Enclothed Cognition. La cognizione indossata.

La moda è intimamente connessa all’essere umano: ne è la “seconda pelle”, ne permette l’espressione e ne determina il comportamento.

Il modo in cui vestiamo influenza il giudizio che gli altri si creano di noi ma anche il pensiero che abbiamo di noi stessi. Quindi giocano un ruolo di primo piano nelle relazioni interpersonali ed influiscono fortemente sulla nostra cognizione.

Questo è un fenomeno specifico e prende il nome di ENCLOTHED COGNITION, traducibile in italiano con COGNIZIONE INDOSSATA, ed è stato indagato in uno studio condotto da Adam e Galinsky.

La teoria della enclothed cognition definisce il modo in cui l’abbigliamento agisce sulla cognizione attribuendo il fenomeno a due elementi: il significato simbolico dei vestiti e l’esperienza fisica di indossarli. I due ricercatori affermano che l’esperienza di mettere determinati vestiti innesca concetti astratti associati ai loro significati simbolici, così che non vengono indossati solo i vestiti ma anche i loro significati simbolici. Gli abiti scelti attivano concetti astratti ad essi associati e in questo modo influenzano i processi psicologici di chi li indossa.

Per testare la loro ipotesi Adam e Galinsky hanno utilizzato un camice bianco da laboratorio, lo stesso usato da medici, scienziati e artisti, partendo dalla premessa che il camice bianco è connesso a significati quali “attenzione” e “prendersi cura”. Ipotizzarono che indossare un camice da laboratorio avrebbe migliorato le prestazioni in compiti relativi all’attenzione.

Nella prima fase dell’esperimento chiesero ai 58 studenti partecipanti di completare lo Stroop test (per misurare l’attenzione selettiva). Metà di loro indossavano il camice bianco, gli altri i propri vestiti. Gli studenti che indossavano il camice bianco performarono meglio, facendo la metà degli errori rispetto al resto del campione.

Nella seconda fase i partecipanti furono suddivisi in tre gruppi:

-il primo indossava il camice, descritto come camice “da dottore”

-il secondo indossava il camice, descritto come camice “da pittore”

-il terzo vedeva il camice sul tavolo ma non lo indossava

Nel compito che venne dato a tutti da svolgere, i partecipanti che indossavano il camice descritto come “da dottore” surclassarono entrambi gli altri 2 gruppi nei risultati ottenuti.

Nella terza ed ultima fase i partecipanti furono nuovamente distribuiti in tre gruppi:

-il primo indossava il camice “da dottore”

-il secondo indossava il camice “da pittore”

-al terzo gruppo venne chiesto di scrivere se ritenevano che il camice fosse di un medico o di un pittore, ma di non indossarlo

I partecipanti con il camice “da dottore” performarono meglio nei compiti assegnati; al secondo posto si posizionarono coloro che dovevano scrivere come identificavano il camice; quelli che indossavano il camice “da pittore” performarono peggio di tutti.

Adam e Galinsky dimostrarono così che il semplice atto di indossare certi abiti aiuta a migliorare le prestazioni. Dalle interviste svolte successivamente agli studenti emerse che quando il camice veniva presentato come “da dottore” suggeriva effettivamente attenzione, accuratezza, prudenza mentre a quello “da pittore” erano legati concetti come caos creativo e astrazione.

L’esperimento ha confermato che l’esperienza fisica di indossare un indumento connesso a determinati significati, ha la capacità di influire direttamente sulle nostre capacità, diventando parte integrante della nostra identità. 

Secondo Galinsky ciò avviene perché “non pensiamo solo con il nostro cervello ma anche con il nostro corpo. I nostri processi di riflessione sono basati su delle esperienze fisiche che mettono in movimento i concetti astratti associati. Pare che di queste esperienze facciano parte gli abiti indossati. I vestiti invadono il corpo e il cervello, e mettono colui che li indossa in uno stato psicologico differente”. 

È stata dunque confermata l’importanza ricoperta dal valore simbolico dell’abbigliamento e il potere che esso esercita sulla percezione che abbiamo di noi stessi e quindi sulle nostre prestazioni.

L’ideale sarebbe quindi indossare sempre abiti carichi valori e significati positivi, che ci fanno sentire a nostro agio, che esercitano influenze attivanti sul nostro comportamento e, di conseguenza, sui risultati che possiamo ottenere.

Dott.ssa Anastasia Giangrande

Per approfondimenti:

  • Psychology of fashion, 2018, Carolyn Mair
  • Adam, H., and Galinsky, A. (2012). Enclothed Cognition. Journal of Experimental Social Psychology. 
  • https://www.stateofmind.it/2012/04/enclothed-cognition

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