Emozioni
Guida ai look

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In psicologia l’emozione è definita come un stato complesso di sentimenti che si traducono in reazioni fisiche e psicologiche che, a loro volta, influiscono su pensiero e comportamento.

Il termine “emozione” deriva dal latino “emovère” ossia “muovere fuori, smuovere”. 

Ed è effettivamente quello che succede quando si prova un’emozione: l’usuale stato di equilibrio viene scosso e si esperisce un intenso stato di agitazione, subbuglio interiore.

Al di là delle teorie elaborate al fine di spiegarle dal punto di vista psicologico, le emozioni di fatto hanno un ruolo fondamentale: attivano la persona che le prova, causano reazioni a livello organico e fisiologico, inducono all’azione e, influendo sul pensiero e sul comportamento, determinano le relazioni con gli altri e con se stessi.

Le emozioni sono essenziali anche in ottica evolutiva. Esse permettono di intuire i minimi cambiamenti nell’ambiente circostante, valutare il pericolo eventuale, preparare l’organismo all’azione, nonché di muoversi, comunicare ed adattarsi al mutare delle situazioni al fine di sopravvivere. 

Le emozioni servono a comunicare a se stessi e agli altri: le reazioni fisiologiche innate legate ai vari stati emotivi possono essere indizi o segnali di qualcosa che sta succedendo, mentre anche minime espressioni facciali comunicano a chi è di fronte come ci si sente, influenzandone così il comportamento.

Le emozioni sono evidentemente necessarie alla vita.

Eppure. 

Eppure non tutte le emozioni sono belle. 

Alcune, come la gioia, la sorpresa, l’allegria, la speranza fanno star bene, provocano quel tanto agognato battito del cuore associato ad eccitazione e benessere, generano armonia e influenzano il comportamento in modo positivo e funzionale. Fanno vedere il mondo a colori.

Altre, come la tristezza, la rabbia, la paura, il disgusto provocano malessere, abbattimento, generano uno stato d’animo e un atteggiamento negativo. Il mondo diventa incolore, insapore, algido.

Queste ultime sono considerate negative e da esse si tende a fuggire; ognuno elabora complesse strategie per ignorarle, eluderle dalla propria esperienza, reprimerle. 

Di frequente vengono rinviate; ciò però non significa che vengano eliminate perché loro restano li, pronte a venire fuori da un momento all’altro. Non è possibile controllare né come né quando. Potrebbero palesarsi bloccando l’azione proprio quando si è in procinto di realizzare un obiettivo importante, o con un violento attacco di ira in risposta ad un semplice “no” del vicino di casa.

Spesso poi nel tentativo di evitare le emozioni negative, si finisce con il reprimere anche quelle positive. Quante volte, ad esempio, si rifiuta l’amore per evitare di soffrire, o si chiude un’amicizia per non rischiare di essere delusi. Perché si, per provare e godere a pieno di una emozione bisogna accettare ed essere pronti anche alla controparte. 

Reprimere le emozioni equivale a reprimere se stessi, privarsi di esperienze fondamentali dell’esistenza. E molti imparano ad essere particolarmente bravi in questo.

Sarebbe opportuno fermare ad ascoltare se stessi, capire e sentire ciò che si prova, risalire al pensiero o all’evento che ha causato l’emozione e rielaborare il tutto, senza paura del giudizio e, soprattutto, senza temere di sembrare deboli. Le emozioni ci hanno consentito di evolvere e di sopravvivere, per cui, sono sinonimo di forza.

Si pensa comunemente che affrontare le proprie emozioni sia sempre un processo lungo e dispendioso, in termini di risorse fisiche e mentali, e che comporti sovente delle conseguenze spiacevoli.

Quello che poco si sa è che un modo per dar voce alle nostre emozioni consiste nel tradurle in abiti e accessori, vestire l’umore, come hanno fatto Viktor&Rolf per la collezione haute couture 2020-2021.

I vestiti sono un mezzo attraverso cui comunicare senza parlare. Mediante gli abiti è possibile assecondare lo stato d’animo oppure riconoscerlo e cercare il modo di reagirvi, cambiandogli direzione.

Un aiuto prezioso viene offerto dai colori, i quali, stimolando aree differenti del cervello influenzano la cognizione ed agiscono a livello percettivo, sensoriale e comportamentale. 

Ad esempio, quando ci si sente giù di morale può essere istintivo dar voce alla tristezza ricorrendo ai toni del blu, del nero, del grigio. È possibile però anche riconoscerla, accettarla e decidere di reagire usando colori vibranti che influiscono positivamente sull’umore e riportano la serenità.

La rabbia in genere viene considerata una emozione “negativa”, da temere e di cui vergognarsi. In realtà essa può essere fortemente positiva ed attivante; è utile a comunicare che qualcosa nel nostro mondo interiore o esteriore si sta muovendo e, probabilmente, dovremmo ascoltarlo. 

La rabbia può essere espressa aggiungendo un tocco di rosso (se associamo il rosso a questa emozione) al nostro look. Un accessorio, un dettaglio che ci permetta di darle voce e sfogo.

Non solo i colori, anche le forme, i tessuti degli abiti, o i vissuti e i ricordi ad essi legati, possono aiutare. 

Indossare un outfit che ricorda momenti in cui ci si è sentiti accolti e al sicuro può dare la forza di operare un profondo insight e spingere ad affrontare momenti di grande dolore.

La paura, l’ansia spesso si associano a comportamenti di evitamento e chiusura ed inducono ad usare colori “anonimi”, capi che coprono e nascondono come una corazza, al fine di passare inosservati

Decidendo di contrastarle e neutralizzarle si potrebbe decidere di indossare un accessorio amuleto o un abito dalla forma e dal materiale che infonde un senso di sicurezza, come i volumi ampi e il tulle.

Proviamoci: a non evitare le emozioni ma a VESTIRLE e portarle con noi…

Dott.ssa Anastasia Giangrande

Psicologa e Psicoterapeuta in formazione a Milano

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