Autore: Ilaria Pellegrini

Desiderare
Distogliere lo sguardo dalle stelle

«Cos’è la sofferenza psichica?» 

 «è quando una vita si accorge di essersi allontanata dalla legge del suo desiderio. Di essere andata in un’altra direzione». 

(M. Recalcati)

angoscia, desiderio, psicoanalisi, psicologia, psicoterapia, vitalità

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La fedeltà come risorsa
Saper mentalizzare e pensare su

La fiducia interpersonale, secondo Antonio Mutti, viene definita come «l’aspettativa che Alter non manipolerà la comunicazione o, più specificamente, che fornirà una rappresentazione autentica, non parziale né mendace, del proprio comportamento di ruolo e della propria identità. L’aspettativa di Ego concerne cioè la sincerità e credibilità di Alter, intese come trasparenza e astensione dalla menzogna, dalla frode e dall’inganno»

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La psicoterapia di gruppo. Porte da aprire e chiavi da trovare

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La psicoterapia di gruppo viene praticata sia nelle istituzioni pubbliche che private in tutto il mondo per una crescente comprensione della sua rilevanza sia per la vita sociale in generale che per la terapia di comunità, oltre che per le procedure di selezione e di istruzione se vogliamo andare oltre l’ambito clinico.

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L’inconscio sociale. L’Io e il Noi

Oltre che essere umani siamo anche esseri culturali. Ciò vuol dire che la nostra identità è anche culturale ovvero contenente elementi fondamentali quali l’etnia ed essa è influenzata dalla classe sociale, dall’età, dalla religione, dal genere, dall’orientamento sessuale e dalle dinamiche familiari. 

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La ripresa
Il non ritorno all’eguale

“Io sono di nuovo me stesso. Questo mio Io che nessuno avrebbe voluto accogliere dalla polvere della strada, è di nuovo in mio possesso. La discordia che era in me è placata”.

(S. Kierkegaard)

Freud osservò nell’essere umano una tendenza ripetitiva e estenuante a rivivere le esperienze dolorose. Tale condizione comune di sofferenza a tutti gli individui prese il nome di coazione a ripetere: attitudine incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate. Tale tendenza si attiva, secondo Freud, perché ciò che non è stato compreso, digerito o capito male ritorna sempre quindi l’inconscio attiva comportamenti simili allo scopo di trovare soluzioni e giungere ad un senso di liberazione dai vissuti legati ad eventi traumatici. Sono comportamenti poco funzionali per l’esistenza dell’individuo che impediscono un reale cambiamento e intaccano la libertà decisionale. In questo modo ci muoviamo nel mondo ripetendo gli stessi schemi e rimettendoci nelle stesse situazioni in cui siamo abituati a vivere esperienze che già conosciamo come: instaurare relazioni d’amore con una determinata tipologia di partners o inserirsi in contesti lavorativi poco stimolanti e appaganti anzi a volte persino svalutanti in cui non possiamo far emergere le nostre capacità, arricchirci o farci conoscere per quello che siamo sia a livello identitario che professionale. Possiamo considerare tale modus operandi come un accomodamento all’ambiente che si maschera da sistema di adattamento, il tutto per una illusoria sensazione di avere il potere sulla situazione a scapito di un bisogno reale di cambiamento e di ritrovamento di sé. Nietzsche parla di eterno ritorno dell’uguale per cui l’universo rinasce e rimuore secondo una schema fissa e cicli regolari, ripetendo costantemente un certo corso e rimanendo uguale a se stesso, sempre.

“L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere.”

(F. Nietzsche)

Soren Kierkegaard parla di ripetizione, concetto il quale rappresenta l’atto di replicare dunque di optare per una possibilità di esistenza che c’è già stata. Lo stesso filosofofo teorizza di contro il concetto di ripresa ovvero la presa decisionale in quell’attimo in cui avviene la trasformazione tra la libertà della decisione e ciò che si è già verificato ed è già stato. Secondo tale concezione siamo in grado di decidere in maniera libera perché collochiamo le nostre decisioni nel mondo ineludibile delle possibilità.

benessere, consapevolezza, psicologia del profondo, ripresa, scegliere, scelta

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La psicoterapia online. La sospensione dei corpi

                                                                                                                   

I corpi volanti di Rob Woddcox

Il distanziamento fisico ha ridotto i livelli di contatto.

Il periodo del lockdown ci ha messo a dura prova. Non solo abbiamo dovuto modificare le nostre abitudini quotidiane, ma anche il modo di tenerci in contatto. Le relazioni virtuali si sono amplificate fino a divenire esclusive, ma donandoci l’opportunità di capire più che mai l’indispensabilità degli affetti non solo razionalmente, lo abbiamo vissuto e sentito sulla nostra pelle quanto ci mancasse la fisicità.

Per psicoterapia online si intende l’insieme di pratiche cliniche con finalità terapeutiche che di strumenti tecnologici e una connessione ad internet affinché terapeuta e paziente possono mantenersi in contatto. Si rimanda all’articolo La Psicoterapia Online – Pratica clinica tra Reale e Virtuale”.

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Di generazione in generazione. La trasmissione umana

                                                             “Ho gli occhi di mio padre e il corpo di mia madre.” (F. Kahlo)

In questo articolo ho intenzione di porre l’accento sulla trasmissione intergenerazionale come questione antropologica nel senso di specificità umana ma soprattutto sulla trasmissione di natura psichica di generazione in generazione.

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La mente e la sua duplice funzione. Evitare le emozioni, vivere le emozioni

“Spesso  le persone non hanno emozioni chiare, altro che idee.” (Diego De Silva)

Una delle nostre difficoltà è riuscire a vivere le emozioni tanto che spesso ci chiediamo se proviamo davvero quello che sentiamo o se le emozioni che proviamo siano vere. A volte ci chiediamo cosa stiamo provando esattamente, travolti da una complessità emotiva che non riusciamo a decodificare.

Non è facile capire cosa proviamo come non è semplice concedersi la libertà di vivere pienamente le emozioni che accadono senza che esse, non solo semplicemente esistano, ma abbiano la facoltà di essere vissute. Per tutta la nostra esistenza riconosciamo come forte il desiderio di vivere le nostre emozioni e spesso di essere addirittura travolti da esse ma passiamo la maggior parte del tempo a schermarci e difenderci quando abbiamo il sospetto che le emozioni possano essere troppo sconvenienti; così permettiamo il passaggio soltanto di alcune emozioni, una piccola parte di esse che può accedere alla nostra mente in modo tale che possiamo controllare quanto possiamo effettivamente essere travolti emotivamente; e il desiderio di vivere esperienze turbolenti può essere pura illusione.

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