Disturbo Affettivo Stagionale
Piove anche con il sole

“Nel ciclo della natura, non esistono né vittoria né sconfitta: esiste solo il moto del cambiamento. L’inverno lotta per imporre il suo regno ma, alla fine, è costretto ad accettare la vittoria della primavera, che porta fiori e allegrezza. L’estate cerca di estendere il dominio dei suoi giorni caldi, giacché è convinta che il calore sia un elemento benefico per le genti. Ma finisce per piegarsi all’arrivo dell’autunno, che regala un meritato riposo alla terra.”

 Paulo Coelho

La vita va, mentre le stagioni si rincorrono. Sono podiste che corrono insieme, ma a diverse velocità sulla pista infinita del tempo. La loro spinta interna le porta ad alternarsi nell’essere in testa alla gara e quando sono lì, davanti a tutte, nel presente, hanno il potere di diffondere le loro caratteristiche, portare cambiamenti, far nascere sensazioni ed emozioni che appartengono anche a loro.

Che tempo fa fuori? E che tempo fa dentro?

Riconosciamo spesso una stretta connessione tra il nostro umore e il meteo, da quel freddo invernale che ci invade l’anima e ci rende pigri a quelle giornate luminose che ci danno forza ed entusiasmo..

Ecco che la primavera si affaccia anche quest’anno insieme alle nostre aspettative di rinascita. Uscire dal “letargo” invernale è un compito di certo faticoso per noi: nelle fasi di passaggio fra le stagioni  sono comuni sensazioni di affaticamento, difficoltà nel risveglio, aumento del bisogno di sonno e di cibo. Talvolta, quella leggera sofferenza viene condita con un tocco di tristezza in più, un qualcosa di molto simile ad un vuoto interiore di transizione.

Rosenthal è il primo a dare un nome, “Disturbo Affettivo Stagionale”, all’insieme dei sintomi descritti attribuendogli non a caso l’acronimo SAD, ovvero triste, perché è la presenza di pensieri depressivi a strutturarlo. Ad oggi, viene classificato come “disturbo depressivo maggiore ricorrente con andamento stagionale”nel DSM-5; è uno stato di depressione che si presenta per almeno due anni consecutivi all’interno di un determinato periodo dell’anno, mentre è pressoché assente durante le altre stagioni.  Colpisce maggiormente il sesso femminile in una fascia d’età compresa tra i 20 e i 30 anni. È un’atipica forma di depressione importante da riconoscere e da diagnosticare: gli episodi stagionali possono comportare un ritiro dalla socialità, compromettendo il normale funzionamento sociale durante tutto l’anno.  

Il Disturbo Affettivo Stagionale ha origine prevalentemente in disfunzioni dei processi biologici, ovvero da variazioni di tipo ormonale e alterazioni dei neurotrasmettitori che subiscono l’influenza delle stagioni. Si è ipotizzato che al diminuire delle temperature e della luce durante il giorno, si riduca l’attività della serotonina (neurotrasmettitore responsabile della stabilizzazione dell’umore) e si generi una sovraproduzione della melatonina che aumenti livelli di sonnolenza nelle ore diurne, influenzando i ritmi circadiani, i nostri orologi interni. La minor esposizione alla luce, inoltre, influenza la produzione di vitamina D, la cui carenza viene associata biologicamente alla presenza di sintomi depressivi.

Il SAD può variare, per gravità di sintomi, da una forma più leggera di malinconia definita “inverni blu”a forme disfunzionali, invalidanti sino alla comparsa di ideazioni suicidarie.

La più comune è la “forma invernale” di tale disturbo caratterizzata da umore triste, senso di debolezza, irritabilità, ipersonnia ed iperfagia. Si presenta durante la stagione autunnale, si prolunga per tutto l’inverno e si risolve, più o meno parzialmente, con l’inizio della primavera. Durante questo specifico periodo dell’anno, i soggetti affetti da SAD,  sentono la necessità di dormire molto, hanno una perenne sensazione di spossatezza, difficoltà di concentrazione e sono spinti a consumare maggiormente cibi dolci e carboidrati in maniera compulsiva contribuendo all’aumento del loro  peso ponderale e della loro insoddisfazione corporea.  I sintomi si acutizzano durante le ore serali.

“Nella primavera l’uomo suole sentirsi più scontento del suo stato, che negli altri tempi.” scriveva Giacomo Leopardi. La “forma estiva”, meno comune, ha origine in primavera e dura sino alla stagione della caduta delle foglie, con un picco durante l’estate. Ad un tono basso dell’umore viene associato con maggior frequenza uno stato di irrequietezza, ansia e un calo dell’appetito.

Che si presenti nella fase blu dell’anno, o in quella gialla, il SAD rappresenta una resistenza al cambiamento o il tentativo disfunzionali di trovare un nuovo equilibrio dopo una fase di transizione. La tendenza inconsapevole di chi ne soffre è la scissione del periodo solare in due metà, una buona e una cattiva, come se la vita fosse possibile solo dove e quando la natura aiuta ad essere vivi. Il movimento inconscio è teso ad ignorare le proprie azioni e la propria libertà di scelta sul mondo. Vi è il bisogno, invece, di soffermarsi sulla possibilità di coesistenza di aspetti buoni e cattivi del sé che spingano verso delle scelte consapevoli (non giuste o sbagliate) per far incontrare il caldo e il freddo, la luce e il buio, la pioggia e il sole nella propria anima.

Dott.ssa Emanuela Gamba

Riceve su appuntamento a Roma e a Formia (LT)
(+39) 389 2404480

emanuela.gamba@libero.it 

Per Approfondire:

Tondo L. “Quella voglia di letargo”, Mente & Cervello, Gennaio 2008

McMahon, et all.  (2014).” Patients with seasonal affective disorder show seasonal fluctuations in their cerebral serotonin transporter binding”. European neuropsychopharmacology

Melrose, S. (2015). “Seasonal Affective Disorder: An Overview of Assessment and Treatment Approaches”. Depression Research and Treatment

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