RI- Educare alla vita affettiva e sessuale
Emozioni, intimità e rispetto

Negli ultimi cinque anni ho avuto il grande privilegio di lavorare nei licei, a stretto contatto con ragazz* adolescenti e con i/le loro docenti.

Gli interventi che mi sono rimasti più in mente, sono stati quelli in cui si apriva uno scambio sulla natura delle relazioni sentimentali e in cui emergeva un gran desiderio di confrontarsi sui temi più caldi della vita adolescenziale: gli affetti, gli amori, il sesso, i vissuti di gratificazione e di imbarazzo, le prime espe­rienze e i bisogni di relazione.

Eppure, a detta dei ragazzi, gli spazi per poter avere tali dialoghi risultano sempre troppo pochi o limitanti, tant’è che per saperne di più, dichiarano di dover ricorrere agli amici (31 %), alle fonti digitali (29%) e solo il 25% alla scuola (Fonte Unesco, 2020).

Ma oltre alla curiosità e ai dubbi, i giovani sembrerebbero subire la presenza di molti stereotipi di genere che rafforzano le disparità e che incentivano l’attuazione di comportamenti disfunzionali nelle relazioni affettive. (https://ilsigarodifreud.com/2022/03/gli-stereotipi-di-genere/)

La recente indagine “Teen Community” condotta da Fondazione Libellula (2023) su ragazzi tra i 14 e i 19 anni, ha mostrato dati allarmanti: gelosia/ possesso/invasione vengono considerate come espressione di interesse, i concetti di responsabilità e di consenso tendono a non essere chiari. In più il 48 per cento ha subito spesso o a volte contatti fisici non desiderati da parte di coetanei/e. 

Sembrerebbe esserci una gran confusione e una distorsione della vita affettiva che si basa su forti disparità di genere e su una preoccupante normalizzazione della violenza. Per questo c’è bisogno di azioni decise che possano contrastare il paradigma sociale e culturale.

Il valore dell’esperienza con l’altro

Zygmunt Bauman (intervista per La Repubblica, Novembre 2012) aveva dichiarato che l’amore non è un oggetto pronto per l’uso ma è affidato alle nostre continue cure. Al giorno d’oggi, invece, tendiamo a usare in maniera consumistica la relazione, sia affettiva che sessuale, invece di nutrirla con compassione, amicizia e attenzione.

L’imponente utilizzo dei social, la fruibilità del porno, i legami consumati virtualmente e la velocità con cui si possono creare e “bloccare” le relazioni, rischiano di svuotare di senso l’incontro con l’altro. Invece è proprio lo scambio reale, voce a voce, viso a viso, pelle a pelle, che nutre le nostre parti più intime e vere. Ma per costruire questo scambio bisogna riconoscerne il potenziale e, per farlo, un primo passo, di certo può essere quello di RI-educare all’affettività e al rispetto.

Il compito dei contesti educativi

L’educazione è un processo che coinvolge a 360° la persona e per questo, l’educazione affettiva e sessuale dovrebbe essere un elemento imprescindibile dei sistemi educativi, perché facilita lo sviluppo di competenze emotive che permettono di leggere e interpretare gli stati emozionali e rendono possibile comprendere meglio se stessi e gli altri.

Ad esempio, i programmi di educazione sessuale che presuppongono l’insegnamento degli aspetti cognitivi, emozionali, sociali e fisici della sessualità, sembrano determinare effetti positivi, sia in termini di salute sessuale che nello sviluppo di relazioni sane. In più migliorano la fiducia e il senso di sicurezza, come pure l’uguaglianza di genere e rispetto dei diritti umani. (Obiettivi definiti sia dall’OMS che ONU).

Inoltre dare voce ai dubbi o poter narrare le proprie emozioni, vuol dire dare senso e pienezza alle proprie esperienze. Per questo, il dialogo che può costituirsi con i pari o con gli adulti di riferimento, è uno strumento prezioso nel veicolare si­gnificati comuni e valori condivisi. In più, sollecita il pensiero critico e, rafforzando la coesione, stimola la responsabilità collettiva verso le azioni.

Conclusioni

La competenza emotiva permette di sviluppare una sensibilità all’ascolto e alla comprensione delle emozioni e delle sensazioni; in questo senso incentiva un’osservazione non superficiale dei comportamenti propri e altrui.

I dialoghi sulle relazioni, sui sentimenti e sull’intimità che avvengono nei contesti educativi, preparano alla profondità del “pensare” e contribuiscono a dare nuovo valore al contatto con l’altro.

Per questo la scuola e l’università possono essere i luoghi ideali per facilitare tali dialoghi e gettare le basi della responsabilità individuale e collettiva, pur tenendo conto che, per ottenere un cambio di paradigma, si necessitano anche azioni congiunte di carattere politico e collettivo.

Ad ogni modo, acquisire competenze emotive sin dalla giovane età, vuol dire sviluppare sensibilità verso le altre persone e rendersi pronti a perseguire una vita affettiva e sessuale ricca e appagante, che non può entrare mai in contrasto con il valore del rispetto della propria e altrui libertà di scelta.

Dott.ssa Sara Raffaele

Psicologa Clinica e dello Sport

Riceve a Roma e a Viterbo

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