Questo articolo nasce da una riflessione, a sua volta scaturita dalla lettura del commento di un utente del sito a un altro articolo che ho pubblicato precedentemente. Questo veniva definito interessante, ma, “come al solito”, troppo lungo.
Il commento mi ha portato a riflettere su una questione non di poco conto: la complessità. Cosa si intende per complessità?
È sempre bello tornare a casa. Bentornata “solita vita”. Possiamo percepire realmente il gusto di un viaggio nel momento esatto del ritorno, quando il bagaglio di nuove esperienze acquisite durante il percorso, ci dà lo spinta per affrontare con nuove ricchezze la vita di tutti i giorni (si rimanda all’articolo sul viaggio “Sul bisogno di occhi nuovi” della rivista di aprile 2015).
Al ritorno, sfogliando le foto scattate durante il viaggio e riassaporando quei momenti di libertà dagli obblighi della vita convenzionale, ci assale un sentimento di malinconia che ci spinge a a fantasticare su possibili strategie di evasione dalla routine. È in quel momento di passaggio fra il “dolce far niente” e la ripresa delle responsabilità quotidiane, che sentiamo la pesantezza del ritorno. Settembre è, per tutti, tempo di valutazioni sul presente e di scommesse sul futuro.
“Mi chiedo, a volte, cosa ci porta a scegliere una vita piatta; o meglio, non mi chiedo, contesto.” (un verso di “Quasi” – poesia di Luis Fernando Verissimo, riportata integralmente in fondo all’articolo)
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