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I’m a Barbie girl, in the Human world
Dissertazioni su Barbie (il film)

Non so se vi è capitato di leggere il testo degli Aqua e non so se quei cantanti così anni ‘90 avevano messo in conto che Barbie, oltre che un’icona intergenerazionale, sarebbe diventato un colosso mediatico. 

Ad ogni modo le parole che vengono usate nel film di Greta Gerwing  richiamano a una ragnatela di temi servita al tavolo della platea che, a mio avviso, sono densi di significati di portata esistenzialistica; alla maggior parte delle spettatrici e degli spettatori, inoltre, non sarà sfuggito il tema femminista, che fa da sfondo all’intera pellicola.

crescita personale, emozioni, esistenza, non scelta, piscologia, relazione, scelta

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La ripresa
Il non ritorno all’eguale

“Io sono di nuovo me stesso. Questo mio Io che nessuno avrebbe voluto accogliere dalla polvere della strada, è di nuovo in mio possesso. La discordia che era in me è placata”.

(S. Kierkegaard)

Freud osservò nell’essere umano una tendenza ripetitiva e estenuante a rivivere le esperienze dolorose. Tale condizione comune di sofferenza a tutti gli individui prese il nome di coazione a ripetere: attitudine incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate. Tale tendenza si attiva, secondo Freud, perché ciò che non è stato compreso, digerito o capito male ritorna sempre quindi l’inconscio attiva comportamenti simili allo scopo di trovare soluzioni e giungere ad un senso di liberazione dai vissuti legati ad eventi traumatici. Sono comportamenti poco funzionali per l’esistenza dell’individuo che impediscono un reale cambiamento e intaccano la libertà decisionale. In questo modo ci muoviamo nel mondo ripetendo gli stessi schemi e rimettendoci nelle stesse situazioni in cui siamo abituati a vivere esperienze che già conosciamo come: instaurare relazioni d’amore con una determinata tipologia di partners o inserirsi in contesti lavorativi poco stimolanti e appaganti anzi a volte persino svalutanti in cui non possiamo far emergere le nostre capacità, arricchirci o farci conoscere per quello che siamo sia a livello identitario che professionale. Possiamo considerare tale modus operandi come un accomodamento all’ambiente che si maschera da sistema di adattamento, il tutto per una illusoria sensazione di avere il potere sulla situazione a scapito di un bisogno reale di cambiamento e di ritrovamento di sé. Nietzsche parla di eterno ritorno dell’uguale per cui l’universo rinasce e rimuore secondo una schema fissa e cicli regolari, ripetendo costantemente un certo corso e rimanendo uguale a se stesso, sempre.

“L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere.”

(F. Nietzsche)

Soren Kierkegaard parla di ripetizione, concetto il quale rappresenta l’atto di replicare dunque di optare per una possibilità di esistenza che c’è già stata. Lo stesso filosofofo teorizza di contro il concetto di ripresa ovvero la presa decisionale in quell’attimo in cui avviene la trasformazione tra la libertà della decisione e ciò che si è già verificato ed è già stato. Secondo tale concezione siamo in grado di decidere in maniera libera perché collochiamo le nostre decisioni nel mondo ineludibile delle possibilità.

benessere, consapevolezza, psicologia del profondo, ripresa, scegliere, scelta

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