Il bambino come soggetto strategico
Il bambino “designato”

Il bambino è un soggetto attivo e strategico: tale prospettiva è essenziale per comprendere come un bambino, anche piccolo, possa sviluppare dei sintomi psichici. 

Il cammino verso l’esordio psichiatrico può iniziare attraverso la manifestazione di sintomi prodromici, ovvero fenomeni che possono predire l’insorgenza di una psicopatologia; nel bambino tali sintomi sono vari e primariamente colpiscono le funzioni sociali, cognitive e relazionali.

Il bambino che subisce un arresto dello sviluppo, mostrandone i sintomi prodromici soprattutto a scuola e in famiglia, con una buona probabilità svilupperà in età adolescenziale o adulta, in risposta a tale all’arresto, un esordio psicotico, un disturbo alimentare, una tossicodipendenza. 

Il seguente articolo mira a riflettere sull’intenzionalità attiva dell’arresto di sviluppo nel bambino, sul suo significato all’interno di dinamiche familiari disfunzionali e su come quest’ultime possano incidere sullo sviluppo del bambino e dunque sul suo arresto o regressione.

Il bambino attraverso l’arresto o la regressione del suo sviluppo rafforza l’inconsapevole necessità di mostrare  sintomi come strumento per irrompere all’interno della coppia mamma-papà, per essere presente, per percepirsi capace di avere un peso sull’esistenza altrui e sulla relazione coniugale; dunque, il bambino, attraverso il sintomo, chiede di esistere ed essere visto. 

Accanto a questa necessità sopraggiunge l’impossibilità ad evolversi perché privato di un’opportunità fondamentale: stimoli affettivi fondamentali allo sviluppo psicofisico.

Possiamo rappresentare il genitore di un bambino portatore di sintomi psichici come una mamma o un papà in difficoltà nell’istaurare un legame affettivo con il proprio figlio, prima ancora con il proprio partner ed innanzitutto con i membri della sua famiglia d’origine. Questa estrema difficoltà porta alla generazione di relazioni frustranti ove ogni personaggio in “gioco”, quindi ogni membro della famiglia, assume un ruolo specifico; i componenti della famiglia sembrano inserirsi in un organigramma.

L’ organigramma è una struttura in cui i ruoli sono rigidamente “designati” ed è importante sottolineare che le famiglie che presentano questa mancanza di flessibilità hanno difficoltà a stare nel cambiamento, a modificarsi rispetto agli eventi e ad accogliere le novità, poiché queste richiedono la capacità di modulare le dinamiche relazionali al fine di vestirsi di nuovi abiti per sostituire panni ormai usurati. 

Spesso accade che i genitori siano ancora troppo impegnati emotivamente sul fronte del proprio passato familiare, ancora così tanto vivo nel presente da costituire un nucleo problematico per la nuova famiglia e soprattutto per la coppia che risulta avere uno scarso interscambio emotivo ed è proprio in questa dinamica disfunzionale che il bambino irrompe, con uno stallo, rivendicando l’impacciata sensibilità dei genitori ad accogliere i suoi reali bisogni affettivi e di crescita. 

Dunque, l’arresto di crescita del bambino diviene  la risposta allo stallo degli adulti che sentono il bisogno di rivendicare le mancanze della loro infanzia; tali esigenze risultano troppo grandi per poter essere riconosciute, maneggiate e comunicate al proprio partner.

Nelle dinamiche di questo tipo accade che si percepisce un disagio e vi si reagisce senza possibilità di mentalizzazione, processo di riflessione che indica la capacità di pensare su, rappresenta una raffinata abilità di capire e prevedere il comportamento sulla base della comprensione degli stati mentali (intenzioni, emozioni, desideri, credenze) propri e altrui, Questa capacità permette di essere maggiormente autentici nelle relazioni ed in grado di instaurare e mantenere legami di fiducia. Per approfondire vai su https://ilsigarodifreud.com/2021/12/la-fedelta-come-risorsasaper-mentalizzare-e-pensare-su/

La condizione di povertà di stimoli affettivi può condurre ad una serie di reazioni estreme dettate da un disagio a cui risponde un determinato feedback genitoriale che può dare avvio al processo patologico in cui il bambino cosiddetto designato riveste un preciso ruolo strategico per ogni membro della famiglia, un modo inconsapevole di deporre i conflitti interni della famiglia nel soggetto predestinato al quale viene attribuito il compito di manifestare il disagio di tutto un sistema.

In un certo senso l’arresto dello sviluppo, se trattato adeguatamente, può essere un’opportunità per il piccolo paziente e la famiglia come sistema e le future generazioni di leggere questa oppositività come una possibilità di mettere uno stop intergenerazionale  al fine di porre fine a schemi conflittuali e disfunzionali per assumere alternativi modelli comportamentali e di manifestazione emotiva.

Dott.ssa Ilaria Pellegrini

Riceve su appuntamento a Pomezia e Roma (zona Piramide)

(+39) 3897972535

ilariapellegrini85@gmail.com

Per approfondire:

  • Fonagy P. (2005) “Regolazione affettiva, mentalizzazione e sviluppo del sé”
  • Selvini Palazzoli M. (1996). “I giochi psicotici nella famiglia”

famiglia psicopatologia dinamiche psicologia dello sviluppo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Contattaci

Newsletter


Seguici


I contenuti presenti sul blog "ilsigarodifreud.com" dei quali sono autori i proprietari del sito non possono essere copiati,riprodotti,pubblicati o redistribuiti perché appartenenti agli autori stessi.  E’ vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.  E’ vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dagli autori.


Copyright © 2010 - 2022 ilsigarodifreud.it by Giulia Radi. All rights reserved - Privacy Policy - Design by Cali Agency