Gioco d’azzardo patologico
Il sistema della dipendenza

Pubblicazione a promozione del progetto “Rondini. Centro di ascolto psicologico e assistenza legale” finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, promosso dall’Associazione Semi di Pace OdV in collaborazione con l’Associazione Il Sigaro di Freud come soggetto terzo – www.semidipace.it/progetto-rondini/

Il Disturbo da Gioco d’Azzardo (anche chiamato gambling patologico) è un disturbo psichiatrico che nel DSM V trova collocazione nella categoria delle Dipendenze, sottocategoria “Disturbo non correlato all’uso di sostanze” (per maggiori approfondimenti si rimanda all’articolo “Il gioco d’azzardo-l’illusione di controllare il destino”).

I giocatori patologici (o compulsivi) esperiscono la necessità impellente di giocare, il gioco da svago diventa un impulso cui è impossibile resistere e che, lentamente, deteriora le loro relazioni familiari, lavorative, sociali.

Le fantasie e l’ideazione dell’individuo con GAP sono continuamente rivolte alla possibilità e al bisogno di giocare. Trascorre ore ed ore ad elaborare schemi di gioco che potrebbero garantirgli il successo.

I suoi processi decisionali sono fortemente compromessi; tende a sopravvalutare le reali possibilità di vincita poiché ignora le conseguenze negative connesse alla conquista di una ricompensa immediata alle sue pulsioni (il gioco appunto). Non considera il margine di errore né ciò che una perdita comporterebbe dal punto di vista personale, economico e sociale.

Caratteristica è anche la presenza di una soglia di “tolleranza”: le persone con GAP hanno bisogno di giocare sempre di più per ottenere un adeguato livello di eccitamento, alzano così la posta in gioco e con essa il margine di perdite. Sono alla costante ricerca del rischio, considerato come fonte di eccitazione e di piacere.

In breve tempo il gioco diventa una schiavitù su cui non si ha alcun controllo. 

Il comportamento di gioco diventa predominante e soffoca gran parte degli altri comportamenti funzionali. Tutte le preoccupazioni sono concentrate sul gioco, non c’è più alcun interesse per altri stimoli, interessi e comportamenti, anche quelli che in passato avevano grande rilevanza personale.

Forse il GAP può essere compreso meglio osservando il disturbo da Shopping Compulsivo, la cui caratteristica principale è l’impulso irrefrenabile ed immediato all’acquisto. 

Tantissimi di noi hanno sperimentato una versione soft di questa sensazione, per cui sappiamo più o meno come ci si sente.

Nel disturbo da shopping compulsivo l’individuo vive uno stato di tensione sempre maggiore che si attenua nel momento in cui effettua un acquisto, qualsiasi, e spesso inutile. 

L’acquisto genera una gratificazione immediata, un diffuso senso di benessere e la riduzione delle tensioni; tutti elementi che lo inducono a mettere nuovamente in atto il comportamento.

Nella sindrome da Shopping Compulsivo il non comprare porta ad esperire ansia intensa e profondo malessere, che solo un nuovo acquisto è in grado di placare.

Anche nello Shopping Compulsivo è presente una soglia di tolleranza, per cui il tempo e il denaro messi a disposizione per gli acquisti sono sempre maggiori e si percepisce una vera e propria incapacità di controllarsi.

Gli acquisti in genere eccedono le possibilità economiche della persona, la quale arriva ad indebitarsi per poter acquistare gli oggetti che desidera, al pari di un giocatore d’azzardo che punta cifre sempre più alte  incurante delle sue reali possibilità e delle conseguenze delle sue azioni.

Stato di euforia, eccitazione, rischio, tolleranza, perdita del controllo sono poi gli stessi ingredienti che compongono le dipendenze da droghe. 

Tale sovrapposizione ha spinto la ricerca sul gioco d’azzardo patologico ad assumere paradigmi simili a quelli usati nella ricerca sulle dipendenze da sostanze stupefacenti.

Quattro sono i processi cognitivo emozionali individuati nelle dipendenze che sono potenzialmente valide anche per il gambling patologico: il sistema di ricompensa e punizione; il craving, ossia l’urgenza di giocare; l’impulsività; l’incapacità di prendere decisioni per la mancanza di lucidità nel considerare le conseguenze delle proprie azioni.

Una maggior comprensione del Disturbo da gioco d’Azzardo patologico è possibile solo studiandone adeguatamente le basi neurofisiopatologiche, le stesse coinvolte nelle tossicodipendenze.

Le regioni coinvolte sembrano infatti essere la corteccia prefrontale (controllo comportamenti volontari), il nucleo accumbens (dipendenza), sistema della gratificazione, l’amigdala nonché i sistemi seratoninergico e dopaminergico.

I risultati raggiunti dalla ricerca sul GAP finora sono stati illuminanti ma sarebbe necessaria un maggior approfondimento dei suoi correlati biologici al fine di sviluppare trattamenti terapeutici ancora più efficaci.

Il trattamento da seguire non è ancora univoco, tuttavia sono stati ottenuti ottimi risultati nell’intervento su persone con Disturbo da Gioco d’Azzardo Patologico con la Psicoterapia di Gruppo all’interno di un percorso terapeutico che prevede l’intervento della famiglia e la collaborazione di differenti professionisti.

Dott.ssa Anastasia Giangrande,

psicologa e specialista in Psicologia della Moda

 Riceve a Milano su appuntamento

Per Approfondire:

“I comportamenti compulsivi: gioco d’azzardo, shopping sfrenato, ipersessualità”, Dr. Bruno Fontanesi

“Gioco d’azzardo patologico”

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