Dall’origine alla coppia
Il ciclo di vita della famiglia
“Per consentire il cambiamento, alcune parti del sistema devono disgregare modelli stabili già presenti. I nuovi modelli rappresentano quindi proprietà emergenti del sistema. Essi non sono lineari, cioè non possono essere previsti automaticamente in base a ciò che è successo in precedenza. Quando le sue componenti non sono coordinate in modo eccessivo, il sistema può esplorare e cambiare”.
(Bowlby)
Come è noto nel primo anno di vita il bambino stringe con il genitore un legame di attaccamento tendenzialmente asimmetrico attraverso il quale riceve protezione e cure a cui corrisponde nell’adulto un legame genitoriale volto a fornire supporto al bambino.
Tale legame può significare un desiderio di cura e quindi evolvere in funzione delle esigenze del bambino stesso che cresce, oppure esprimere bisogni di dipendenza e controllo che non consentono al genitore di separarsi dal figlio limitandogli così l’autonomia. Si avvia in questo modo l’esperienza intersoggettiva del bambino e del genitore la quale comprende la gestione di conflitti sia riguardo le esperienze infantili di separazione dal caregiver che di esplorazione dell’ambiente fisico e sociale.
Alle soglie dell’età giovanile, le maturate capacità cognitive spingeranno l’individuo a rivendicare una posizione di crescente autonomia destinata a farsi via via più accesa nel corso del tempo; l’esito di questo processo dipenderà dalle modalità di regolazione dei conflitti genitore-figlio. Pertanto, riprendendo ciò che è stato detto in precedenza, si potrebbe passare da un legame asimmetrico ad uno (quasi) simmetrico e questa trasformazione include la possibilità per il figlio di iniziare a sperimentarsi nel ruolo di chi restituisce le cure oltre che a riceverle.
Per i genitori questo rappresenta il momento in cui bisogna cominciare a riconoscere certe potenzialità al figlio e di riannodare i vincoli della propria vita coniugale il più delle volte “oscurata” da anni di comune impegno genitoriale e di reinvestire il tempo nuovo di cui dispongono. Il figlio, d’altro canto, sviluppa la propria autonomia ed esplora nuovi investimenti affettivi contando su una base famigliare sicura. È un nodo evolutivo cruciale in quanto, il rapporto con i genitori, diventerà il comune denominatore degli attaccamenti adulti in genere, in primis quello di coppia; in questa fase l’individuo potrà emanciparsi gradualmente dalla famiglia d’origine sperimentando legami sostitutivi.
Cosa accade quando il partner viene riconosciuto come figura di attaccamento? Si indebolisce, quasi automaticamente, il vincolo con le rispettive famiglie d’origine. In questo senso il legame coniugale si configura come un potenziale alleato e non un antagonista di quello genitoriale.
Per comprendere meglio l’importanza della famiglia d’origine potremmo anche ipotizzare una difficoltà dell’individuo a mantenere lo status quo degli equilibri originari famigliari dopo la scelta del partner andando incontro, così, ad un declino dello sviluppo del sistema-coppia e si devitalizza la spinta innovativa che contraddistingue l’inizio di ogni rapporto amoroso. I partner avranno difficoltà a proiettarsi nel futuro con una propria progettualità di coppia e ad avanzare attraverso le tappe della vita.
Ovviamente le dinamiche intersoggettive si propongono con più evidenza in alcuni periodi chiave dell’esistenza: nella fase giovanile prevale la spinta spontanea che porta il figlio ad esplorare il mondo e a disegnare un progetto esistenziale autonomo mantenendo i valori positivi ereditati, successivamente, nella matrice interattiva della coppia, ciascun partner deve definire e preservare la propria soggettività nella relazione con l’altro (essendo insieme con e distinto dal partner). Contemporaneamente la coppia, per consolidarsi, deve mantenere la propria differenza dalle famiglie di origine trovando una propria e più matura collocazione all’interno del sistema famigliare allargato. I due partner uniscono, perciò, oltre alle loro due soggettività e storie affettive anche i due sistemi famigliari di appartenenza, i quali continuano a interagire condizionando il vincolo amoroso nel tempo.
Lungo questo filone si stabilisce nel tempo la cosiddetta differenziazione intergenerazionale; quando è perturbata costituisce una delle cause delle relazioni disfunzionale nella coppia e nella famiglia generata.
In altri termini è come se si dovesse fare un passo indietro per avanzare meglio, per sciogliere quei nodi famigliari che non consentono il fluire del nutrimento dalle proprie radici e ritrovare lo slancio per entrare nel tempo della vita, quello dell’adulto ma anche quello dell’anziano.
Dott.ssa Giulia Ingrosso
Per Approfondire:
S. Freud, “Tre saggi sulla teoria sessuale”, in Opere, vol. IV.
J.A. Miller, “Presentazione del seminario IV di Jacques Lacan. La relazione
d’oggetto”, in La psicoanalisi, Astrolabio, Roma 1994.
J.P. Sartre, L’essere e il nulla.
L.A. Salomè, “La materia erotica”.