giovandosi di esse sarebbe facile sterminarsi a vicenda, fino all’ultimo uomo.

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Il grande equivoco della bruttezza. La lezione di Frankestein

Come posso spiegare le mie sensazioni di fronte a questa catastrofe […] Le membra erano proporzionate e avevo scelto i lineamenti più belli . Belli ! Buon Dio ! […] la bellezza del sogno era svanita, e un orrore e un disgusto soffocanti mi opprimevano il cuore.

                                                                                                                                                  (Shelley, 1818, pp. 69-70)

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