I Sette Vizi Capitali
L’Ira

“Un’ira smisurata sfocia nella follia; perciò evita l’ira, per conservare non solo il dominio di te, ma la tua stessa salute.” Lucio Anneo Seneca

Seneca, filosofo, drammaturgo e politico romano aveva intuito che l’ira, o collera, come la definiremo in questo articolo, non solo può essere pericolosa per la mente, ma anche per il corpo. Dei sette vizi capitali è apparentemente il più lontano dalla dimensione del piacere, almeno non per tutti. Essere in preda all’ira genera disagio, sentimenti di perdita di controllo e spesso conseguenze fisiche negative.

La rabbia, termine che possiamo utilizzare come sinonimo dell’ira in questo contesto, è una delle sette emozioni fondamentali individuate da Paul Ekman nel 1972, all’interno della sua teoria delle sette emozioni primarie nell’essere umano (felicità, rabbia, tristezza, disgusto, paura, sorpresa e disprezzo), ovvero quelle emozioni che indipendentemente da fattori culturali, storici o di personalità si manifestano in ogni umano allo stesso modo. Sebbene la rabbia sia necessaria per la comunicazione tra individui, anche di specie diverse, perché permette di segnalare all’altro le nostre intenzioni e la qualità della relazione che in quel momento abbiamo con l’altro (in questo caso che siamo in collera con lui e quindi è meglio che si allontani da noi) e anche rispetto alal consapevolezza di noi stessi e di quello che stiamo provando, nell’accezione dei vizi capitali essa è rappresentata nell’accezione di Seneca; ovvero come un sentimento che conduce alla follia e alla malattia fisica.

Vediamo quindi qual è il punto di vista della psicologia riguardo di questo tipo di collera. Secondo Freud le emozioni represse, compresa la collera, potevano causare conflitti intrapsichici e portare alla manifestazione di sequele fisiche, tra cui mal di testa e problemi intestinali. Sulla schiera di questa interpretazione teorica negli anni cinquanta in California veniva praticata la “ventilation therapy” nei centri per la disintossicazione dalle dipendenze. In sostanza nelle sedute di gruppo il terapeuta incoraggiava i pazienti a provocarsi a vicenda per scatenare reazioni rabbiose, per poter esprimere il loro dolore psichico.

Secondo Rosenman e Friedman, cardiologi californiani, esisterebbe un modello emotivo comportamentale definito “type A behavior pattern”, il quale sarebbe caratterizzato da ambizione, competizione, impazienza e aggressività. L’osservazione dei loro pazienti cardiopatici li aveva condotti all’osservazione di un pattern di personalità e comportamento costante, che si accompagnava oltre alle suddette caratteristiche emotive a presenza di cardiopatia coronarica, ipertensione e ipercolesterolemia. Da un punto di vista evolutivo la collera ha permesso all’uomo di affermarsi rispetto agli altri animali e ai suoi simili, di difendere se stesso e il proprio territorio.

A livello neurobiologico origina da una attivazione delle regioni orbitali frontali, le quali sono coinvolte nelle interazioni sociali, dei tessuti del sistema limbico, tra cui l’amigdala. La corteccia prefrontale al contrario esercita una funzione di regolazione e moderazione degli impulsi.  

Oggi è riconosciuto che l’espressione delle emozioni è importante per il benessere psicofisico quanto la loro regolazione. Esattamente come suggerito da Seneca, un’ira smisurata ha effetti distruttivi a livello sociale e fisico.

Un esempio di questo tipo di disfunzione è il disturbo esplosivo intermittente, un disturbo caratterizzato dalla presenza di crisi di rabbia incontrollata ed esagerata rispetto allo stimolo e alla situazione. Le espressioni di rabbia in genere comprendono un atteggiamento minaccioso (grida e aggressioni verbali e/o fisiche verso oggetti, persone e animali) talvolta di grave entità; sono di breve durata (meno di un’ora) e presentano diversi sintomi: palpitazione, sudorazione e balbuzie e sono talvolta accompagnate da una sensazione di sollievo e/o piacere spesso seguiti da rimorso.

Non si tratta di singoli episodi premeditati, bensì di uno stato emotivo incontrollato ricorrente nel tempo. Questa malattia può essere associata ad altri disturbi dell’umore come il disturbo bipolare.

1)Riscontrare molteplici episodi di impossibilità a resistere agli impulsi aggressivi che hanno comportato la distruzione intenzionale di proprietà o l’aggressione di un’altra persona;

   2)  Un certo grado di aggressività in caso di incidenti che è completamente sproporzionato all’evento da cui il comportamento deriva;

    3)  Episodi aggressivi che non sono giustificati da un altro disturbo mentale e non sono dovuti agli effetti di un farmaco o di una condizione medica.

Le persone affette da questo disturbo hanno problemi nel creare e mantenere delle relazioni sociali stabili a causa della loro tendenza all’aggressività incontrollata e imprevedibile, problematiche che possono portarli anche a non riuscire a mantenere un lavoro nel tempo.

In questo senso l’ira merita davvero di essere inserita nei sette vizi capitali.

Dott.ssa Valeria Colasanti

Per Approfondire

-P. Ekman, Emotion in the Human Face ed. Malor Book 2015

– T. Chodron, Lavorare sulla rabbia ed. Astrolabio 2002

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